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silvio berlusconi

Politica, TEMPI MODERNI Gennaio 10, 2012

Questi fantasmi

Apri il giornale la mattina e ti sembra di vivere in un altro Paese. Dopo decenni non vedi Bersani, non vedi Berlusconi, non vedi Casini (a proposito: rientrato dalle Maldive?). Comunque la pensi sulle cose che questo governo sta facendo, una cosa è certa: le sta facendo. Addirittura le liberalizzazioni: troppa grazia.

Ti chiedi nel frattempo che cosa stia succedendo nelle sedi dei partiti, e se quelle facce che non stiamo più vedendo prima o poi le rivedremo, o ne vedremo altre. E ti chiedi anche che cosa stanno facendo, le eventuali nuove “facce”, per sostituire quelle di prima.

Insomma, si tratterebbe di fare un vero viaggio nei partiti per capire come si stanno attrezzando al dopo-Monti, a gestire questo Paese scaravoltato, a ripresentarsi agli elettori.

Mi pare che per i vecchi leader si prepari una fisiologica uscita di scena, ma non sono certa che paia anche a loro. Insomma, c’è di sicuro un oscuro e fantasmatico lavorio, dietro questo silenzio.

Qualcuno di voi ne sa qualcosa?

esperienze, Politica Dicembre 27, 2011

Sarebbe stato bello!

Un amico mi manda un souvenir, gli auguri di Natale del Cav, una decina d’anni fa.

Lui è un po’ meno gonfio, ha qualche capello (vero) in più, è un bell’ometto. Dei festini di Arcore ancora non si sa nulla, la luce è calda, soffusa, scintillante, il sottofondo musicale carezzevole, il messaggio avvolgente, a Natale contano le cose vere, siamo tutti più buoni, etc.

Visto da fuori -alla fine dell’incubo- il sogno del berlusconismo mi appare più chiaro. Una società del Godimento, meno stato e più mercato, quel ragazzino nato a Milano, quartiere Isola, e cresciuto nel mito americano, che da grande diventa un tycoon e promette più America per tutti (accidenti, com’è strano il tempo, sembrano mille anni fa).

Ah, come lo capisco! Forse ci ha creduto perfino lui. Sarebbe stato bello. Io non ci sono mai cascata, nemmeno per un istante, nel Cav ho sempre visto soltanto un geniale bauscia, anch’io sono nata e cresciuta a Milano, non lontano dal quartiere Isola, conosco il tipo antropologico. Ma ora che non devo più difendermi da quella seduzione la sento tutta, permetto che mi investa, capisco fino in fondo perché tanta gente ha creduto al paese dei Balocchi! (rileggersi quel genio di Collodi). Immagino il disincanto, la nostalgia…

Sarebbe stato bello, amiche e amici. Peccato che non è mai stato vero. Quasi vent’anni di balle spaziali.

Ciao Silvio.

esperienze, media, Politica, Senza categoria, tv Dicembre 14, 2011

Non dire B. Neanche se sei B.

Servizio Pubblico di Michele Santoro non sta andando come si sperava. Dal 12 per cento del debutto è sceso intorno al 5 per cento di share. Il sogno del terzo polo tv non si infrange, ma fa una certa fatica. Qualcosa andrà rivisto, a partire dallo zoccolo duro di un milione e something di telespettatori, audience comunque ragguardevole.

Gira voce di altri importanti organi di informazione che stanno registrando cali preoccupanti e repentini. La caduta del Cav. non fa male solo ai suoi amici, ma pure ai suoi nemici.

Venute meno le ragioni dell’antiberl. -non lo dico per intero, non si sa mai…-, crolla anche l’appeal di lo ha cavalcato per anni, per fede o per business. Comici che non sanno più su cosa performare -perfino Benigni da Fiorello è stato moscio-, giornali che non sanno più di che parlare, manifestanti che non sanno più contro chi manifestare, oppositori professionisti che non sanno più a chi opporsi.

Le avvisaglie c’erano già da qualche mese: già la scorsa estate un sondaggio Demetra verificava che la parola B. si piazzava bene tra quelle da archiviare, insieme a partiti, Padania,  stato, individuo e veline. Guardate le prime pagine dei giornali, che nominano il Cav. giusto lo stretto indispensabile.

Forse anche B. oggi non userebbe il brand B.

Si dovrebbe imparare a parlare “per”, e non solo “contro”. Parlare “contro” è una forma di resa al nemico. E quando cade lui, incespichi pure tu.

Riflettere attentamente su questo.

 

Donne e Uomini, esperienze, Politica Novembre 22, 2011

Il Cavaliere che resta in loro

Vi segnalo una notevole iniziativa di uomini

Il Cav. che resta in noi. La crisi della politica come questione maschile

La parabola politica di Silvio Berlusconi ha evidenziato quanto profondo
sia il nesso tra potere, autorità e sessualità maschile nel tempo in cui la
struttura simbolica dominante del patriarcato è sempre di più messa in
discussione.

Naturalmente si tratta di una questione generale, che non va rimossa ora
che il Cavaliere sconta una sconfitta politica che parla della possibile
fine di una lunga fase.

Quando per iniziativa di alcuni gruppi di donne il 13 febbraio scorso le
piazze italiane si riempirono per protestare contro i comportamenti di
Berlusconi, più uomini di quanto non si fosse mai verificato prima si sono
sentiti in dovere di prendere la parola per una sorta di esame di coscienza pubblico, oltre che di partecipare alle manifestazioni.

Che ne è stato di quella voglia di autoriflessione, documentata in decine
di interventi che abbiamo raccolto e che oggi riproponiamo (vedi nel sito
www.maschileplurale.it) ? E’ stato un “fuoco di paglia”? Ora che il Cav.
appare dimezzato e al tramonto noi uomini possiamo considerare ciò che è emerso come una semplice parentesi chiusa?

L’incontro intende verificare lo “stato dell’arte” della consapevolezza
maschile sul nesso potere-sesso-autorità nel contesto di una crisi
politica, economica e sociale che si avvita sempre di più su se stessa.
Vorrebbe essere un punto di ripartenza, per valorizzare quanto sta
emergendo nella modificazione dei comportamenti degli uomini sul terreno del potere e delle relazioni con l’altro sesso e le molteplici identità
sessuali nella società, nella famiglia, nella politica e nell’economia.

Il punto di vista che vorremmo discutere è che non c’è soluzione reale
alla crisi se non se ne vede la dimensione determinata dalla differenza
sessuale.

L’iniziativa si terrà a Bologna domenica 4 dicembre (ore 10/18) c/o Fondazione Gramsci Emilia Romagna, via Mentana 2.

aperta e tutti/e, uomini e donne

Donne e Uomini, Politica Novembre 13, 2011

STUPOR!

C’è una parola inglese che esprime bene come mi sono svegliata stamattina: astonished! Stupefatta, sbigottita, suonata, incredula. Voglio stare in questo sentimento, ascoltarlo, senza dire altro. Vedo la terribile salita davanti a noi, si tratta di concentrarsi e raccogliere le forze.

Solo un pensiero: non posso credere che il professor Mario Monti intenda comporre un governo di soli uomini, o quasi. Non voglio credere che non vi siano donne, in questo paese, che lui apprezzi e di cui si fidi. Sono convinta che al mondo piacerebbe vedere che anche la misoginia della nostra politica, tratto primario della fase da cui ci accingiamo a fuoruscire, è finalmente finita. Per il bene di tutti.

Donne e Uomini, Politica Novembre 9, 2011

Con il fiato sospeso

immagine tratta da Il Fatto.it

La parola attesa da tutti, dimissioni, è stata pronunciata. Ma le opposizioni non festeggiano, nessuno stappa lo champagne, le settimane che abbiamo di fronte saranno politicamente le più terribili dal dopoguerra a oggi, il terrore che l’interesse particolare prevalga disastrosamente sul bene generale è ben fondato.

Nessuno sa che cosa contenga il maxiemendamento che le Camere si apprestano a licenziare, a quanto pare non prima di dicembre (un tempo lunghissimo: riusciremo a sopportarlo? e nel frattempo, cose capiterà?). Molti si aspettano che alle opposizioni, che si sono impegnate a non fare ostruzionismo e a consentire l’approvazione del maxiemendamento, toccherà mandare giù il boccone amaro di qualche norma salva-aziende, di qualche norma sulla giustizia e altre ancora, inserite nel testo ad personam. Sul dopo, ognuno dice la sua: se Berlusconi si dimetterà, cosa sulla quale alcuni dubitano ancora, aspettandosi un nuovo colpo di teatro, un governo Monti, tecnico e di scopo, o un governo Alfano, a tempo o fino al 2013, o elezioni a gennaio, o elezioni in primavera. Opinioni divergenti che lacerano gli schieramenti anche al loro interno, perché gli interessi dei singoli partiti sono diverse, e all’interno dei sigoli partiti ognuno gioca la sua partita, pro domo sua.

La prospettiva di una campagna elettorale natalizia ed emergenziale è rovinosa e spaventevole. Potrebbe essere una campagna a dire poco inquieta, nel disordine sociale, non priva di violenze, roba che il finale del Caimano ci fa solo il solletico. Si andrebbe a votare con questa legge elettorale, il che significa in buona sostanza che ci ritroveremmo a rivedere le stesse facce, decise dai capibastone dei partiti, per un altro quinquennio: ancora loro, sempre gli stessi. E non si vede perché “loro” dopo il voto dovrebbero essere diversi da “loro” come sono ora, più capaci, più responsabili di quanto sono ora. Questo vuole dire che ogni speranza di rinnovamento sarebbe definitivamente perduta. In una situazione del genere, di primarie, di aria nuova, di partecipazione delle donne e dei giovani non parlerebbe più nessuno: abbiamo lottato tanto invano? E in questo il “loro” interesse, l’interesse delle attuali dirigenze politiche, è sicuramente convergente. E questo è il dramma vero, allora davvero non ci sarebbe più speranza, perché il Paese non reggerebbe altri 5 anni di immobilismo e gattopardismo.

Questo, amiche e amici, è il tempo terribile con cui dobbiamo fare i conti, e io personalmente prego lo Spirito Santo -voi fate come ritenete meglio- perché ci illumini, perché dica a ciascuno di noi che cosa deve fare, e lo dica soprattutto a chi ha maggiori responsabilità sul bene pubblico. Ma non mi sento esentata dl compito di fare io stessa, insieme ai miei concittadini, quello che è giusto.

Donne e Uomini, Politica, Senza categoria Novembre 6, 2011

E' il momento di incassare

Signore e anche signori, segnatevi da qualche parte questo nome: GUIDO CROSETTO, attualmente sottosegretario alla difesa, protagonista della seguente vicenda:

Omnibus, trasmissione di La Sette. La giornalista della Stampa Antonella Rampino nel corso del dibattito fa riferimento alle “spogliarelliste” elette nelle liste del centrodestra. A telecamere spente, il suddetto Crosetto cerca di intimidirla, umiliandola: “Tanto a te non ti spoglia nessuno“. Più tardi profferirà inutili scuse.

Segnatevi il nome di Crosetto, e segnatevi anche questi, in particolare se siete siciliani: GRECO (GRUPPO MISTO), ARICO’ (FLI), CASCIO SALVATORE (PID, CORONA (PDL), CURRENTI (FLI), D’ASERO (PDL), DI MAURO (MPA), FALCONE (PDL), FEDERICO (MPA), LEANZA EDOARDO (PDL), MINEO (FORZA DEL SUD), POGLIESE (PDL). Sono i parlamentari regionali che hanno chiesto e ottenuto lo scrutinio segreto nel voto sulla doppia preferenza di genere per poterlo tranqullamente impallinare senza assumersene la responsabilità.

Naturalmente non dimenticate IGNAZIO LA RUSSA, protagonista di molte indimenticabili machate, il coordinatore del Pdl lombardo MANTOVANI, quello che ha detto che le vere gnocche stanno a destra, e così via.

Ci vorrebbe la pazienza di mettersi qui a fare tutto l’elenco, certamente sterminato, di tutti i politici che hanno gravemente offeso le donne di questo paese, SILVIO BERLUSCONI in testa. Ma ne varrebbe la pena. Perchè -lo dico a tutte le amiche di Se non ora quando– se si decidesse di diffonderlo, insieme all’indicazione “non votate le liste che candidano questi signori”, rivolta a donne e a uomini di buona volontà, sarebbe una cosa davvero ben fatta. Questi signori si sono presi una libertà che ora devono pagare, e in modo molto salato. 

Ecco una delle moltissime cose che si potrebbero fare in preparazione delle sempre più imminenti elezioni politiche, e di tutte le altre elezioni in calendario. Benché la cosa grande che Se non ora quando avrebbe da fare sarebbe una: indire a breve una grande manifestazione nazionale in cui torni chiaramente a palesarsi la soggettività politica delle donne di questo Paese, e in cui si vada a sintesi, dicendo questo: abbiamo aperto le danze, e ora le chiudiamo. Abbiamo chiesto per prime a febbraio le dimissioni di Berlusconi e la fine della politica macha, e ora siamo qui a incassare quel 50/50 e quel doppio sguardo (che nessun partito, badate bene, si sta preparando a garantire: anche l’accenno di Bersani, ieri in piazza San Giovanni, è stato alquanto timido) che costuisce la condizione minima per poter ricostruire il Paese in giustizia ed equità. E anche la condizione minima per guadagnarsi il consenso delle donne. Il Paese è prontissimo, è la politica a non esserlo.

Se tanto mi dà tanto, ci stiamo avvicinando all’obiettivo. Ma c’è ancora molto da lottare. Nessuna illusione.

economics, Politica Ottobre 27, 2011

Buon appetito!

La letterina all’Europa è piaciuta. Bene! Tra i provvedimenti che dovrebbero rilanciare la crescita c’è anche la sostanziale libertà di licenziamento “per ragioni economiche”. Non è molto chiaro perché Umberto Bossi faccia il ganassa ergendosi a paladino delle pensioni, e poi nemmeno un plissé sul tema licenziamenti (però ribadisce che sul voto decide lui: meno male): ascoltare Radio Padania. I sindacati sono sul piede di guerra in difesa dell’articolo 18: ma che cosa si può fare, ormai? L’Europa ha detto ok, l’accendiamo.

Il presidente Napolitano parla del coraggio di misure impopolari: beh, sarà contento, più impopolare di questa non ce n’è. Altro che regolarizzazione dei precari: qui siamo alla precarizzazione dei regolari. Di motivi economici per licenziare un’azienda ne ha sempre, a iosa, non c’è che l’imbarazzo della scelta. Intanto a Palazzo Chigi si assume una trentina di persone e più, in deroga al blocco delle assunzioni e nonostante si parli di tagli agli statali. Detto tra parentesi: che cosa ne dite del lauto pasto al Senato, 19 ottobre, a 7 euro e 50? ma  che c’entra con le misure economiche? ci mancherebbe altro!

L’Europa ovviamente raccomanda misure di sostegno -un’indennità di disoccupazione?- per chi resta senza lavoro. Non sa che dalle nostre parti cose del genere non usano. Come per la manovra, che parifica l’età pensionabile delle donne: non è che in cambio siano aumentati sostegni e servizi. Il welfare siamo noi!

Buona giornata, e buon appetito!

Politica, Senza categoria Ottobre 21, 2011

Enigmi radicali

marco pannella contestato in piazza il 15 ottobre a roma

I radicali fanno davvero di tutto per rendersi indecifrabili.

La rottura con il centrosinistra sulla scelta aventiniana. Qualche giorno, dopo la partecipazione alla manifestazione degli indignati -con alcune brutte scene, devo dire, nei confronti del vecchio Pannella-. Ieri la visita dello stesso Pannella e di altri tre radicali a Palazzo Chigi: e per parlare di che cosa? E ancora Pannella che insulta (“sei indecente”) l’amatissimo sindaco Giuliano Pisapia, colpevole di opporre un fermo rifiuto all’ipotesi di un Ambrogino d’oro all’ex prima linea Sergio D’Elia: il quale, per carità, farà anche un lavoro meritorio con la sua associazione “Nessuno tocchi Caino”, ma fu pur sempre condannato per concorso in omicidio. Nel frattempo da Emma Bonino, che va trionfalmente a rappresentare nel mondo le donne italiane violate nella loro dignità da un premier e da una politica ferocemente maschilisti, neanche una parola.

Se poi qualcuno pensasse che i radicali stanno semplicemente assicurandosi la sopravvivenza per la prossima legislatura, tenendo i piedi in tutte quante le scarpe, come si farebbe a dargli torto?

Servirebbero scelte più radicali, anche da parte dei radicali, in un momento come questo.

 

Donne e Uomini, media, Politica, TEMPI MODERNI Settembre 23, 2011

La ragazza immagine di Belzebù

Questa intervista a Terry De Nicolò probabilmente l’avrete già vista. In caso diverso, guardatelo. E’ uno dei filmati più cliccati della rete. C’è anche chi, appreso il contenuto, non si è sentita di vederlo. In effetti è impressionante, fa stare fisicamente male.

La signora è una vera p.r. del Diavolo. La ragazza immagine di Belzebù. Fa efficacemente propaganda al male. Voi insegnate ai vostri figli che non si ruba, che si rispetta il prossimo, che il corpo è sacro? Lei rovescia il Crocifisso a testa in giù. Le regole basilari della convivenza umana, i comandamenti, ciò che è comunemente ritenuto un bene, a lei fa proprio ridere. Ci si deve calpestare l’uno con l’altro, si deve essere disposti a vendere la propria madre, le uniche cose che contano sono i soldi e il successo. Eccetera.

L’altra sera, a una cena tra amiche, propiziata da una visita alla splendida mostra milanese di Artemisia Gentileschi -una che con la sua arte sanguigna, con le sue Giuditte, Cleopatre e Salomè si era curata del male subito dagli uomini- ci ritroviamo a parlare di questa intervista. Una cosa terribile, sì, dice una. Eppure è una sintesi efficace, lucida ed essenziale come mai era stata fatta, dei codici che valgono in quel mondo, che poi è anche il nostro mondo, purtroppo. Dell’abiezione che è stata raggiunta. Dell’inversione dei valori e dei sentimenti. Insomma, va vista e analizzata con attenzione, perché si tratta di un documento in qualche modo storico.

Terry racconta con semplicità ed efficacia quello che è capitato e sta capitando, delinea una compiuta anti-etica, e forse quel filmato andrebbe mostrato e dibattuto perfino nelle scuole.