La campagna lanciata dalla ministra Lorenzin per un Fertility Day è sbagliata e offensiva. Come se le donne non facessero figli per egoismo. Contro la denatalità servono lavoro, meno precarietà, servizi. La cura va posta al centro delle politiche
Ecco come le donne farebbero più figli (se lo vogliono). Altro che Fertility Day
Il terribile male del terremoto in centro Italia, se in tanto dolore ha portato un bene, non è certo quello di una “ripresa dell’edilizia”. Al contrario. Il bene è quello della consapevolezza e dell’attenzione, è un ritrovato senso di comunità da opporre all’egoismo dei pochi
La disperazione alla vista di interi paesi distrutti, delle case sbriciolate, del dolore umano, quei nostri borghi come Aleppo e Sirte, è stata superata dallo sbigottimento per la trattazione mediatica del terremoto e per l’incredibile canea sui social
E’ ora che la sinistra dica con chiarezza che cosa pensa dell’utero in affitto
Perché sull’utero in affitto la sinistra tace, esprime obliquamente il suo favore o farfuglia imbarazzata? Essere di sinistra vuole dire vendere diritti e dirittini al mercato del qui e ora, avendo rinunciato a ogni prospettiva? E garantire il libero accesso al libero mercato della carne umana?
De Luca è legittimato a dare addosso anche con veemenza all’avversaria politica Raggi. Anzitutto, però, dovrebbe riconoscerla come avversaria politica, e non diminuirla dandole della “bambolina”. Se il piano è quello dello sprezzo misogino, adottato per indebolirti, la possibilità del confronto è tolta
Oggi “populista” è inteso dai più come “amico del popolo”. Come qualcuno che ha finalmente a cuore i problemi della gente, che sono davvero tanti e variegati, e non solo gli interessi delle banche, gli “appetiti delle oligarchie”
Il 24 giugno al Nazareno assisteremo all’autocoscienza del Pd e a pseudo-rese dei conti: paradossalmente la sconfitta potrebbe produrre un’autodifensiva coesione interna. Il senso di essere i “migliori” tornerà presto a prendere il sopravvento
A sinistra non c’è niente di niente. Non ci sono orizzonti realistici, non c’è una leadership, manca una cultura di governo. Difettano, forse, anche volontà e coraggio di governare. In compenso a Milano c’è una destra arrembante, peggio della destra che ci ha governato fino a 5 anni fa
Dalla recente relazione della ministra Lorenzin sullo stato di applicazione della legge 194, apprendiamo che il tasso di abortività delle italiane è molto basso, tra i più bassi d’Europa, 9 interruzioni volontarie ogni 1000 donne. Avrebbe tutta l’aria una notizia positiva, e la ministra se ne rallegra. In altri Paesi il tasso di abortività è decisamente più elevato: 15.9 in Gran Bretagna, 18.1 in Francia, 20.13 in Svezia, 31.3 nella Federazione Russa. Come può spiegarsi questa differenza?
Più ancora che l’arresto (semplice routine: Lombardia ladrona) per concussione e turbativa d’asta del leghista Fabio Rizzi, braccio destro nel settore Sanità del governatore lombardo Roberto Maroni, mi offende e mi umilia la vicenda del bonus bebè che esclude i figli adottivi.
Maroni spiega goffamente che la misura sarebbe a sostegno della natalità, e non rientra nelle misure di aiuto alle famiglie (quali?). E’ evidente che Maroni non ha approfondito la questione della denatalità, per affrontare la quale il bonus bebè serve poco o niente.
Propagandisticamente però la misura è molto efficace. A corroborare una cultura per la quale ci sono i figli di serie A e quelli di serie B (specie se gli adottati non sono bianchi caucasici), a ribadire lo ius sanguinis, meglio se sang lumbard, a completare il capolavoro del nostro bel grattacielo progettato da Giò Ponti illuminato a sostegno del Family Day. Soprattutto a disincentivare ulteriormente le adozioni, che sono già drasticamente diminuite a causa dei costi e della complessità delle procedure. Ed eventualmente a vantaggio del business della fecondazione assistita: in Lombardia l’eterologa costa fino a 4 mila euro (qualche mese fa il Tar ha giudicato la misura illegittima, ora si attende il pronunciamento del Consiglio di Stato).
Quella del bonus bebè riservato solo ai nuovi nati è una misura più culturale che economica. E spalanca la forbice tra una regione avanzata, allineata o perfino superiore nei suoi standard alle medie europee, e la sua classe dirigente retriva e ideologica. Ladri a parte.
Da lombarda mi vergogno e chiedo scusa alle generose famiglie che accolgono un bambino.