Ecco perché voterò Beppe Sala senza troppi dubbi, e voglio invitarvi a fare lo stesso.

Non ho partecipato alle primarie del centrosinistra e ho lavorato per molti mesi a un tavolo per la costruzione di una candidatura alternativa: esperienza finita nelle secche del rancore e della frantumaglia di sinistra, cultura che peraltro non mi ha mai rappresentato.

Partiti con l’idea “langeriana” di costruire e di gettare ponti, abbiamo visto solo Mostar: rancori, narcisismi, personalismi, interessucoli di bottega. Una sinistra pavloviana, con i suoi slogan novecenteschi e la sua incapacità di immaginare soluzioni innovative.

Ho sperato –come altre e altri- in Civati, e ho sbagliato. O meglio, secondo me ha sbagliato lui, ma è questione di punti di vista. Ho contrastato finché mi è stato possibile la sua decisione di dare vita a Milano a una listina del 3 per cento, decisione per me tuttora incomprensibile. E così è finita: in quel fisiologico, prevedibilissimo, deprimente, suicida 3 per cento.

A sinistra al momento non c’è niente di niente. E’ un fatto, e va registrato. Non ci sono orizzonti realistici, non c’è una leadership, manca una cultura di governo. Difettano, forse, anche la volontà e il coraggio di governare. In compenso a Milano c’è una destra robusta e arrembante, molto peggiore della destra che ci ha governato fino a 5 anni fa, e che di qui vuole ripartire per il governo nazionale. Una destra nazionalista, xenofoba, illiberale, malcelata dietro il ragionevole Parisi. La destra che ripubblica “Mein Kampf” a pochi giorni dal ballottaggio.

A chi non vive qui chiedo di credermi sulla parola: questa destra è roba seria, perché Milano è una città seria. E la contesa di Milano ha un valore nazionale ed europeo, che oltrepassa di un bel pezzo quella tra renziani e antirenziani.

Per questo voterò Sala: per fermare questa destra, perché la città continui almeno in parte nel suo percorso virtuoso e corregga i suoi errori, perché intorno a Sala ci sono persone come Pierfrancesco Majorino, Pier Maran, Cristina Tajani e molte e molti altri con cui si potrà anche continuare ad accapigliarsi, se necessario, ma con i quali è sempre stato possibile dialogare. Voterò Beppe Sala e avrò probabilmente modo di pentirmene, ma mai come mi pentirei se decidessi di astenermi.

Chiedo agli scettici, ai dubbiosi, a chi si è astenuto al primo turno di fare lo stesso.

La partita è troppo importante

 

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