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Politica Novembre 3, 2008

FATTORE PALIN

Doveva essere un gran colpo, per il senatore McCain, la scelta di una donna -e che donna!- come candidata alla vicepresidenza, subito dopo che Obama si era liberato di Hillary, scelta che di sicuro gli costerà il sostegno  di molte autorevoli femministe americane, decise ad astenersi. E invece probabilmente si rivelerà un boomerang: Palin fa una figuraccia dopo l’altra.  L’ultima,  quelle due chiacchiere  con un finto Sarkozy  che le propone una battuta di caccia insieme, e lei che accetta con entusiasmo, fedele fino in fondo a quel grottesco modello di donna-sì-ma-non-troppo, di “donna con le palle”, come diremmo qui, di femmina bifronte, buona per le elettrici ma capace anche di convincere i conservatori più restii del fatto che, al momento buono, lei il bottone saprebbe schiacciarlo non diversamente da un uomo.

Quanto costerà, invece, Palin a Mc Cain? E quanto costerà, da un altro punto di vista, alle donne di tutto il mondo? Sarebbe il terzo tonfo globale consecutivo, dopo quelli di Ségolène e di Hillary, fatto che probabilmente  ri-congelerebbe ad libitum la pratica dell’accesso delle donne alle posizioni di potere. Ma sarebbe anche il tonfo di un’emancipata estrema e caricaturale, con il fucile in spalla. L’eliminazione dell’ingombro dell’emancipazione, delle sue illusioni e delle sue ridicolaggini, dal cammino della libertà femminile.

Con la vittoria di Obama, se sarà, si entrerebbe in un’era trans-razziale: non solo un nero, ma un nero anche un po’ bianco, e strettamente imparentato con i “gialli”. Come molti osservatori hanno già sottolineato, la cosa potrebbe avere l’effetto di fare piazza pulita di ogni discorso sulla razza e di accelerare in modo esponenziale la ricerca di soluzioni al problema della convivenza interetnica: problema che oggi in Italia, investita in pieno dall’onda migratoria, stiamo sentendo parecchio.

Che effetto avrebbe avuto, allora, una presidenza femminile? Quali sarebbero stati le sue dirompenti conseguenze simboliche e politiche? Che passi avanti ci avrebbe costretti a fare? Perché si nasce prima donne e uomini che bianchi, neri e gialli. Resta quella, la madre di tutte le differenze. Quella, la prima pacifica convivenza da immaginare e costruire.

Archivio Ottobre 28, 2008

NESSUNA MISOGINIA

Dopo esserci addolciti con la struggente bellezza del video qui sotto, ancora due parole sulle donne, gli uomini, la politica.

Signori, non c’è proprio da convincere nessuno sulle capacità femminili. La società ne è perfettamente consapevole, e la politica anche. La misoginia non c’entra. I politici sono anche padri che vorrebbero il meglio per le loro figlie, pagano loro la migliore formazione, master e quant’altro, le aiutano a fare carriera e non sopporterebbero che venissero fermate da un glass ceiling. Non si tratta di dargli il tempo di abituarsi, o di disintossicarsi dal monosex, come qualcuno ha scritto intervenendo qui. Sanno già perfettamente cos’è, hanno già perfettamente chiara l’assurdità della situazione. E’ semplicemente che nessuno intende fare un passo indietro. Tutto qui. Una donna in più fa un uomo in meno. E tutti quei maschi che nella vita, soprattutto a sinistra, non hanno fatto altro che la politica -o meglio, quella che comunemente si intende come politica- non intendono rinunciare alla propria posizione con relative rendite. Chi li sbatte più fuori di lì?

Archivio Ottobre 27, 2008

CONTRO LA SEX WAR

Vedete se questo vi fa passare la voglia di combattere -uomini contro le donne, donne contro gli uomini)….

Archivio Ottobre 26, 2008

TANTO PER NON CAMBIARE

Foto pubblicata dal Corriere dei leader Pd sul palco della manifestazione di ieri a Roma: Cesare Damiano, Massimo D’Alema, Piero Fassino, Dario Franceschini, Giuseppe Fioroni, Matteo Colaninno. Giorgio Tonini, Antonello Soro. Niente donne. E non mi pare che ne sentano la mancanza.

Poi leggo che in Israele Tzipi Livni ha rinunciato a formare il governo: le trattative con gli ultraortodossi del partito Shas, decisive per la formazione di una maggioranza, non sono andate a buon fine. Del resto i rabbini di Shas lo avevano già chiarito: a capo di Israele Livni non la volevano. L’ha detto Mosè Maimonide in non so quale secolo: “In Israele non può esserci un re donna”.

Ci sono ben altri problemi, voi direte. Temo che gran parte di questi “ben altri problemi” abbiano a che vedere con il problema di cui sopra.

Archivio Ottobre 24, 2008

COLPA VOSTRA

Solo il 15 per cento dei gestori americani di fondi sono donne. Quelli che hanno combinato questo global mess, questo immane casino, sono praticamente tutti uomini. Sono loro ad aver montato all’inverosimile quel poco di panna montata, che è rimasta quella poca che era, e anzi è diminuita. Ma siamo soprattutto noi a combattere per la spesa e a tirare la coperta che scappa via da tutti le parti.

C’è grande rabbia, tra le donne, anche tra le più semplici, inferocite per quello che questi maschi avidi e scriteriati hanno combinato. La rabbia non è un gran sentimento, ma può essere un ottimo carburante.

Che non pensino, adesso, di ricominciare daccapo senza di noi. Che non pensino di relegarci ancora in quel piccolo dell’economia domestica da cui, peraltro, siamo uscite da tempo.

Una lettura sessuata di questa catastrofe è indispensabile, anche se non la troverete su nessuna prima pagina. Adesso si deve uscirne insieme, uomini e donne, nel bene e nel male.

E se vi pare una lettura femminista, ebbene, lo è.

Archivio Ottobre 21, 2008

VERITA’ MASCHILE

Un uomo a me molto caro in vena di verità, una sera d’estate al ristorante. E’ così difficile, per loro, mi dice -più difficile che per noi donne- accettare che il tempo passa. “Voi avete la maternità. Per noi non c’è niente di così saldo a cui aggrapparci”. Un rampicante senza sostegno, ai quattro venti.. E noi invece, piantate nel nostro bizzarro baricentro extracorporeo, quelle nostre creature in giro per il mondo. Il loro imperioso dettato biologico: assicurare un futuro ai propri geni, spargendo più seme possibile in ogni terra fertile. E il nostro, invece, che si appaga di una semina o due, e del confortevole nido che gli si fa intorno.
Mi dice quell’uomo che vedere la propria compagna invecchiare –sempre bella, certo, sempre seducente, e sempre più elegante, con il grande charme dell’esperienza accumulata, ma via, diciamo le cose come stanno: infeconda- è una cosa dura da sopportare. Per loro, che pure a parità di charme e di esperienza restano fecondi come ragazzi. Sento empaticamente quello che dice. Cerco immaginare quello che prova, e mi pare di riuscirci. Dovrei arrabbiarmi, per questa dichiarazione di disparità. E invece no. Una grande, complice tenerezza mi invade.
Le ragazze abbronzate fanno il loro struscio serale, rilucenti di estrogeni. Gli uomini le guardano. Le guardo anch’io. Sono bellissime. Dovrei provare invidia per il loro intoccato splendore. Sento la loro trepidazione, invece. Le incertezze e le meraviglie della vita che le aspetta. La tenerezza si moltiplica. Sono tutte mie figlie.
Sarà che alla parità non ho mai creduto. Né alla simmetria, né ad alcuna forma di complementarietà. Siamo diversi, donne e uomini. Possiamo tutt’al più sperare di farci un po’ di buona compagnia, di stupirci e di poter sorridere per l’irriducibilità della nostra differenza.
Prendo al braccio il mio compagno, come per consolarlo. Passeggiamo verso uno strapiombo sul mare nero, le luci delle barche in rada. Le stelle ci guardano immote. Ne avranno per qualche altro miliardo di anni. Noi per molto meno.  Eppure ho molta tenerezza anche per loro. Mi sento madre anche delle stelle, questa sera.

(pubblicato su Io donna – Corriere della Sera il 18 ottobre 2008)

Archivio Ottobre 7, 2008

QUESTA VOLTA

Questa volta inviterei le donne, se lo vogliono, a parlare liberamente di politica come lo sanno fare loro (noi), nel modo a loro più congeniale, con le parole che sentono più loro, senza dover fare fuori il buon senso.  E inviterei gli uomini ad ascoltare. Una donna che parla, restando fedele a se stessa, e un uomo in ascolto: è una postura molto istruttiva.

Archivio Ottobre 6, 2008

POCHE DONNE

Questo dibattito si è svolto tra uomini perché questa politica è fatta da uomini e per uomini: e non sto recriminando, vi assicuro. Anzi. Oggi sento questo essere fuori come un’opportunità da saper cogliere. Secondo Jürgen Habermas, filosofo e sociologo tedesco, “l’esclusione delle donne è stata costitutiva per la sfera politica pubblica… Diversamente dall’esclusione di uomini emarginati, l’esclusione delle donne ha esercitato una funzione strutturale”. Vuole dire che la politica è stata inventata come un posto di uomini che tenesse fuori -o meglio dentro: ai maschi l’agorà, alle femmine le case- le donne: di conseguenza linguaggi, modi di organizzazione, forme, tempo della politica sono sempre stati solo ed esclusivamente quelli degli uomini. Questo sistema è giunto a un punto di crisi irreversibile. C’è bisogno di una politica che tenga conto nella sua fondazione dell’uscita delle donne dalle case e della loro partecipazione allo spazio pubblico. Si tratta, credo, di un immane lavoro di invenzione, che ha bisogno di molta ricerca e di molta attività femminile e di molta disposizione all’ascolto da parte maschile. Per il maggior bene di tutti, donne e uomini.

P.S: La lunghezza di certi interventi è scoraggiante e assolutamente inadatta a questo spazio di discussione, più “orale” che scritto. Se volete essere letti, vi prego di attenervi a  misure di buon senso e di usare un linguaggio piano e colloquiale, senza esibizionismi professorali.

Archivio Settembre 22, 2008

SINCERAMENTE….

Sinceramente: ma a voi interessa che ci siano poche donne in politica? Pensate che sia un guaio, per il nostro paese e più in generale, che le donne non partecipino alla formazione delle pubbliche decisioni? O credete che riescano a partecipare ugualmente, nonostante la scarsissima rappresentanza e le poche donne nelle stanze dei bottoni?

Scrivetemi solo la verità di quello che pensate (se non diciamo la verità, non vale la pena di sprecare tempo e spazio). E ditemi quello che pensate VOI. Niente sociologia, per favore.

Archivio Agosto 25, 2008

SCUSATE

Scusate se mi intrometto.

Intanto, sulla “separatezza” della discussione: io credo che siano necessari dei momenti di raccoglimento con il proprio sesso, sia per gli uomini sia per le donne, momenti di rigenerazione e riconnessione -io li chiamerei anche pratica della propria differenza- in cui rimettere al mondo il mondo, per come lo si vede con sguardo bisessuato.

Sulle cose che dite, invece, e che seguo con attenzione e rispetto: mi pare che la maggiore violenza imputata alle donne sia quella dell’abbandono. Esiste anche l’abbandono maschile, ma è sempre stato considerato in qualche misura naturale, come si vede dall’istituto del ripudio unilaterale. Mentre l’abbandono femminile, oggi consentito dalla legge, è intimamente inaccettato  da molti uomini. I tempi della nostra psiche sono molto più lenti di quelli della legge,  nel nostro inconscio passeggiano i dinosauri, diceva Freud. Un uomo va è viene, è nella sua natura, mentre la donna, come una casa, sta lì ferma, con la porta sempre aperta, pronta ad accogliere. Quella della simmetria è un’ideologia pericolosa, perchè non ci fa vedere la realtà delle nostre vite vere.

Pare che la ragione principale della violenza maschile corrente -meglio non perdere tempo a negarne l’esistenza- sia la sensazione di essere “tagliati fuori” dalle donne, da una forza femminile che ricorda l’insostenibilità dell’onnipotenza materna e l’inermità del piccolo bisognoso -e anche capace di odio, per quanto incapace di esercitarlo-.

Ancora una cosa: sul fatto che, per dirla alla buona, tante donne sembrano preferire il “bastardo” a quello che invece le supporta e le comprende. Casi estremi di masochismo a parte (ci sono anche quelli) forse è anche perché una donna  va in cerca di un’alterità radicale, di qualcuno che le opponga una irriducibile differenza (il famoso vero uomo). E nella sofferenza che patisce le pare di intravedere una prova di questa differenza. Può esserci anche questo.

Spero che il dibattito fra voi continui liberamente, e che quello che ho scritto qui possa tornarvi utile. Intanto io vado avanti con altro.