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uomini

Archivio Agosto 18, 2008

VORREI

Vorrei che continuasse qui il dibattito tra uomini sulla violenza maschile. Consentendo a me e alle altre donne che leggono di “origliare” in silenzio, senza intromissioni. E di capire.

Archivio Agosto 14, 2008

MI PIACEREBBE

Mi piacerebbe che gli uomini che intervengono in questo blog per parlare di violenza maschile e di volontà di dominio, più o meno frustrata dalle donne, lo facessero parlando a partire da sé. Non teorizzando, cioè, ma riconoscendo in se stessi tracce di questo impulso, o di questa costruzione simbolica, e spiegando come loro ci fanno i conti. Anche quelli, e saranno molti, che non esercitano la violenza e si sentono immuni dalla tentazione del dominio. Avranno pure un collega, un amico, un parente violento e dominatore: Ecco: come fanno i conti con lui? Come vivono questa vicinanza?

Archivio Luglio 26, 2008

CORPI ASIMMETRICI

Leggo sul “Sunday Telegraph” che da qualche tempo in qua le foto di modelle e attrici vengono ritoccate “al rialzo”: a Keira Knightley, nella locandina per “King Arthur”, una ripulita alle occhiaie e il seno aumentato di un paio di taglie. C’è anche un’immagine di Cameron Diaz prima e dopo la “cura”: braccia più tonde, via quella cresta iliaca che buca i jeans, guancia meno incavata. Meglio così. Digitate “anorexia” su Youtube, guardatevi i filmati di certe sfilate con casting a Bergen-Belsen. Vertebre in rilievo, gambe da uccello: perché nessuna tra le giornaliste di moda presenti è salita in passerella per gridare all’orrore?
Intanto anche in Svezia, Eden della parità, si sta cedendo alla pubblicità sessualmente scorretta, quella che utilizza nudi o semi-nudi di donne per vendere prodotti –un’automobile, una birra- che con le donne nude o vestite non c’entrano niente.
A quanto pare intorno al corpo femminile gira un sacco di roba, business eccetera. Che cosa si va cercando, lì? Il più delle volte, suppongo, una frettolosa scarica onanistica. Cosa che non mi scandalizza più di tanto: ci vedo una specie di stralunata cerimonia maschile, l’ossessivo ritorno a un’origine in cui trovare un po’ di requie, movimento di ritorno in cui risuona un’eco sacra. Ho letto di Jacques Lacan che per un certo periodo ha posseduto la celebre “Origine del mondo” di Courbet, e si dilettava a osservare le espressioni dei suoi ospiti di fronte all’oscenità archetipica.
L’immagine del corpo della donna è per tutti –uomini e donne- l’immagine assoluta. Quel corpo come luogo a cui tornare ciclicamente per una ri-creazione. Qualcosa che le donne possono contemplare e ritrovare in loro stesse, se lo vogliono –tante non lo vogliono e distolgono lo sguardo-, ma che per gli uomini resterà per sempre l’irriducibile altro da possedere, da prendere e continuare a perdere, una lotta che non ha mai fine. L’altrove a cui non si arriva mai. Per gli uomini è il corpo che non hanno, il corpo tout court.
Questo per dire che gridare allo scandalo serve a poco o niente. Si tratta di ben altro. Si tratta del fondamento dell’illusorietà di ogni simmetria paritaria.

(pubblicato su “io donna”- “Corriere della Sera” il 26 luglio 2008)

Archivio Luglio 16, 2008

UN RINGRAZIAMENTO

Volevo davvero ringraziare chi partecipa a questo blog -proprio nel senso di augurargli ogni genere di grazia- perché lo apro ogni mattina come uno scrigno, ci trovo tesori nascosti, mi rammarico che siano nascosti. Le persone sono ricche, voglio dire questo, e vivono come se fossero povere, come se fossero disabituate a dare e mostrare il loro meglio, visto che nessuno glielo chiede.

Mi chiedo come andrebbero le cose se invece a tutti fosse chiesto il loro meglio, se tutti fossimo interessati al meglio degli altri.

Vi pregherei anche, se possibile, di farci capire, quando scrivete, di che sesso siete. Da certi nickname non trapela. Essere donne o uomini non sono condizioni interscambiabili.

Archivio Giugno 28, 2008

SCRIVE VANESSA

“…di che ti stupisci: non volevamo la parità dei sessi, noi donne??? eccoci accontentate, più di così… si MUORE…”, scrive l’amica Vanessa a proposito di Marisa Bellisario che “è morto”.

Carina la boutade, ma una cosa seria va detta: che essere davvero pari non vuol dire poter stare al mondo, anche le donne, da uomini, ma avere pari opportunità di esistere liberamente, ognuna e ognuno secondo il sesso a cui appartiene. Non dover più diventare uomini, per essere libere, detto alla buona e in sintesi. Ma ci ho messo un libro intero per spiegare ciò che intendo.

Buon sabato a tutte e tutti. Sembra un po’ meno caldo, se Dio vuole.

Archivio Giugno 26, 2008

DARE UNA MANO AGLI UOMINI

Buongiorno a tutti! Sugli uomini: Cristiana si domanda “quando inizierà il noi due?”.  E un’altra -o altro- che non trovo più, cito a memoria, si chiede se le donne non possano dare una mano agli uomini, visto come sono messi.

In generale credo che si possa dare una mano a qualcuno solo quando lui stesso: ha riconosciuto di avere un problema; intende capirne la natura; è determinato a risolverlo. Tre condizioni irrinunciabili, che mi pare non si verifichino così facilmente nel caso di quella che grossolanamente definiamo la “crisi maschile”. Diciamo che al momento siamo fermi al primo stadio: ho un problema. Da cui consegue tutta la rabbia e tutto il dolore che vediamo e patiamo, donne e uomini insieme, anche se ciascuno per conto suo. Alla seconda domanda -che problema ho?- spesso gli uomini rispondono: il problema sei tu. Tu con la tua libertà, la tua autonomia -non posso dominarti più- e il fatto che mostri di non avere più bisogno di me, e vuoi tagliarmi fuori dalla tua vita -non sai più essermi madre-. Siamo incistati e incistate qui, mi pare.

Ma sempre sul dare una mano: anche nei rari casi in cui la domanda di aiuto viene espressa, io ci andrei molto piano. Il territorio maschile non può essere invaso. Non possono essere le donne a dire che cos’è un uomo, e che cosa diventa, privato di quello che è sempre stato il nucleo forte della sua identità, il dominio sulle donne. Le donne possono solo dire sempre meglio che cos’è una donna, praticare intensamente la propria differenza femminile. E’ solo così che la differenza maschile può delinearsi, prendendo il posto di quell’assoluto che l’uomo ha sempre ritenuto di essere.

P.S. Un pensierino sulla maturità: è sempre stata materia di brutti sogni ricorrenti, Andreina. Tocca qualcosa di molto profondo, a quanto pare. Anche se è vero: a cinquant’anni, uno si meriterebbe di fare incubi su qualcos’altro. E invece continuiamo a covare (in-cubare) quella terribile iniziazione, senza che ne nasca finalmente qualcosa di nuovo.

Archivio Giugno 25, 2008

IL PROBLEMA DEGLI UOMINI

“Se c’è un tema che ritorna in tutti i miei libri è la questione dell’identità maschile. Di questi tempi il soggetto interessante non è più la donna ma il maschio. E il problema dell’uomo è la violenza. Anche le donne possono rivelarsi violente, ma la storia dimostra che all’origine di tutti i nostri mali non ci sono certo loro”: così lo scrittore inglese Martin Amis (“L’informazione”, eccetera), intervistato da Le Nouvel Observateur.

Il problema dell’uomo è la violenza. E capire, aggiungo io, che cosa ne è di un uomo se si estirpa quel nucleo doloroso. Questo è il pensiero che oggi i maschi hanno da pensare, e nei loro modi, che probabilmente non sono quelli -il parlarsi autocosciente- delle donne.

Direi anche questo, sugli uomini e le donne di oggi: che le donne hanno la forza, e talora anche l’arroganza, di desideri forti, precisi, trainanti, e gli uomini non più. Gli uomini girano a vuoto, tra rabbia e smarrimento, e questo li rende molto umani. In “American Beauty”, film magnifico e profetico, io mi sentivo dalla parte di lui.