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esperienze, Politica Novembre 30, 2011

ARANCIONE SBIADITO

Tutto bene quel che finisce bene? Non tutto tutto, mi pare. All’assessore Stefano Boeri sono state restituite, come si immaginava, solo le deleghe a Cultura, Moda, Design. Di Expo si occuperà direttamente il sindaco con tavolo interassessorile. Da cui molti deducono che il grosso del problema era lì, e tengono gli occhi bene aperti. Spero che sia ancora possibile fare qualche deduzione, senza essere guardati come sabotatori nemici del popolo.

Tutti, questo è certo, si sono fatti male, in questa storia dai risvolti grotteschi: quell’incredibile autodafé a cui Stefano Boeri si è sottoposto, a quanto pare non c’era altra strada, la lunga serie di consultazioni per decidere se fosse ancora dignus, lo spettacolo non edificante di alcuni suoi minuscoli colleghi di giunta e di partito che si sono affrettati a rampognare, a giubilare, a “staccare spine” e a promettere: “Ora ci pensiamo noi! ora lo controlliamo noi!”. Un clima inquisitorio, sulfureo e surreale, senza che i capi di imputazione fossero poi chiarissimi; tutta questa agitazione per un po’ di indisciplina?

Arancione sbiadito.

Ma quella che si è vista con chiarezza definitiva è la forza terribile e matura della rete. Che non tace, che si fa sentire, e pesa. Che c’è sempre, e sempre di più, e non solo quando fa comodo. Prontissima a togliere quello che ha dato. A riprendersi le deleghe, diciamo così. A pretendere in cambio del consenso trasparenza e condivisione delle scelte. A depotenziare il potere: la rete non è solo un medium, è un modello politico rivoluzionario, è la piramide gerarchica che si appiattisce e perde ogni verticalità definitiva. E pensare che il digital divide è ancora molto forte: che cosa sarà, quando tutti saranno online?

Impressionante, e straordinario.

Tornando a Boeri: riammissione in quarella, come si dice in Piemonte. Sotto osservazione stretta. Il fatto è che sotto osservazione stretta, con la rete, ci sono tutti, ci siamo tutti, a questo punto dovrebbe essere chiaro. Beati i puri di cuore!

 

 

leadershit, Politica Ottobre 28, 2011

Maschio Alfa in elicottero

Tutte quelle foglie d’autunno svolazzanti, mentre l’elicottero atterra sul prato verde di Villa Erba, Cernobbio, in riva al lago di Como, in una splendida giornata ottobrina. Lo stato maggiore di Expo + ministro degli Esteri Franco Frattini è riunito lì per la tre giorni dell’International Participants Meeting. Gli ospiti stranieri osservano l’atterraggio sbigottiti e ridacchianti. Barack Obama si sarebbe fatto lasciare a Como e avrebbe preso un tassì.

Intenso odore di carburante. Gessato tortora pallido, cravatta celeste, sbarca il Governatore Commissario Roberto Formigoni. Dice che arriva dalla bassa lombarda, dove ha visitato non so cosa. Gli hanno offerto un passaggio in elicottero, e lui l’ha preso. Un’entrata alla grandissima, e un’uscita altrettanto alla grande. Se ne va per primo, mentre il ministro Frattini è ancora lì che parla. Nell’eleganza di Villa Erba Luchino Visconti è stato bambino. Si starà rivoltando nella tomba. Anche il cheap ha i suoi limiti.

Scene che dicono tutto e più di tutto. Fatti più esplicativi di mille parole. “Sono il maschio alfa”: l’essenziale da dire è tutto qui. E se non l’avete ancora capito, capitelo. L’elicottero e tutto il resto. In  tempo di crisi. Mentre si sta parlando di nutrire un pianeta affamato.

E’ il tramonto sul lago. Il Governatore rimonta sorridente sul velivolo. Si torna in città. 

Ah, dimenticavo: insieme al Maschio Alfa, sul podio e al tavolo della conferenza stampa, svariati altri maschi. Solo maschi, ci mancherebbe altro. Basterebbe questo a far dubitare di Expo.

 


esperienze, Politica Ottobre 25, 2011

Valzer d'inizio

Grande festa per Expo ieri sera a Milano, nello splendore della Sala delle Cariatidi a Palazzo Reale. C’era tutto lo stato maggiore di Expo, compreso il segretario generale del Bureau Loscertales. C’erano, elegantissimi, i rappresentanti di tutte le comunità “straniere” di Milano: e quante! C’era un ottimo buffet, del buon vino, molta allegria. E’ stato un vero valzer d’inizio.

Sono state dette molte cose importanti e interessanti: per esempio (Loscertales) che le cose sono finalmente partite dopo tre anni di immobilismo, che Expo 2015 va inteso come il percorso che darà forma alla città, destinata a diventare (Boeri) la prima grande metropoli agricola d’Europa, circondata da quella che resta una delle pianure più estese e fertili del continente, e punteggiata di orti urbani che con un bando saranno dati in gestione ai cittadini. Il sindaco Pisapia ha messo l’accento sulla necessità di coinvolgere davvero i milanesi in Expo, sottolineandone anche gli effetti sull’occupazione.

Parto però dalla cronaca mondana dell’evento perché ieri sera, per la prima volta, si è manifestata, sperimentata, vissuta e goduta la città-mondo in tutta la sua ricchezza, proprio nel senso di non-povertà. Che è stato rotto, con quel vissuto concreto, è l’immaginario migranti=poveri=disagio=pericolosità sociale. Che è stato compiuto istantaneamente un salto psicologico e simbolico, e il simbolico è importantissimo, non ha bisogno di tempo e fa subito storia.

Proprio per questo quell’elegantissimo party può essere classificato come un evento storico, e questa mi pare la cosa più importante.

p.s. La Consulta Città-Mondo, costituita dai rappresentanti delle comunità straniere, sarà un interlocutore costante nella costruzione di Expo. E’ stato anche lanciato “FuoriExpo”, costellazione di eventi in tutta la città che affiancherà l’evento ufficiale (in analogia al FuoriSalone): lo trovate online     http://fuoriexpo.orghttp://www.twitter.com/fuoriexpo  http://www.facebook.com/fuoriexpo    http://www.youtube.com/fuoriexpo 

Donne e Uomini, Politica, TEMPI MODERNI Ottobre 5, 2011

Grazie sindaco Pisapia

il sindaco pisapia incontra le milanesi, 28 settembre 2011

Con il sindaco Pisapia ho avuto qualche passaggio un po’ aspro, diciamo così, al tempo delle primarie per l’indicazione del candidato sindaco del centrosinistra. La lotta è lotta. Mi ero intignata su questa faccenda del 50/50, ero sicura che l’obiettivo era giusto e che il momento era arrivato, e ci davo dentro a più non posso.

Ma devo dire che a ogni nuova tornata di nomine -in queste ore, quelle del Pio Albergo Trivulzio-, vedendo che il sindaco quel principio lo applica con rigore e determinazione, scegliendo donne competenti e di valore, una per tutte Francesca Floriani, mi commuovo sempre di più. Oggi apprendiamo che anche il CdA dell’Università Statale, se non il 50/50 -su, un piccolo sforzo- garantirà che almeno 3 membri su 7 siano donne, in questo senso appare avviato anche il CdA dell’università Bicocca, e così via: un effetto virtuoso e a cascata, le istituzioni milanesi che una dopo l’altra rompono con il monosex. Sono felice di vivere in questa città, che mostra di avere capito.

Ringrazio di tutto cuore il sindaco Pisapia perché nel paese in cui le leggi nascono sempre insieme alla dotazione con cui aggirarle, un principio netto e intransigente come il 50/50 rischiava di dover conoscere molte eccezioni. Insomma, ci vuole quella che si chiama volontà politica, e il sindaco mostra di averla tutta. Immagino che sia per la formazione della giunta sia per le nomine nella municipalizzate Pisapia abbia dovuto tenere duro e anche dire molti no. Immagino che non sia facile, perché un alibi ricorrente della politica e del potere è che di donne “non ce ne sono”: e invece lui le scova sempre, quelle giuste per il posto giusto. E sono sicura che queste signore gli daranno molte soddisfazioni.

Resta il tema Expo, lì si risente ancora molto dell’imprinting misogino, ahinoi, di una sindaca che credeva di essere un uomo e le donne se le levava di torno, e di un governatore che con la sua giunta 15 a una la dice tutta. Speriamo che anche lì il sindaco, che è commissario straordinario, insieme all’assessore Stefano Boeri riesca a introdurre qualche cambiamento.

Ma intanto diciamo grazie, nella speranza che questo principio sia presto esteso al resto del nostro malconcio Paese, proprio allo scopo di farlo rifiorire. Ci vorrà lotta anche e soprattutto qui. E nella speranza per me stessa di non dovermi più occupare di questo, e di poter riservare tempo ed energie ad altro. Perché, onestamente, scusate, ma non ne posso proprio più…

 

Donne e Uomini, economics, Politica Ottobre 4, 2011

Expo e donne: ora vi spiego tutto

Pensavo, riguardo a Expo, al possibile paradosso che le donne dei paesi ospiti siano vere protagoniste dell’evento, e noi italiane fuori al palo. Se continuiamo così, con un tavolino dell’innovazione (sic) come quello che abbiamo visto, e giusto quelle tre cooptate, il rischio è molto concreto…

Ok, allora vediamo di capirci qualcosa, e vediamo che cosa si può fare perché le donne siano protagoniste di questa Expo che (lo dico soprattutto alle non-milanesi che guardano distrattamente alla cosa) può essere davvero una grande occasione per il nostro paese e per la sua ricostruzione. E anche per noi.

C’è un livello politico, e uno d’impresa. Per quanto riguarda il piano politico, l’auspicio e il terreno di lotta dovrebbe essere l’applicazione anche per Expo del criterio che ha guidato la formazione delle giunta e l’attribuzione degli incarichi per le municipalizzate: 50/50 o giù di lì, in ogni snodo di responsabilità. Qui gli interlocutori sono il CdA, presieduto da Diana Bracco, ma anche i commissari straordinari Giuliano Pisapia e Roberto Formigoni, e l’assessore Stefano Boeri. Su questo va aperta con loro un’interlocuzione diretta. L’Innovation Advisory Board, quello tutto-maschio il cui triste portrait ho inviato al segretario generale Loscertales -che a quanto pare non ha gradito-, appartiene a questo livello.

C’è poi un livello di impresa: 9 tavoli tematici -accoglienza, infrastrutture, energia e ambiente, credito, salute, arte e cultura, mobilità, solidarietà e no profit- organizzati dalla Camera di Commercio di Milano, “Un facilitatore di progetti” mi spiegano dal Coordinamento Tavoli per Expo “legati direttamente e indirettamente a Expo e al dopo-Expo, con l’indicazione di un metodo di lavoro condiviso e trasparente”. Anche qui, la stragrande maggioranza dei partecipanti è di sesso maschile, fatto salvo il tavolo della cultura. Mi spiegano perché, e io lo spiego a voi. A questi tavoli siedono associazioni di categoria, come Confcommercio, Confindustria, Confartigianato, e così via, e associazioni dirette come Coldiretti e altre. A queste associazioni è stato chiesto di nominare un rappresentante in posizione apicale. Purtroppo in genere amministratori delegati e presidenti sono uomini: si tratta dunque di una fotografia della situazione reale delle stanze dei bottoni, che ahinoi è esattamente questa. Va un po’ meglio per la parte non cooptata dei tavoli, che rappresenta le imprese: qui le donne sono un po’ di più. Questa parte dei tavoli è aperta. Qualunque impresa o singolo imprenditore-a o aspirante tale o professionista o intellettuale o manager o altro che abbia un progetto attinente al tema generale di Expo, può presentarlo alla Camera di Commercio   ( tavoliexpo@mi.camcom.it ). Il progetto presentato sarà valutato, riformulato nel formato condiviso, verrà valutata la sua sostenibilità economica, e se raccoglierà un buon numero di adesioni verrà approfondito da un apposito gruppo di lavoro, sarà costruito un business plan, un eventuale accesso al credito, e così via. Quindi chiunque, e lo dico in particolare alle donne, abbia un’idea di impresa, colga l’opportunità. Per quello che riguarda invece i rappresentanti di categoria, la questione è più complessa: l’auspicio è che siano le donne delle singole categorie a farsi promotrici del rinnovamento, e a premere perché a quei tavoli siano nominate delle donne. E’ sempre questione di volontà politica. I mezzi si trovano, quando la volontà esiste.

Come vedete, quindi, c’è da fare per tutte, in ogni contesto e a ogni livello. Resta da valutare l’opportunità di creare un tavolo o conferenza permanente DonnexExpo, che vigili, coordini e proponga, moltiplicando le possibilità di accesso per le donne nella loro differenza, e quindi moltiplicando le possibilità che Expo sia un vero incubatore di un nuovo modello di crescita per il Paese.

 

AMARE GLI ALTRI, ambiente, Corpo-anima, economics, esperienze Luglio 22, 2011

Io parto (però vi invito a Expop!)

 

Vi lascio per qualche giorno, care amiche e cari amici, stacco anch’io per un po’ -salvo incursioni a sorpresa-.

Ma vi faccio ugualmente un invito:

se siete a Milano, se passate da queste parti o se non abitate lontano di qui, o anche se abitate lontano ma siete dei veri fanatici -come la mia amica Donatella, milenese-umbra-, il prossimo martedì 26 giugno dalle 21 non mancate alla serata Expop, cascina Cuccagna (via Cuccagna ang. via Muratori), organizzata dall’associazione Cambiamo Città, Restiamo a Milano in collaborazione con ChiamaMilano.

“Expop, ovvero: alimentazione, internazionalità, agricoltura, salute, cultura, partecipazione, ambiente, sviluppo locale, cooperazione internazionale, innovazione. Questo è l’Expo che vogliamo, questo è l’Expo che avremo”.

Intervengono tra gli altri:

Stefano Boeri, assessore Expo Moda Cultura Design.
Carlin Petrini, fondatore Slow Food

Milly Moratti- ChiamaMilano

Eugenio Torchio, direttore Coldiretti Lombardia.
Elio, Storie Tese.

Andrea Poggio, Lega Ambiente-Expo Giusto

Moderano: Giorgia Fazzini e Mauro Mercatanti

Invitati a partecipare, oltre al sindaco Pisapia e a voi tutti:

Miriam Giovanzana – FLCG e Kuminda

Mauro Fumagalli – Intergas

Lele Pinardi – ColombaExpo Giusto

Sergio Bonriposi – Cascina Cuccagna

Pietro Lembi – Comitato Cascine

Paola Santeramo – CIA

Gianni Bottalico – Acli Milano

Emanuele Patti – Arci Milano

Emilio Battisti – Expo Diffusa

Vittorio della Toffola – Social Expo

Andrea Falappi – DAM

Mariella Borasio – consulente DAM

Roberto Magagna – Confagricoltura

Pietro Raitano – Altraeconomia

Andrea Calori – rete Urgenci

Roberto Spigarolo – Mense biologiche

Giorgio Ferraresi – ex docente Politecnico

più ospiti a sorpresa (si spera in un bel botto…) .

Seratone, quindi, e in un bellissimo posto di Milano. Quasi certamente si potrà seguire anche in streaming audio e video (date un occhio alla pagina Fb Cambiamo città. Restiamo a Milano). Ma cercate di esserci fisicamente, se potete. Portateci amici e parenti, perché Expo è veramente di tutti, è stra-pop, può costituire una straordinaria opportunità, può essere la visione della città in cui vivremo, la premonizione del Paese che diventeremo, il punto di svolta in direzione di un nuovo modello di sviluppo, di crescita-decrescita, di un altro modo di intendere il territorio, le sue energie e le sue potenzialità, il cardine del passaggio dallo sfruttamento allo scambio, dal consumo indiscriminato alla valorizzazione sensata. Ma potrebbe anche non essere tutto questo: dipende da tutti noi. E la serata in Cascina Cuccagna è l’occasione per fare già esperienza di questa dimensione, per viverla, interiorizzarla e farla essere da subito.

Insomma… un vero peccato non esserci -aereo già prenotato-, ma vi invito lo stesso: è il mio migliore auspicio per questa estate di trasformazione, faticosa ma entusiasmante come sempre le fasi di cambiamento e di svolta.

A prestissimo!

 

 

Donne e Uomini, esperienze, Politica Luglio 20, 2011

Letizia sulla via di Damasco

L’altro giorno il Consiglio comunale di Milano ha approvato un ordine del giorno che impegna il Comune a garantire la presenza del 50 per cento di donne della società civile nei consigli d’amministrazione delle società controllate. Prima firmataria, Letizia Moratti, da sempre contraria alle quote e misogina tanto quanto Alemanno, con una sola donna nella sua giunta. “Il  prototipo della cosiddetta  “donna con le palle”, tanto cara all’iconografia di una destra pronta a fabbricare mostri, pur di non fare i conti con la differenza femminile“, scrive oggi il mio amico Ivan Berni su Repubblica.

Ricorderete anche la vicenda Expo, la lettera inviata in aprile al Bureau parigino da Lorella Zanardo e da me , per segnalare che i 42 nomi indicati per i 9 tavoli tematici, con Letizia Moratti Commissario Straordinario, erano tutti di uomini, con successiva pubblica rampogna da parte del segretario Loscertales.

Il sindaco Pisapia ha detto che Moratti copia il suo programma. E che comunque l’approvazione di un simile Odg non mette affatto in difficoltà la giunta. Non so che cosa stia macchinando Letizia. Certo, la sua misoginia le è costata cara, la sua incapacità di entrare in relazione con le donne della città ha comportato un prezzo salato. Forse sta solo dando una rinfrescata alla sua immagine affaticata da questa assurda resistenza al femminile, il suo e quello delle altre.

A me piace pensare che abbia capito, e che ci stia provando davvero. Una folgorazione sulla via di Damasco. Anche perché gli uomini, per cui lei è stata una pari -o uno strumento- finché tutto è andato bene, l’hanno rapidamente scaricata al minimo cambio di vento. Umberto Bossi, chic come sempre, aveva dichiarato: “L’avevo detto al Silvio che le donne non si portano in politica, ma da un’altra parte“.

L’ho incontrata per un dibattito tv un paio di giorni prima della sua sconfitta. Era stanca, stranita, sembrava sedata. Nella sua disperazione ho intravisto una ricerca di un contatto empatico con me, gli indizi di una tardiva consapevolezza. Può essere.

Prima o poi, alla prima “musata”, capita a tutte quelle che per sentirsi libere e forti cercano di dimenticare e di far dimenticare di essere nate donne.

 

 

Donne e Uomini, economics, Politica Maggio 6, 2011

MACHO-EXPO: PARIGI RISPONDE!

Per guai tecnici, vedo solo ora la risposta del Bureau International des Expositions di Parigi alla lettera inviata da me e Lorella Zanardo per denunciare la mancanza di donne nei tavoli tematici.

Eccola:

Madame,

J’ai l’honneur d’accuser réception de votre message du 21 avril dont je vous remercie. Comme vous j’ai été très surpris en apprenant que dans les tables rondes dont vous faites mention tous les intervenants étaient des hommes.

Nous avons contacté les Organisateurs de l’EXPO 2015,
dont nous connaissons l’intérêt qu’ils portent à la participation des femmes, pour leur faire part de notre étonnement et leur demander des renseignements sur les tables rondes susmentionnées et le cas échéant de prendre des mesures pour assurer la présence de femmes dans ces évènements.

Depuis, nous avons appris que non seulement quelques femmes étaient effectivement intégrées dans ces tables rondes et que la Commissaire Générale de l’exposition a d’ores et déjà pris des mesures pour assurer une meilleure représentation de femmes au sein des groupes de discussion.

Je saisis cette occasion pour également vous rassurer quant à l’importance accordée par le BIE à la représentativité de toute la société civile au sein d’une Expo dont les valeurs essentielles sont l’universalité et l’éducation. Ces valeurs constituent la raison d’être de toute Expo.

Notre rôle et notre tradition nous engagent à continuer à œuvrer afin d’assurer que la diversité des acteurs sociaux soit mise en valeur à travers des formes d’engagement concret et spécifique tout au long du processus de préparation du projet jusqu’à sa mise en œuvre pratique et au delà. C’est pourquoi, nous sommes en contact régulier et étroit avec les Organisateurs de l’EXPO 2015 de façon à travailler ensemble à la mise en œuvre d’un projet véritablement universel.

Vous remerciant de votre attention, je vous prie d’agréer, Madame, mes salutations distinguées.

Vicente Gonzalez Loscertales

Secrétaire Général du Bureau International des Expositions

Letizia Moratti spazzolata a dovere.

Corpo-anima, Politica Gennaio 22, 2010

MANDATECI GREENPEACE

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Ieri mattina, tra le 7.30 e le 8, in viaggio verso Varese, su una navetta che doveva portarmi da quelle parti per una giornata di lavoro. Adesso quasi mi dispiace di aver contribuito per una volta a quella prova generale dell’Apocalisse, anche se io la macchina non la prendo mai. Sulla corsia opposta, in direzione Milano, una fiumana impressionante di auto in una lenta colonna, i fari che fendevano quell’aerosol gelato di bruma e veleno, 9 su 10 con un solo passeggero a bordo. Meglio tenere i finestrini chiusi, per poter respirare. E’ la follia quotidiana che io ho la fortuna di non vedere mai. Solo di respirare, come tutti. Che vi sia o meno una correlazione positiva tra inquinamento e leucemie, forme infantili comprese, la catastrofe è sotto gli occhi e nelle narici di tutti. Chi prende volonterosamente il treno per venire in città dice che dal debutto dell’Alta velocità in poi i collegamenti, già insufficienti, sono ancora più precari, e i ritardi più cospicui e frequenti.

Forse ci vorrebbe una class action contro tutte le istituzioni responsabili dell’assenza di una politica ambientale. Forse si dovrebbe chiedere il congelamento di Expo almeno fino a che non saranno state adottate misure efficaci e di elementare buon senso, come la limitazione severa del traffico privato e un forte investimento sui trasporti pubblici. Forse ci vorrebbe Greenpeace a bloccare le strade. E in cima alla lista di domande da porre a chiunque si candidi e a qualunque livello a ricoprire una carica pubblica, dovrebbe esserci sempre e solo questa: “Che cosa intende fare per l’ambiente?“.

Politica Novembre 26, 2009

AIUTATECI

smog

Vi scrivo da Milano, la città più inquinata d’Europa. Aiutateci, fratelli italiani. Un po’ di solidarietà. Non c’è alcun bisogno di rilevatori degli inquinanti atmosferici. Quando veleni e polveri superano i limiti “accettabili” io me ne accorgo dalla puzza, la mattina quando spalanco le finestre, da quell’inconfondibile bruciorino dietro lo sterno, dal grigiore del colorito, dal respiro che si adatta in automatico, restando superficiale e ansioso, dall’istinto di fuggire via dai viali a grande scorrimento e camminare per laterali e traverse, dallo struggente desiderio di scappare in campagna o al mare, dove istantaneamente, il  respiro torna profondo, addominale e quieto.

Dei diecimila decessi medi annui in città, almeno 140 sono riconducibili a fattori ambientali. Ogni mattina è una fiumana di auto -un veicolo/un passeggero- che da tutta la regione arrivano a intasare la città. Lo shopping del sabato pomeriggio è inconcepibile senza auto. La situazione è davvero drammatica, l’Ecopass non è servito a nulla, se non a intasare gli uffici pubblici di ricorsi, e le richieste degli ambientalisti sono inconcepibilmente timide: sconti sui biglietti Atm sotto Natale, voucher mobilità, blocchi mirati nelle ore critiche.

La città va chiusa al traffico privato: non c’è altro da fare. L’emergenza chiede risposte emergenziali. L’uso dell’auto dev’essere consentito solo in via eccezionale. Nessun veicolo deve potersi mettere in movimento con meno di 3-4 passeggeri. L’accesso in città deve diventare carissimo. I commercianti non devono rompere le scatole per i loro profitti privati. L’investimento sui mezzi pubblici dev’essere deciso e generoso. I tassisti devono consentire l’aumento di licenze e concordare tariffe accettabili, come succede nel resto del mondo. Le piste ciclabili devono essere realizzate rapidamente e senza ulteriori rinvii. Ognuno deve fare la sua parte: chi usa l’auto come una protesi, rifiutandosi di muovere un passo -e poi magari paga salato per andare a correre come un idiota sui tapis roulant in palestra-, e chi si è assunto la responsabilità di governare la città: se ha voluto questa bicicletta, come si dice da queste parti, che pedali vigorosamente, e prenda in fretta delle decisioni, popolari o impopolari che siano. Basta con i palliativi e le mediazioni al ribasso.

Di fare la sindaca alla signora Moratti non l’ha ordinato il medico, ma solo la sua ambizione a fare politica e governare. Ebbene, che lo faccia sul serio, riorganizzando la sua agenda secondo le priorità reali: la salute, prima di tutto, su questo converrà chiunque. E che lo faccia con il piglio decisionista che le è riconosciuto. Non è secondario, su che cosa si decida.  Io non so come possa uscire di casa la mattina, respirando gas e polveri, e a rientrarci serenamente la sera, la situazione che si aggrava di ora in ora. Non conosco una sola padrona di casa che accetterebbe il prolungarsi di una situazione simile. Si faccia prenotare i voli per le varie metropoli del mondo, vada a respirare un po’ di aria fresca a Parigi, Londra, New York,Si è perso già abbastanza tempo per l’Expo. C’è ben altro, adesso, di cui occuparsi. Senza paura, e senza più indugi. Chieda ai suoi pari che cosa hanno fatto e importi rapidamente le soluzioni più efficaci.