L’altro giorno il Consiglio comunale di Milano ha approvato un ordine del giorno che impegna il Comune a garantire la presenza del 50 per cento di donne della società civile nei consigli d’amministrazione delle società controllate. Prima firmataria, Letizia Moratti, da sempre contraria alle quote e misogina tanto quanto Alemanno, con una sola donna nella sua giunta. “Il  prototipo della cosiddetta  “donna con le palle”, tanto cara all’iconografia di una destra pronta a fabbricare mostri, pur di non fare i conti con la differenza femminile“, scrive oggi il mio amico Ivan Berni su Repubblica.

Ricorderete anche la vicenda Expo, la lettera inviata in aprile al Bureau parigino da Lorella Zanardo e da me , per segnalare che i 42 nomi indicati per i 9 tavoli tematici, con Letizia Moratti Commissario Straordinario, erano tutti di uomini, con successiva pubblica rampogna da parte del segretario Loscertales.

Il sindaco Pisapia ha detto che Moratti copia il suo programma. E che comunque l’approvazione di un simile Odg non mette affatto in difficoltà la giunta. Non so che cosa stia macchinando Letizia. Certo, la sua misoginia le è costata cara, la sua incapacità di entrare in relazione con le donne della città ha comportato un prezzo salato. Forse sta solo dando una rinfrescata alla sua immagine affaticata da questa assurda resistenza al femminile, il suo e quello delle altre.

A me piace pensare che abbia capito, e che ci stia provando davvero. Una folgorazione sulla via di Damasco. Anche perché gli uomini, per cui lei è stata una pari -o uno strumento- finché tutto è andato bene, l’hanno rapidamente scaricata al minimo cambio di vento. Umberto Bossi, chic come sempre, aveva dichiarato: “L’avevo detto al Silvio che le donne non si portano in politica, ma da un’altra parte“.

L’ho incontrata per un dibattito tv un paio di giorni prima della sua sconfitta. Era stanca, stranita, sembrava sedata. Nella sua disperazione ho intravisto una ricerca di un contatto empatico con me, gli indizi di una tardiva consapevolezza. Può essere.

Prima o poi, alla prima “musata”, capita a tutte quelle che per sentirsi libere e forti cercano di dimenticare e di far dimenticare di essere nate donne.

 

 

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