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Politica, TEMPI MODERNI Giugno 5, 2009

MAMA AFRICA

Il presidente Silvio Berlusconi ieri ha detto che Milano “sembra una città africana”. Che strano: a me sembra New York, Londra, Parigi.

Il presidente Barack Obama ieri ha detto che è cristiano, “ma mio padre era originario di una famiglia del Kenya della quale avevano fatto parte generazioni intere di musulmani. Da bambino ho trascorso svariati anni in Indonesia, e ascoltavo al sorgere del sole e al calare delle tenebre la chiamata dell’azaan”.

Anche Washington “sembra una città africana”, con quel ragazzo alla Casa Bianca.

C’è molta Africa, oggi, sulle prime pagine dei giornali.

Politica, TEMPI MODERNI Maggio 26, 2009

MEMO

Ricordarsi di bere tanta acqua, con questo caldo: più si è avanti con gli anni, meno si sente la sete. Rischio di disidratazione e di coliche renali.

Ricordarsi che non siamo un paese normale, non lo siamo mai stati e verosimilmente non lo saremo mai: se anche il premier dichiarasse che sì, in fondo una cottarella per Noemi se l’è presa, e un bacetto ci è pure scappato (Gesù…), che qualche bugia l’ha raccontata, la cosa probabilmente non sposterebbe un voto.

Ricordarsi che se la Chiesa dovesse prendere partito, se i vescovi mettessero davvero i piedi in questo gustoso piatto, se pretendessero davvero fino in fondo dal premier fimminaro quella “sobrietà” che si aspettano da ogni buon cristiano, se sanzionassero la sua condotta, allora sì, forse qualche voto si sposterebbe.

Ricordarsi che quando il consenso è così incredibilmente unanime e imperturbabile, il redde rationem può arrivare magari non subito, ma all’improvviso, per una qualunque causa occasionale, ben più insignificante della piccola Noemi; che la sorte può repentinamente mutare, e quindi non c’è da stare troppo tranquilli.

Donne e Uomini, Politica Maggio 14, 2009

CAMBIARE STRADA

In questo blog e anche nella vita mi arrabbio spesso con l’antiberlusconismo ossessivo. Perché mi è sempre apparso, fin dal principio, una sorta di contro-culto della personalità che non avrebbe affatto giovato all’opposizione, e anzi ci avrebbe condotto a un berluscocentrismo tale che oggi i più giovani non riescono più neppure a immaginare la politica italiana senza Berlusconi, né a concepire la dialettica democratica come fondamentale per la democrazia. Non ci sono più un governo e un’opposizione, c’è Berlusconi che “vuole lavorare”, e un manipolo di rompicoglioni che gli mette i bastoni tra le ruote. Le cose vengono lette in questo modo.

Il problema, per me, non è la legittimità di questa che io definisco un’ossessione, ma la sua efficacia politica. E mi pare di poter dire, vista la situazione, che la cosa non ha funzionato affatto, e non funzionerà. Si tratta perciò di cambiare sguardo e strategia. E’ in questo che invito me stessa e tutti a esercitarci.

Per quello che mi riguarda, traggo spunti e forza dalla politica delle donne: che, detto in sintesi e malamente, hanno sempre dovuto fare con quel poco o niente che avevano, dando valore a questo poco, e non avendo in apparenza nessuna possibilità politica, essendo state da sempre tenute fuori dalla polis e schiacciate sotto il tallone dagli uomini. Eppure hanno fatto, hanno guadagnato libertà, la polis sono riuscite a cambiarla in modo formidabile, la politica l’hanno fatta lo stesso, creando occasioni per sé stesse e per tutti.

Ecco: chi oggi non si riconosce in questa maggioranza politica, nel modo in cui opera e legifera -per esempio, nelle gravi decisioni di queste ore sulla questione dei migranti- sembra avere poche possibilità “politiche” di esprimere il proprio punto di vista e di influenzare queste decisioni. Come le donne, deve cavarsela con quel poco, pochissimo, con quel nulla che ha. Dalla politica delle donne, che sono state maestre in questo, e dalle sue pratiche ha da imparare.

La prima cosa da imparare, a me pare, e di qui convincersi, è che le possibilità ci sono anche quando l’orizzonte appare chiuso, e che queste possibilità le abbiamo vicine, a portata di mano, nei nostri gesti quotidiani, nel qui e ora della nostra vita di ogni giorno, nella disubbidienza del cuore a quello che non sentiamo giusto, nella libertà di essere da subito quel mondo in cui vorremmo vivere.

Se qualcuno ha idee migliori, che le dica.

Donne e Uomini, Politica Maggio 7, 2009

E I VELINI?

Il bubbone delle veline “politiche” è esploso. Bene. L’ha fatto esplodere proprio la moglie del Presidente del Consiglio dei Ministri, il che pare una pochade, e invece è tutto vero. E Dio la benedica per questo. Quello che è capitato ha dimostrato che perfino una moglie di presidente del consiglio può più della politica tutta quanta insieme. Bene.

Abbiamo definitivamente capito che la politica e lo show sono settori contigui ed equivalenti: il che la dice lunga sul potere dello spettacolo o sullo scadimento della politica -vedete voi-. Questo è particolarmente vero nel nostro paese, dove il presidente del Consiglio controlla una parte cospicua dell’informazione, ma forse la cosa vale per la politica di tutto il mondo. Ok. Io ne deduco soprattutto che la politica è al suo scadimento definitivo: lo sapevo già, ma la prova è lampante. Perfetto.

Mi dico però: e i velini? E quella schiera di giovani portaborse maschi, trophy young, figli, nipoti, e figli degli amici, generi, cognati e via dicendo, cooptati nella politica dove, salvo eccezioni, non disturberanno affatto il manovratore, al quale dovranno mostrare gratitudine imperitura? Perché non parlare anche di costoro -l’altra faccia della cooptazione familistica e antimeritocratica-, a cui peraltro non viene nemmeno richiesto, o almeno non prioritariamente, di essere bellini?

Insomma, che cosa si dovrebbe fare? Garantire pari opportunità allo scandalo, parlare anche di questi maschietti arrampicatori e mediocri, oppure trarre un giudizio definitivo sulla nostra politica rappresentativa e voltarsi da un’altra parte e investire diversamente le proprie energie per vedere se si riesce a inventare qualcosa di meglio, fiduciosi nel fatto che quando il peggio dà il suo peggio vuol dire che è agli sgoccioli, e siamo semplicemente al colpo di coda? Io propendo per il secondo orientamento.

Donne e Uomini, Politica Aprile 29, 2009

VERONICA LA POLITICA

Veronica dice, quanto alle voci di veline, letterine e letteronze candidate dal Pdl, che si tratta di “ciarpame senza pudore. Una cosa contro le donne”. Veronica non si preoccupa di essere politicamente corretta o di nuocere al marito, e non si arrampica in distinguo. Dice la sua verità, come una regina ferita, parla di “sfrontatezza e mancanza di ritegno del potere che offende la credibilità di tutte”. Veronica sa come far abbassare le orecchie a suo marito e ricondurlo a ragione. Veronica non è una rappresentante eletta, eppure sa rappresentare benissimo un sentimento mortificato e diffuso.

Veronica è più politica delle mille politiche, belle e brutte, che si arrabattano inutilmente nelle istituzioni senza lasciare alcun segno.

Politica Marzo 9, 2009

DI DESTRA? CHI, IO?

Oggi dibattito autorizzato su uno dei vostri argomenti preferiti: Silvio Berlusconi! Il quale, in un’intervista al quotidiano spagnolo El Mundo in edicola stamattina, sostiene:

“Io non sono un uomo di destra. La ragione del consenso di cui godo nel Paese è che le vecchie ideologie non contano più. Chi si ostina a farsene portavoce viene punito dal voto”.

In un altro passaggio il premier risponde ad una domanda dell’intervistatore sulle critiche che gli vengono rivolte per non aver pronunciato parole “sufficientemente chiare e nette di condanna del ventennio fascista”. “Nessuno -sottolinea il presidente del Consiglio- può pensare che io abbia reticenze riguardo al fascismo e per la verità non mi risultano le critiche a cui lei fa riferimento”.

“Il partito di cui sono il leader -ricorda Berlusconi- si chiama Popolo della Libertà e fa parte della grande famiglia della democrazia e della libertà che è il partito dei popolari europei. Mi riconosco in pieno nei principi della nostra Costituzione repubblicana e li ho difesi in più occasioni. La stessa Costituzione prevede le procedure di modifica per il suo adeguamento alle nuove esigenze dei tempi”.

“Piuttosto, non mi appassiona il dibattito sul passato. Gli italiani devono guardare avanti. Per troppo tempo -conclude Berlusconi- in Italia siamo rimasti chiusi dentro una gabbia culturale, in una contrapposizione anacronistica tra fascismo e antifascismo”.

Bene, si aprono le danze. Buona settimana.

Politica Febbraio 19, 2009

BERLUSCONIMANIAC

Nell’ultimo post ho cercato di parlare del Pd, e siamo finiti a parlare di Berlusconi. Al solito. Il Pd si è disfatto da sé, senza alcun bisogno di Berlusconi. Ci sarebbe molto da dire a riguardo. Ma molti non intendono parlare d’altro che di Berlusconi, ossessivamente, continuando a girare intorno al palo come un cane alla catena.

E’ una forma di prigionia mentale. E “il rifugio nella sfera onirica della guerra totale contro il nemico”, come scrive Pierluigi Battista nel suo bell’editoriale sul Corriere di oggi: da leggere assolutamente. Un lettore mi dà sprezzantemente e costantemente dell’anima bella. E’ lui, il solo geniale stratega. Anche Pigi Battista probabilmente è un’anima bella. Chiunque non si limiti a parlare del Caimano, testimoniandogli incessantemente la sua fede, sedotto dai suoi successi, è semplicemente un’anima bella e dormiente. Un’ossessione che come è ampiamente dimostrato non porta da nessuna parte, ma tant’è: chiunque vi si sottragga è un ingenuo o un traditore.

Possiamo anche pensare che tutti i problemi siano riconducibili a Berlusconi, il Grande Seduttore. Personalmente, non gli do tutto questo potere sulla mia vita, né sul resto. Sarebbe farla molto semplice. Almeno nel caso del Pd dovremmo convenire che i problemi vanno ascritti ad altro e ad altri. E invece no.

Il risultato di questa ossessione, che somiglia molto a una formidabile e pericolosa attrazione, è la paralisi. Berlusconi è un presidente del consiglio eletto dalla maggioranza del paese, e come si è visto dalle elezioni in Sardegna, il consenso nei suoi riguardi non è affatto in declino. L’opposizione invece è alla disfatta. Ma noi non perdiamo tempo ad analizzare le ragioni della débacle. Per carità. Ci mancherebbe. Non possiamo distrarci neanche un minuto. Dobbiamo parlare di Berlusconi.

Donne e Uomini Gennaio 28, 2009

DONNE E SOLDATI

Da Facebook, una deliziosa lettera al presidente Berlusconi da parte della deputata Pd Anna Paola Concia, e alcune delle risposte:

“Presidente Berlusconi,
siamo sommerse da messaggi elettronici di donne di entrambi gli schieramenti che concordano con la sua geniale e innovativa proposta antistupro: un militare per ogni donna italiana. Molte non vogliono più uscire di casa senza il loro militare, mentre altre non vogliono più entrarci e questo perché, come Lei ben sa, gran parte delle violenze avviene in famiglia. La preghiamo quindi di dar seguito, il più presto possibile e con il pragmatismo che La contraddistingue, a questa sua idea. Abbiamo qui alcuni suggerimenti, e glieli sottoponiamo. Il primo: creare un Catalogo elettronico di tutti i militari italiani nel quale appaia una foto in divisa e dove siano indicati corpo, arma, grado, anni di servizio e altri dettagli che, ogni militare, potrà inserire a piacere. In questo modo la donna italiana che ne sceglie uno non si ritroverà un marinaio quando abita in montagna e avrebbe bisogno di un alpino che, in cambio della mezza pensione, le spacca la legna e la aiuta a farsi capire dai muli o magari un piccoletto biondo e depilato quando li preferisce bruni e pelosi. Restano alcuni problemi da risolvere. Innanzitutto quello dell’orientamento sessuale: ci sono molte lesbiche che preferirebbero una donna militare e anche a questo si deve provvedere senza discriminazioni. E poi molte cittadine italiane all’estero domandano entusiaste se potrebbero essere scortate da militari delle forze alleate e alcune propongono anche di inserire nel Catalogo vigili urbani, pompieri, e guardie forestali. E poi: le forze straniere di stanza in Italia accetterebbero di far parte del Catalogo? Che ne dice il Ministro La Russa, che conosce bene le donne?”

Dibattito:

Ehm… lui però si riferiva alle “belle donne”… a quelle bruttine, che gli spetta? Un vigilantes o un militare in congedo?

Io rinuncio pure al militare, mi accontento di un surfista.

Non dimenticate che potreste risolvere due grandi problemi, sicurezza e lavoro, sposando uno dei suoi figli. Ma solo se siete belline, sennò addio.

Vorrei un corazziere di 28 anni.

Meglio una squadra di Rugby…almeno dopo si mangia.

Politica Dicembre 5, 2008

GLI AMMAZZABLOG

Non che di questi tempacci sia il problema numero uno, ma vi segnalo, nel caso vi fosse sfuggita, l’intenzione del presidente del Consiglio Berlusconi di porre all’attenzione del prossimo G8 di gennaio la proposta di regolamentazione di Internet, secondo alcuni con lo scopo principale di tutelare la proprietà intellettuale (vedi scambio di musica e film). C’è anche un disegno di legge a firma del Pd Ricardo Franco Levi, attualmente già in discussione in Commissione Cultura della Camera, di cui ho riferito in una mia rubrica su Io donna che vi ripropongo a seguire:

“Certo che Walter Veltroni è proprio strano. Gli piacerebbe -e a chi non piacerebbe?- diventare per il nostro paesello quello che Barack Obama rappresenta per gli Stati Uniti e per il mondo, ovvero l’uomo-che-ci-porterà-fuori-di-qui, in un altrove un po’ più confortevole, e a poche settimane da quello storico 4 novembre sembra aver già dimenticato che Mr President è diventato Mr President con il decisivo sostegno di quel popolo della rete a cui ha rivolto il suo primo ringraziamento, ancora prima di parlare alla mistica folla di Chicago, e a cui continua a rivolgersi in via privilegiata con i suoi “discorsi del caminetto” online.
E lui, invece, o meglio Ricardo Franco Levi, che è uno dei suoi, che cosa fa? Ritira fuori dal cassetto l’idea di una legge, già Levi-Prodi, di stretta regolamentazione dei blog, con obbligo di iscrizione al Registro degli operatori di comunicazione, pena la denuncia per stampa clandestina, e con estensione anche ai blog del reato di stampa. Contro il disegno di legge ammazzablog, che a quanto si dice in rete –io non me ne intendo- non avrebbe uguali al mondo, si stanno mobilitando i blogger italiani.
Non entro nel dettaglio, che lascio ai più ferrati, ma mi domando: visti l’abbondanza di guai in cui navighiamo -non c’è che l’imbarazzo della scelta- è davvero così urgente legiferare in questa materia? E’ una bizza di Levi, che si era affezionato al suo giocattolo e non si rassegna a buttarlo nel cestino, o si tratta della strampalata strategia del Pd in tema di comunicazione? E poi: non è suicida mettersi contro il popolo della rete? sia in senso tattico, intendo, che strategico. Tattico perché, potendo contare la maggioranza di centrodestra su un bel po’ di tv e di giornali, anche se tu ti sei fatto Youdem -e va be’…- la rete potrebbe venirti molto buona. Strategico perché l’Italia è tra i paesi meno online del mondo, cosa non indifferente per lo sviluppo, e se tu costringi anche quei quattro blogger a fuggire all’estero –la rete non ha confini-, peggio dell’Iran, non fai certo un servizio al paese. Insomma: che cosa diavolo gli è venuto in mente?”.

Secondo Andrea Rossetti, docente di Informatica Giuridica alla Bicocca di Milano, sentito a riguardo dal quotidiano La Stampa, «in linea di principio non può essere negato il diritto soggettivo dei cittadini di accedere alla rete. Per di più anche gli Internet server provider in Italia non possono già per legge (decreto 70 del 2003) essere responsabilizzati sui contenuti pubblicati». Inoltre, continua Rossetti, «nel caso il premier dovrebbe considerare anche l’impegno economico che comporta l’attività di controllo. Non so quanti Internet server provider in Italia sarebbero contenti di accollarsi i costi non indifferenti di dover fare i poliziotti dei loro utenti».

Così, per tenervi informati. E vedere che effetto vi fa.