Browsing Tag

berlusconi

Politica, TEMPI MODERNI Marzo 7, 2010

GLI INDIFFERENTI (O DEL GRISSINO)

Gli indifferenti, opera di Leonardo Roperti

Gli indifferenti, opera di Leonardo Roperti

Ero a Ferrara, ieri, e mi sono imbattuta per caso in un comizio di Antonio Di Pietro, proprio poche ore dope il decreto salva-liste. Mi ha stupito che nella sua orazione non abbia fatto ricorso all’espediente retorico del Savonarola, che è ferrarese illustre e terribile, e la cui statua, in postura minacciosa, si ergeva proprio lì, a pochi metri. Quello che pensa Di Pietro lo sapete. La piazza era abbastanza piena, la mattinata splendente e gelida, i ferraresi correvano e sbiciclettavano su e giù per le viuzze medievali.

Qualunque cosa si pensi del decreto, della decisione del presidente Napolitano, della “brutalità” -qualcuno l’ha definita così- del premier Berlusconi nei suoi riguardi, questo è certo: a farci domande siamo in pochi. Per i più quello che è capitato è solo una delle tante cose che capitano nell’iperuranio della politica, così lontana dai problemi della vita, e a cui non vale la pena di prestare troppa attenzione, tanto non ci si può fare nulla (ammesso che qualcosa si voglia fare). Ma anche le reazioni dei più attivi in questa circostanza mi sono sembrate insolitamente flebili, e come spaventate.

Mi sono domandata, passeggiando imbacuccata per Ferrara, che cosa potrebbe scuotere questa mesta indifferenza. Di che cosa ci sarebbe bisogno perché i nostri concittadini, in qualunque modo la pensino, mostrassero anzitutto di pensare “è affar mio”?

Politica Dicembre 18, 2009

LA GUERRA FINTA

la battaglia

Mi ha molto colpito quello che ha scritto Luigi La Spina, editorialista di La Stampa. Ve lo propongo per una riflessione.

In Italia non è vero che ci siano due schieramenti in una lotta all’ultimo sangue tra di loro. i.Questo scontro binario, sia nel Paese sia in Parlamento, riguarda solo il giudizio su Berlusconi. Il vero confronto politico è tra due destre e due sinistre e la sorte della nostra nazione sarà affidata all’esito di questa partita a quattro. Al di là delle questioni personali e delle dispute giornalistiche, nel centrodestra, tra la concezione di Fini e quella dei pasdaran di Berlusconi non sono possibili mediazioni. Così, si va acuendo l’impossibilità di una alleanza, nell’opposizione, tra il gruppo egemonizzato da Di Pietro, con l’appoggio dell’estremismo antiberlusconiano movimentista, e l’asse Bersani-Casini-Rutelli. Ecco perché sul merito delle questioni che davvero interessano gli italiani, quelle che non riguardano le fortune politico-aziendal-processuali del premier, alle Camere esiste una maggioranza trasversale di posizioni che sostanzialmente condivide l’analisi sui difetti del nostro sistema politico, economico e sociale. Ma condivide anche le terapie per cominciare a modificarlo, anche perché quasi tutti gli esperti internazionali che guardano ai problemi italiani suggeriscono le stesse fondamentali ricette…. La maggioranza dei cittadini italiani, quella che non agita bandiere e bastoni nelle piazze, che non urla slogan pro o contro Berlusconi via Internet, che fatica a vivere con lo stipendio o con la cassa integrazione, che si batte per tenere aperto un negozio, un ufficio, una piccola o media azienda è tutt’altro che spaccata nel giudizio sulle vere riforme da approvare. Anche il Parlamento sarebbe sostanzialmente d’accordo a vararle, ma sia il paese sia la nostra classe politica sono prigionieri. In ostaggio di due minoranze fanatiche ed estremiste che costringono l’Italia all’impotenza.”

Vi metto qui anche Umberto Galimberti, ieri sera ad Anno Zero, che è in tema.

AMARE GLI ALTRI, Politica Dicembre 15, 2009

LETTERA AI POLITICI (TUTTI)

Lettera-1

Quando ci troviamo di fronte a qualcosa che va male quello che possiamo fare è stare lì ostinatamente a cercare di torcerlo verso il bene. Perché ogni circostanza, perfino la più nera delle circostanze, contiene un bene che va scovato e aiutato. Ce lo insegna tra i molti santi quella santa ragazza che fu Etty Hillesum, che prima di morire ad Auschwitz riuscì a trovare il filo del bene perfino a Westerbork, campo di detenzione nazista. A quel male che si presentava come assoluto, in cui la speranza non trovava punti di appiglio, lei non volle sottrarsi, pur potendolo fare. Etty diceva che si doveva stare al cospetto di quel male perché Dio andava aiutato e il bene aveva bisogno di tutta la nostra attenzione.
Il male che oggi vediamo in azione è infinitamente più piccolo e l’operazione è molto meno ardua. Si tratta semplicemente di voler cogliere in quello che sta capitando -mi riferisco all’aggressione al Presidente del Consiglio, all’immagine di quel vecchio uomo ferito e sanguinante, stanco come tutti vecchi uomini-, il baluginare di un’opportunità provvidenziale. Dico provvidenziale proprio perché potrebbe venircene un gran bene, che è quello di arrendersi all’intelligenza della pace e di liberare il conflitto politico da quell’assurdo che è l’odio, che quando entra in campo, come un mostro insaziabile, chiede attenzione esclusiva e divora tutto quello che trova.
I negoziatori più illuminati dicono che quello che conta per fare la pace, ben più che qualunque tavolo, è il fatto di tenerla ben presente in ogni istante, come priorità assoluta in tutte le cose che facciamo, qui e ora, immediatamente e senza rinvii. Allora la pace diventa un bene da subito disponibile e fa il miracolo di moltiplicarsi e propagarsi. La pace non ha bisogno dello scandaglio della ragione, di pesi e bilancini, dell’inventario del male fatto e subito, ma unicamente dello slancio della fede, o dell’abbandono vigile alla fede. Come insegna il Mahatma Gandhi, “essendo la non violenza la più potente forza del mondo e anche la più sfuggente nel suo meccanismo, richiederà il massimo della fede. Proprio come crediamo in Dio per fede, così dovremmo credere per fede anche nella non violenza”.
Le politiche e i politici di buona volontà hanno a disposizione questa opportunità da subito, possono praticare la pace da subito, senza se e senza ma. Non è semplicemente questione di abbassare i toni. Si tratta di elevare la speranza, il più nobile tra i compiti della politica. Di fare propaganda al bene. Di vedere quello che va, e di aprirgli la strada.
Con l’auspicio che anche questa lettera, non solo le parole dei propagatori di odio, trovi i suoi fan. A cominciare dagli amici politici.

Donne e Uomini, Politica Ottobre 9, 2009

NOT AT YOUR DISPOSAL

Mara Carfagna e Silvio Berlusconi alla Camera 14 maggio 2008

Credo che in inglese si dica così: non a tua disposizione. L’ho pensato in inglese perché ho fantasticato che tutte quante potessimo andarcene in giro per le nostre città indossando una maglia con questa scritta -se fossi un produttore di magliette mi metterei subito al lavoro: la prima tocca a me!- e la notizia farebbe il giro del mondo.

Non è necessario essere “di sinistra”, diciamo così, per infilarsene una. Anche un’elettrice di centrodestra potrebbe e anzi dovrebbe avere voglia di mettere i puntini sulle i, con il suo leader. La ministra per le Pari Opportunità dovrebbe farsi velocemente sentire. Si nasce prima donne e uomini che di destra e di sinistra. Non c’è nessun bisogno di tutto questo amore senza condizioni. Non è necessario essere a disposizione del capo. Le poche fedelissime avranno il loro tornaconto. Nemmeno sua moglie si è sentita tenuta a questo. E se qualcuno aveva dei dubbi sulla politicità del gesto di Veronica, guardi che cosa ha provocato in pochi mesi.

Not at your disposal, se si dice così. E anche gli uomini di buona volontà dovrebbero mostrare la loro indignazione. Il silenzio maschile, l’altra sera a Porta a Porta, è stato indecoroso.

Donne e Uomini, Politica Ottobre 8, 2009

UNA DONNA NON A SUA DISPOSIZIONE

Berlusconi: Onorevole Bindi, lei è più bella che intelligente (traduzione: sei perfino più cretina che cesso).

Bindi: Sono una donna non a sua disposizione.

(Castelli, in sottofondo: Non avevamo dubbi…).

Nemmeno noi ne avevamo. Le elettrici del centrodestra abbiano ben chiaro che per almeno alcuni dei suoi autorevoli esponenti per essere ammesse nel monosex della politica si deve essere sessualmente attraenti e disponibili. Si regolino di conseguenza.

Politica Ottobre 7, 2009

DE BELLO GALLICO

asterix

Bossi ha promesso che avrebbe scatenato il popolo, in caso di bocciatura del lodo Alfano: “In fondo siamo Galli”.

Il lodo Alfano è stato bocciato, e Berlusconi ha detto che la Corte Costituzionale è di sinistra, e che il Capo dello Stato “si sa da che parte sta“.

Già si sente il clangore di spade e armature di Asterix e Obelix.

Si apre il dibattito.

Politica Luglio 25, 2009

PENSIERO LATERALE

pietro barbera "giano bifronte"

pietro barbera giano bifronte

Ho ascoltato, come centinaia di migliaia di altri, le intercettazioni Berlusconi-D’Addario sul sito dell’Espresso. E posso dirvi che cosa mi ha colpito? Che il Presidente, prima di profferire i suoi “consigli” affettuosamente e paternamente osceni (dovresti toccarti, e così via), premettesse di regola un beneducato “se mi permetti…“. Il vecchio caro “mi consenta”, per capirci. Lo dice un paio di volte, e mi dà l’idea di un anziano signore che alla forma -non solo quella fisica- nonostante tutto ci tiene.

Politica Luglio 4, 2009

FOTO CON DEDICA

A tutti i berlusconimaniac dedico questa struggente immagine -ovunque ti volti, lui c’è- inviatami dal gentile lettore Enrico Franzil. Che serva loro di ispirazione.

P.S. Il carlino si è salvato.

Politica Giugno 13, 2009

SILVIOLOGIE

Oltre ai numerosi libri che sto leggendo contemporaneamente -Gaetano Cappelli –Volare Basso, Alain Touraine-Il mondo è delle donne, Gabriella Cella-Reflessologia, Philip Roth-Il professore di desiderio, Michela Murgia-Accabadora, Claudio Risé-La crisi del dono, Barack Obama- Change: We Can, Believe In, più altri, per lavoro- ho cominciato a sfogliare Alessandro Amadori –Silvio, tu uccidi una sinistra morta (Aliberti). Wow, uno dei nostri argomenti preferiti!

Scrive Amadori “Al dilemma generale italiano (riassumo: l’Argentina, o il rilancio della nazione, ndr) se ne affiancano due specificamente politici. Quello del Pd è se sopravvivere oppure scomparire, mentre il dilemma di Silvio è questo: cogliere l’occasione offertagli dalla storia di entrare nella Storia tirando fuori l’Italia dal pantano in cui sembra sprofondata, oppure accontentarsi di essere stato il personaggio più originale e singolare comparso sulla scena politica dal dopoguerra a oggi”.

Quanto al Pd: “Il problema del Partito Democratico è principalmente un problema di cultura politica e di rappresentazione e narrazione della realtà… Vi è stata una frenetica ricerca del nome nuovo, della denominazione differenziale che desse l’impressione del cambiamento rispetto al passato, mentre strutture, persone e idee rimanevano sostanzialmente le stesse di prima… Non c’è stata alcuna evoluzione profonda nei sistemi di pensiero di molte delle persone che sono passate dal vecchio Pci al nuovo Pd. C’è stato un lavoro in qualche modo di mascheramento, di ricopertura, di modificazione più di forma che di atteggiamento e di contenuto… E’ sicuramente giunto per il centrosinistra il momento di rinunciare a questi residui dogmatismi (buonismo, razzimo etico, politicamente corretto, etc.) affrontando una volta per tutte il problema della chiarificazione e specificazione della propria piattaforma valoriale, non sulla base di una continuità implicita con la tradizione del passato e di un antiberlusconismo divenuto ormai dogmatico e barocco, bensì secondo un processo di autentica rigenerazione culturale che rimetta in sintonia il centrosinistra medesimo con le tendenze di fondo della società italiana”.

Cento pagine di librino per un pomeriggio di sabato, a cui gli antiberlusconisti ossessivi, anzi, mi piace, barocchi, possono aggiungere per una perfetta autocoscienza la lettura di La sindrome di Arcore di Giovanni Valentini (Longanesi). Ovvero quell’ “… impasto di ammirazione e invidia, di subalternità e sudditanza, di rispetto e timore che contagia trasversalmente amici e nemici, sostenitori e avversari… una dipendenza di cui siamo vittime più o meno inconsapevoli, una schiavitù da cui non riusciamo ad affrancarci… il berlusconismo ha finito per contagiare perfino i suoi avversari e oppositori”.