Gli indifferenti, opera di Leonardo Roperti

Gli indifferenti, opera di Leonardo Roperti

Ero a Ferrara, ieri, e mi sono imbattuta per caso in un comizio di Antonio Di Pietro, proprio poche ore dope il decreto salva-liste. Mi ha stupito che nella sua orazione non abbia fatto ricorso all’espediente retorico del Savonarola, che è ferrarese illustre e terribile, e la cui statua, in postura minacciosa, si ergeva proprio lì, a pochi metri. Quello che pensa Di Pietro lo sapete. La piazza era abbastanza piena, la mattinata splendente e gelida, i ferraresi correvano e sbiciclettavano su e giù per le viuzze medievali.

Qualunque cosa si pensi del decreto, della decisione del presidente Napolitano, della “brutalità” -qualcuno l’ha definita così- del premier Berlusconi nei suoi riguardi, questo è certo: a farci domande siamo in pochi. Per i più quello che è capitato è solo una delle tante cose che capitano nell’iperuranio della politica, così lontana dai problemi della vita, e a cui non vale la pena di prestare troppa attenzione, tanto non ci si può fare nulla (ammesso che qualcosa si voglia fare). Ma anche le reazioni dei più attivi in questa circostanza mi sono sembrate insolitamente flebili, e come spaventate.

Mi sono domandata, passeggiando imbacuccata per Ferrara, che cosa potrebbe scuotere questa mesta indifferenza. Di che cosa ci sarebbe bisogno perché i nostri concittadini, in qualunque modo la pensino, mostrassero anzitutto di pensare “è affar mio”?

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