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esperienze, Politica, Senza categoria Maggio 20, 2011

DALLA SPAGNA, CON DIGNIDAD

La mia amica Giusi Garigali da Barcellona mi racconta quello che sta capitando lì:

Il movimento ha preso forma e si è diffuso in rete. Si tratta del Movimento degli “indignati” che va sotto il nome di Democracia real ya, rivendica la propria autonomia da qualsiasi partito e formazione politica (si definisce apartitico, asindicalista, pacifico e aperto), anche se in questo momento (siamo sotto elezioni amministrative) nessun leader politico, di nessun partito, ha preso apertamente posizione contro le proteste della piazza. Anzi, persino esponenti del PP hanno riconosciuto che alcune delle ragioni espresse dai manifestanti sono comprensibili. Nessuno in questo momento vuole inimicarsi la piazza.

A partire dallo scontento e dall’esasperazione provocati dalla crisi economica che sta strangolando il Paese, la piattaforma Democracia real ya si è appellata a un approccio politico “dal basso”, contro il dualismo PSOE / PP (di fatto una delle prime rivendicazioni più elaborate espresse dalla Piattaforma è proprio una richiesta di revisione della Legge Elettorale, per poter uscire da questa logica dell’alternanza “inevitabile”).

Anche se si nota ancora molta, molta confusione (lo stesso Fabio Gándara, uno dei portavoce del movimento, ha riconosciuto che “no hay culpables claros de la situación política y social actual”) all’interno dello stesso movimento, ne appaiono evidenti però alcuni punti fermi: la critica sociale e l’aspirazione a un cambiamento politico ed economico.

Del movimento fanno parte disoccupati, i cosiddetti giovani (e meno giovani) “mileuristas”, casalinghe, immigrati, studenti e cittadini qualunque, tutti stanchi di come stanno andando le cose e della situazione di crisi economica che si sta vivendo qui in Spagna. Di fatto, gli slogan che meglio interpretano lo spirito del movimento sono: “No somos marionetas en manos de políticos y banqueros e “Democracia real ¡YA! No somos mercancía en manos de políticos y banqueros.

Già il giorno 15 M a Madrid si sono date appuntamento migliaia di persone davanti alla Puerta del Sol, secondo gli organizzatori oltre 25.000, e hanno deciso in assemblea di restare nell’emblematica piazza madrilena fino a domenica 22, giorno delle elezioni amministrative qui in Spagna e di convocare una manifestazione per il sabato 21, concomitante con la giornata di riflessione precedente il voto.

Da lunedì sera giorno 16 maggio anche a Barcellona, poco a poco, è cominciata la protesta che ha portato via via sempre più persone a manifestare e ad accamparsi nella centrale Plaça de Catalunya. “Acampada indefinida por la dignidad, contra los recortes y los abusos de los corruptos. Todos hacia allí hasta que nos escuchen”, questo il messaggio passato via sms, twitter, facebook e per passa parola che haraccolto e fatto crescere il numero di manifestanti.

Infatti, dalla trentina di persone accampate la prima notte, si è passati alle migliaia di giovedì, e l’assemblea generale si è già organizzata in commissioni (contenuti, attività, azioni, comunicazione etc…).

I manifestanti della plaça de Catalunya, sono dunque ormai varie notti che pernottano in piazza: ‘Acampadabcn’ (questo il nome della piattaforma organizzativa a Barcellona), parla di una cifra che arrivava alle 7.000 persone di ieri, giovedì. Ma già mercoledì erano davvero in tanti (ti confermerò, se ti interessa, se anche Beppe Grillo ha parlato mercoledì sera in piazza, così mi era stato detto lo stesso mercoledì sera. Infatti ieri sera – giovedì – attuava in un teatro di Bcn e mercoledì pomeriggio era già qua a Bcn, dovevo andare a fargli da interprete)

È apparso uno striscione sigificativo sulla facciata del Banco Español de Crédito della Plaça Catalunya: “La banca nos roba, la patronal nos explota, CCOO y UGT nos venden: ¡a la mierda!” (La banca ci ruba, la Confindustria ci sfrutta, i Sindacati ci vendono: vaffanculo)  e la gente comune ha cominciato a prendere liberamente la parola (anche alcuni protagonisti delle recenti sollevazioni in nord-Africa pare abbiano dispensato consigli e suggerimenti…)

Ieri sera la Junta Electoral Central dello stato spagnolo si è espressa negativamente sull’opportunità di far proseguire le proteste in concomitanza con la giornata di riflessione precedente al voto e la giornata di votazione di domenica, ma Rodriguez Zapatero ha gettato acqua sul fuoco. Ha infatti dichiarato “che il Ministero degli Interni attuerà bene, correttamente e con intelligenza”.

Politica, Senza categoria, tv Maggio 11, 2011

KILLER APPLICATION n.1

Ecco la prima delle killer application del Pdl. Niente di nuovo, peraltro, oltre che calunnioso, come dice Pisapia.

Dal Corriere della Sera online:

Si è chiuso nel gelo, dopo il fair play che aveva caratterizzato la prima parte dell’ora, il confronto televisivo fra Giuliano Pisapia e Letizia Moratti. Il candidato del centrosinistra ha ignorato la mano tesa del sindaco, davanti agli occhi attoniti di Emilio Carelli, direttore di Sky Tg 24. Il motivo è stata la frase conclusiva della Moratti: «Porterò avanti nei prossimi cinque anni – ha detto il sindaco – una politica moderata. La mia esperienza di manager, la mia famiglia confermano ampiamente che sono una persona moderata, a differenza di Pisapia che dalla Corte di Assise è stato giudicato responsabile di un furto di veicolo che sarebbe servito per un sequestro e un pestaggio. Poi il reato è stato amnistiato». Pisapia ha reagito con grande fastidio, alzandosi in piedi e tuonando: «Queste sono cose che non accetto – ha detto – è una calunnia di cui risponderà, è una cosa vergognosa».

Moratti-Pisapia, niente stretta di mano
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«QUERELA? VEDREMO DOPO IL VOTO» – Pisapia, intervistato all’uscita dagli studi di Sky, ha escluso per il momento di querelare Letizia Moratti per diffamazione. «Adesso mi interessa parlare di Milano – ha detto Pisapia -, di dire la verità sulle fandonie dette anche oggi sul mio conto. Continuerò la campagna elettorale con molta serenità e determinazione – ha quindi aggiunto sfoggiando il sorriso -. Sulle azioni giudiziarie ci penseremo dopo questa lunga e bellissima campagna elettorale, bellissima perché si può parlare dello sviluppo e del futuro di Milano». Pisapia ha assicurato che metterà fin d’ora a disposizione di tutti la sentenza che lo ha assolto dalle accuse contestategli.

«MILANO NON MERITA SINDACO BUGIARDO» – «Milano non merita un sindaco che usa questi metodi che non sono degni di una città come Milano», è stato il commento di Pisapia dopo il confronto. «La Moratti ha detto il falso sapendo di dire il falso e di diffamarmi: così non si fa la campagna elettorale. I milanesi capiranno che chi è bugiardo continuerà ad esserlo come è stato in questi anni». «Letizia Moratti ha fatto una cosa vergognosa – ha tuonato Pisapia – strumentalizzando il fatto di essere l’ultima ad avere diritto di parola: ha fatto dichiarazioni assolutamente false sul mio conto, sono stato vittima di un errore giudiziario, riconosciuto da una sentenza che mi ha assolto per non aver commesso il fatto, quando ancora c’era addirittura la formula dell’insufficienza di prove».

La Moratti tende la mano dopo il confronto tv, ma Pisapia non la stringe (Photoviews)
La Moratti tende la mano dopo il confronto tv, ma Pisapia non la stringe (Photoviews)

ORDINANZE E SICUREZZA – Il confronto tv era partito dal tema della sicurezza. «Per migliorare la sicurezza a Milano servono cinquecento vigili di quartiere, ce ne sono meno di cinquanta – ha detto il candidato del centrosinistra -. Quello che non serve, perché è controproducente, sono le ordinanze coprifuoco del sindaco Moratti che hanno spento i luoghi di aggregazione». Immediata la replica della Moratti: «I dati reali della prefettura dicono che i reati sono calati del 48% in tre anni. Il candidato Pisapia non sa che le ordinanze di cui parla sono già terminate per quanto riguarda i luoghi di aggregazione e permangono soltanto per gli immobili, dove permettono di garantire la sicurezza». Il confronto tv tra i due principali candidati sindaco milanesi andrà in onda alle 16, e poi in varie repliche, su Sky Tg24.

LA MOSCHEA E L’EXPO – Altro tema caldo, la moschea milanese. Per Pisapia una moschea a Milano è «importante, anche in vista dell’Expo 2015. Non si può pensare di avere in città milioni di visitatori senza che ci sia per loro la possibilità di avere un proprio luogo di culto dove pregare, come peraltro sancisce la Costituzione». E sempre su Expo: «Non sono stati mesi, ma anni di polemiche», ha detto Pisapia, ricordando che dopo la vittoria di tre anni fa «grazie al sindaco ma grazie soprattutto al governo Prodi e a Emma Bonino che oggi mi sostengono» si sono susseguiti «litigi», «doppi stipendi» e decisioni senza interpellare il Consiglio Comunale. «Forse Pisapia è stato distratto e non si è accorto che abbiamo lavorato in questi anni», è stata la replica della Moratti, che ha citato «infrastrutture ben precise come Brebemi, Tem e Pedemontana» ottenute «anche grazie ad Expo» così come la M4 e M5, insistendo: «Forse Pisapia non ha visto neppure l’inaugurazione del centro congressi più grande d’Europa, forse non si è accorto del rilancio di Malpensa», che per Moratti è «tutto figlio di Expo».

PGT E LOBBY – «Il sindaco è sempre stata dalla parte dei poteri forti», ha detto Pisapia in un altro passaggio del faccia a faccia. «Di lobby da cui lei dipende ne ha parlato anche sua cognata in un’intervista e il Pgt è chiaramente un regalo agli immobiliaristi», ha poi aggiunto il candidato sindaco, dopo la richiesta di spiegazioni da parte di Moratti che ha definito «ingiusta» la dichiarazione. “Io – ha replicato il sindaco – sono una persona indipendente, che si è messa al servizio della città e che non ha legami con nessuno se non con i cittadini e con la propria coscienza».

MORATTI TACE SU BERLUSCONI – La Moratti si è invece rifiutata di replicare alla domansa sulla commissione di inchiesta proposta dal premier Silvio Berlusconi per i Pm milanesi. «E’ una vergogna solo che si sia richiesta, perché la divisione dei poteri è un punto fermo della democrazia», ha detto Pisapia, sottolineando che il tema della giustizia è sì un tema «nazionale», ma che anche a livello locale «si può fare molto». «Innanzitutto – ha detto – si può creare un clima soprattutto sulle controversie civili che possa portare a un livello di mediazione». «Io mi occupo dei problemi dei milanesi. Voglio stare sul mio programma, che è un programma preciso e concreto sulle questioni che i cittadini pongono», è stata invece la replica della Moratti. Il sindaco, come ha notato lo stesso moderatore Emilio Carelli, non ha voluto rispondere alla domanda, utilizzando il tempo a disposizione per sottolineare di aver visto nel programma di Pisapia «tante cose che noi abbiamo già fatto», dai custodi sociali al microcredito.

«ABBONAMENTI GRATIS AGLI ANZIANI» – Pisapia, oltre a rilanciare la promessa del wi-fi gratuito, ha anche annunciato abbonamenti Atm gratis per gli anziani. «Nei primi sei mesi di mandato – ha detto Pisapia – porterò il wi-fi gratuito in tutta Milano, non solo per i giovani ma anche per gli anziani. Credo che proprio per gli anziani dobbiamo pensare a un provvedimento per loro: penso al biglietto Atm gratis per chi ha più di 65 anni».

«ERRORE GIUDIZIARIO» – Della vicenda del presunto furto d’auto Pisapia aveva parlato diverse volte, anche recentemente, come riportato dal Corriere, dopo una visita a San Vittore. «Vittima di un errore giudiziario (in termini tecnici, di una ingiusta detenzione) ho conosciuto tanti detenuti presunti innocenti e ho verificato che, effettivamente, come ricorda spesso Don Ciotti, il carcere in Italia è diventata una vera e propria discarica sociale», ha scritto sul suo blog. «So bene cosa significa stare dietro quelle sbarre. Ci sono passato anch’io. Nulla che già non si sappia. Sono passati oltre trent’anni: arrestato, innocente, per banda armata e concorso morale nel furto di un’autovettura. Prosciolto dalla prima accusa (banda armata) con formula piena nella fase istruttoria (allora vi era ancora la formula dell’insufficienza di prove); giudicato e assolto anche per l’accusa di concorso morale in furto, reato coperto da amnistia dal quale però i giudici mi hanno assolto nel merito, cosa possibile solo in quanto risultava “evidente” la mia innocenza. Un errore giudiziario, riconosciuto da una sentenza passata in giudicato, che comunque ho pagato con quasi quattro mesi e mezzo di carcere».

Senza categoria Febbraio 26, 2011

IL CORPO DI REPUBBLICA

L’altra sera a Matrix è andato in onda Il corpo delle donne/2, apocrifo del doc di Lorella Zanardo realizzato da Antonio Ricci montando le parole di Lorella e immagini tratte da Repubblica e L’Espresso, cartacei e online.

Eccolo qui: http://www.striscialanotizia.mediaset.it/video/videoextra.shtml?12761

Durissimo il commento di Natalia Aspesi su Repubblica:

http://www.repubblica.it/politica/2011/02/26/news/registi_fango-aspesi-12916522/index.html?ref=search

Si apra il dibattito.

alessio vinci, matrix

Senza categoria Febbraio 24, 2011

CARO PRESIDENTE FINI…

Caro Presidente Fini,

io non sono un’elettrice di centrodestra, ma la domanda la faccio anche a lei: Berlusconi a parte, che ha tutti suoi ottimi motivi per voler vincere e stravincere dino all’ultimo respiro, c’è ancora qualcuno che abbia davvero voglia di vincere tra i protagonisti della politica italiana?

I dubbi che ho sul centrosinistra li covo anche sul nascente terzopolo. A Milano, per esempio, c’è da scegliere il vostro candidato sindaco. Il tira-e-molla va avanti da mesi: Albertini, Tabacci, Manfredi Palmeri… La scelta è tra questi ultimi, a quanto pare. Mi permetta di segnalarle una terza ipotesi. Una signora finiana della prima ora, che quindi immagino lei conosca benissimo, che in questo momento è una specie di eroina pop, sospinta dal vento in poppa di Affittopoli, di cui è regista e brillante protagonista.

La consigliera Barbara Ciabò, presidente della Commissione Casa e Demanio al Comune di Milano, è ardimentosa, ama la politica, ama soprattutto la città e non si ferma davanti a nessuno. E’ anche una mamma, ed è molto preoccupata per le questioni ambientali e per la salite dei cittadini, soprattutto, com’è giusto, per quella dei cittadini bambini. E si sente un po’ sola, come tutti quelli -tutte quelle, se permette- che combattono battaglie di principio. E poi è una donna, e mi risulta che lei sia uno dei pochissimi politici italiani che con le donne sa lavorare senza problemi. Anche un banale ragionamento di marketing politico condurrebbe a considerare l’ipotesi. Perché non capita, mi domando?

Lei potrebbe rispondermi di tenere conto della complicazione delle alchimie politiche. Mi rendo conto. Ma a volte ci sono cose irresistibili, che permettono di tagliar corto con i ragionierismi.

Detto da una che non ha alcun interesse ad aiutarla a vincere, o quanto meno a piazzarsi bene: a maggior ragione, provi a considerare il suggerimento.

barbara ciabò e manfredi palmeri

Senza categoria Dicembre 22, 2010

PISAPIA, LE DONNE, L'HANDICAP E IL BIBERON

In un mio libro uscito nel 2007, La scomparsa delle donne, tra le tante scrivevo questa:

“Per i maschi politici italiani le donne, e dunque la maggioranza degli elettori, sono, riassumendo: uno spinoso e ricorrente problema pre-elettorale, una tremenda rogna, “altra carne al fuoco” (Piero Fassino). Sono una categoria (Silvio Berlusconi), un oscuro e minaccioso punto di programma, piazzato in genere tra gli anziani e i meridionali”.

Nel progetto l’Officina per la Città del candidato sindaco milanese per il centrosinistra Giuliano Pisapia, le donne si piazzano invece tra l’handicap e la famiglia (in qualche modo è una novità…). Al punto 6 del progetto, si legge infatti:

6. Città dei diritti: città accessibile, la città delle donne (eccoci qui, carissime, ndr), dalla famiglia alle famiglie…

Veramente impressionante. Una tenacia senza eguali. Le donne restano un punto a parte, per la destra e per la sinistra, senza eccezioni.

Eppure Nichi Vendola, sponsor di Pisapia, ha messo in piedi una giunta per metà femminile. Eppure, durante le primarie, appena un mese fa, sono girati programmi avanzatissimi per le donne. Scomparsi. Quando il gioco si fa duro…

Eppure ci sono tre donne a coordinare i lavori dell’Officina, che certamente tra lo scivolo e l’asilo nido non ci starebbero manco morte, essendo giustamente ambiziosissime: e però ci piazzano tutte le altre.

In preda al più profondo sconforto, ho raccontato la cosa al direttore marketing –maschio- di una grande azienda. Il quale ha riso di tutto cuore. Per il mercato e per il business oggi le donne contano più degli uomini. Sono metà abbondante della cittadinanza, il lavoro tout court, le studentesse più brillanti, la società più viva, le destinatarie dell’80 per cento dei “consigli per gli acquisti”.

Per la politica compaiono mestamente al comma 2 del punto 6.

Per questo le donne si tengono ben lontane dalla politica. Sanno che lì andrebbero solo a sbattere il muso. Sanno che se non sei fidanzata, parente o cooptata, o quanto meno un’irresistibile gnocca, tipo Miss Padania, puoi anche essere un genio, puoi anche desiderarlo intensissimamente, ma hai scarsissime chance di passare.

Per questo la politica è quel posto asfittico che è, privato delle forze più vive della società. Per questo l’Italia è il Paese che è, guidato da quella politica omosessuale. Sta scritto anche sul Corriere della Sera e sul Sole 24ore. Ma la politica continua a fare finta di non saperlo. Nemmeno la politica che si presenta come nuova. Nemmeno quella progressista e di sinistra.

Se non romperemo tutto -in senso figurato, ovvio- questa storia non finirà più.

Aggiornamento. Leggo dall’Officina del programma la seguente specificazione -in cauda venenum-, che cercando di prevenire obiezioni conferma la cattiva impostazione del lavoro:

“il modo di composizione dei singoli laboratori tematici vorrebbe essere il più rappresentativo possibile. I giovani, le donne, i cittadini di origine straniera non possono essere capitoletti di programma, ma dovranno essere protagonisti della gestione e dell’elaborazione dei vari gruppi. Lo stesso vale per le parti più fragili della città – gli anziani, i bambini e i disabili – che dovranno essere adeguatamente rappresentati all’interno dei gruppi. E dunque: le donne, di nuovo, non come metà abbondante della cittadinanza, ma come categoria da garantire e paternamente tutelare, insieme ai giovani, agli stranieri, ai disabili etc.

Manca un gruppo sugli uomini. Vorrei segnalare questo.


Corpo-anima, esperienze, Politica, Senza categoria Dicembre 18, 2010

BELLEZZA POLITICA

Una volta il vestito bello, quello della domenica, lo chiamavano “buono”. Al Sud usa ancora, penso a certe botteghe napoletane odorose di stoffa, i sarti con il metro al collo e il gessetto blu. Ma “bello”, viceversa, può valere per “buono”, e “brutto” per “cattivo”. Il salumiere sta impacchettando il mio mesto formaggio dietetico, e la signora che fa spesa accanto a me mi esprime la sua solidarietà: “Quant’è brutto, il quartirolo…”.

Credo che si tratti di quel che resta del greco kalòs kai agathòs– le parole sono siti archeologici-: il bello che è anche buono. Ce l’hanno spiegato al ginnasio, ma noi non l’abbiamo mai davvero capito: insieme alla parola abbiamo smarrito anche il senso di questa gloriosa unità, il fatto che il bello, platonicamente, è l’aspetto visibile del bene. Una lettrice mi ha scritto che anche nella lingua navajo c’è una parola, “hozo” che indica un insieme inestricabile di salute, bellezza, bontà, armonia, felicità.

Bello e buono li abbiamo brutalmente allontanati. Ma l’uno senza l’altra fanno fatica a vivere. Guardiamo la bellezza con sospetto, invece di accettarne il mistero salvifico. Quando vedo certe feste “popolari” all’insegna della salamella, della sciatteria e dei banchi cinesi, mi pare un vero delitto politico: ai ricchi il bello, nella forma ambigua del lusso, e ai poveri il triste essenziale del pane senza rose. Le afghane sotto il burqa si coloravano le guance, e durante il regime talebano rischiavano la pelle per una messa in piega nei salon clandestini. Questo per dire di che cosa stiamo parlando.

A Milano, non lontano dalla celeberrima e festosissima via Padova, su iniziativa dell’editore Terre di Mezzo ha preso avvio un laboratorio di scrittura creativa per bambini ispirata ai “Fighting words” di San Francisco, e a quelli di Dublino animati da Roddy Doyle. Non è certo che ne usciranno grandi scrittori. Ma la bellezza delle parole, questo è sicuro, salverà molti ragazzi specie stranieri dalla tentazione di rassegnarsi al degrado.

Fare belle le nostre città basterebbe e avanzerebbe come grandioso programma politico. In un paese come il nostro, poi, in cui la bellezza è sempre stata “rinascimentale”, ci ha sempre rimesso al mondo. “Voi italiani dite sempre ‘Bello!’” ha osservato una volta il buffo Jean Paul Gaultier. Da tempo lo stiamo dicendo troppo poco, io credo. Forse per questo siamo nei guai. E allora, “Bel” Natale a tutti.
pubblicato su Io donna-Corriere della Sera il 18 dicembre 2010

Politica, scuola, Senza categoria, TEMPI MODERNI Dicembre 2, 2010

IL GIOCO DELLA TORRE

Flashmob, mobilitazioni lampo. Rampicate sui tetti. Pacifico assalto ai simboli della cultura italiana, dalla Torre di Pisa al Colosseo. Come sempre il medium è il messaggio. Il linguaggio del nuovo movimento degli studenti (e dei ricercatori) italiani parla in modo immediato ed efficace dei contenuti della protesta, e indica una direzione politica.

La leggerezza del movimento, che si avvale della rete e della sua velocità, riducendo a brevi apparizioni fortemente simboliche i momenti di presenza fisica.

L’alto dei tetti, come per farsi vedere dal mondo. L’idea di una barca alla deriva, il nostro paese, da cui lanciare un SOS al resto del pianeta.

I monumenti, simboli della struggente bellezza italiana, a indicare proprio la bellezza come il principale dei nostri talenti, come la direzione verso la quale muoversi, come la risorsa da “sfruttare” politicamente.

Nessuna agenzia di comunicazione avrebbe saputo fare di meglio.

media, Politica, Senza categoria Luglio 8, 2010

TUTTI ZITTI

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La Federazione Nazionale della Stampa ha indetto per venerdì 9 luglio la Giornata del Silenzio contro la legge bavaglio (ddl Alfano sulle intercettazioni).

Venerdì quindi non ci saranno notizie.
Anche questo blog tacerà per l’intera giornata. Gli amici che lo frequentano, occasionalmente o abitualmente, sono invitati a sospendere fino alle 00 di sabato i loro commenti, prendendo così parte in prima persona alla Giornata del Silenzio.
Questo sciopero infatti difende anzitutto il diritto dei cittadini a essere correttamente e tempestivamente informati. La partecipazione dei lettori-commentatori è molto significativa. Grazie.


Politica, Senza categoria, tv Giugno 25, 2010

REVOLUTIONARY SKY

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L’altro giorno su Repubblica Michele Serra faceva notare come Sky Tg24, canale all news in stile americano “se provate a vederlo, come mi capita a volte di fare, in sequenza con il Tg1 delle 20 sembra controinformazione pura, un bollettino rivoluzionario, Radio Londra. Poiché Murdoch è considerato in tutto il mondo il classico editore conservatore, attento al prodotto ma molto refrattario a ogni forma di radicalità politica e culturale, se ne deduce che il suo telegiornale italiano ci appare “di opposizione” (non essendolo affatto) solo in rapporto al conformismo raggelante dei notiziari nazionali, che sono governativi (con pochissime e preziose eccezioni) fino all’ omissione e alla menzogna. Ci sembra dissonante e coraggioso, nella presente situazione, il solo fatto di dare le notizie”.

Sento anche dire -io il calcio non lo guardo- che, sempre a confronto con i canali sport di Sky, le trasmissioni Rai sui mondiali in Sudafrica sono molto scarse.

Forse non si tratta solo di conformismo politico. C’è anche il fatto che Sky non è un’azienda italiana, e quindi è verosimilmente gestita con altri criteri, non strettamente familisti: la quota di raccomandati, imbucati, aventi diritto, amanti, parenti ecc. non oltrepasserà certi limiti fisiologici. Per i bravi e i meritevoli, quindi, c’è molto più spazio.