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Donne e Uomini, economics, Politica, Senza categoria Novembre 19, 2011

La faccia nuova dei partiti

Molto responsabilmente il professor Mario Monti non smette di dichiarare il suo rispetto per la politica e per i partiti. E’ giusto e necessario, perché questo governo si trova in una situazione straordinaria, al limite della democrazia.

Sono i cittadini a non rispettare più la politica e i partiti. E il paradosso è questo: che meglio il governo Monti farà, più si mostrerà capace di risanare il Paese e di farlo ripartire, più il gap tra cittadini e partiti si allargherà e si consoliderà.

Parzialmente “deresponsabilizzati”, sollevati dal gravoso compito di dover raddrizzare le cose storte, i partiti dovrebbero dedicare buona parte del tempo che corre di qui al 2013 per capire come ripresentarsi ai cittadini, che potrebbero vivere il ritorno alle urne come un preoccupante ritorno al passato. Molto dipenderà da come si comporteranno nei confronti di questo governo, che al momento gode di amplissima fiducia, non solo da parte delle Camere ma anche da parte del paese reale. Ma conterà moltissimo anche la “faccia” con cui si ripresenteranno.

Il rinnovamento e il ricambio dovranno essere radicali, nel personale politico e nel linguaggio. Non basterà qualche innesto cosmetico, per dare l’idea di aria che gira. Qualche pezzo del governo Monti -uomini e donne, ma anche stile e logiche- andrà a fatalmente a “travasarsi” nel nuovo governo, che per dirla malamente, dovrà essere un po’ più “tecnico”. E che insieme al Parlamento dovrà fortemente femminilizzarsi e ringiovanire (si esita ancora troppo in questa direzione). Lì si vedrà il cambiamento vero. Per questo tanti, quasi tutti uomini, dovranno tornare a vita privata.

I leader dei partiti hanno un compito difficile: devono gestire una transizione il cui esito potrebbe anche essere una loro amara uscita di scena. Questo mi fa dubitare del fatto che il rinnovamento verrà intrapreso con la necessaria tempestività ed energia.

 

 

Donne e Uomini, Politica, Senza categoria Novembre 6, 2011

E' il momento di incassare

Signore e anche signori, segnatevi da qualche parte questo nome: GUIDO CROSETTO, attualmente sottosegretario alla difesa, protagonista della seguente vicenda:

Omnibus, trasmissione di La Sette. La giornalista della Stampa Antonella Rampino nel corso del dibattito fa riferimento alle “spogliarelliste” elette nelle liste del centrodestra. A telecamere spente, il suddetto Crosetto cerca di intimidirla, umiliandola: “Tanto a te non ti spoglia nessuno“. Più tardi profferirà inutili scuse.

Segnatevi il nome di Crosetto, e segnatevi anche questi, in particolare se siete siciliani: GRECO (GRUPPO MISTO), ARICO’ (FLI), CASCIO SALVATORE (PID, CORONA (PDL), CURRENTI (FLI), D’ASERO (PDL), DI MAURO (MPA), FALCONE (PDL), FEDERICO (MPA), LEANZA EDOARDO (PDL), MINEO (FORZA DEL SUD), POGLIESE (PDL). Sono i parlamentari regionali che hanno chiesto e ottenuto lo scrutinio segreto nel voto sulla doppia preferenza di genere per poterlo tranqullamente impallinare senza assumersene la responsabilità.

Naturalmente non dimenticate IGNAZIO LA RUSSA, protagonista di molte indimenticabili machate, il coordinatore del Pdl lombardo MANTOVANI, quello che ha detto che le vere gnocche stanno a destra, e così via.

Ci vorrebbe la pazienza di mettersi qui a fare tutto l’elenco, certamente sterminato, di tutti i politici che hanno gravemente offeso le donne di questo paese, SILVIO BERLUSCONI in testa. Ma ne varrebbe la pena. Perchè -lo dico a tutte le amiche di Se non ora quando– se si decidesse di diffonderlo, insieme all’indicazione “non votate le liste che candidano questi signori”, rivolta a donne e a uomini di buona volontà, sarebbe una cosa davvero ben fatta. Questi signori si sono presi una libertà che ora devono pagare, e in modo molto salato. 

Ecco una delle moltissime cose che si potrebbero fare in preparazione delle sempre più imminenti elezioni politiche, e di tutte le altre elezioni in calendario. Benché la cosa grande che Se non ora quando avrebbe da fare sarebbe una: indire a breve una grande manifestazione nazionale in cui torni chiaramente a palesarsi la soggettività politica delle donne di questo Paese, e in cui si vada a sintesi, dicendo questo: abbiamo aperto le danze, e ora le chiudiamo. Abbiamo chiesto per prime a febbraio le dimissioni di Berlusconi e la fine della politica macha, e ora siamo qui a incassare quel 50/50 e quel doppio sguardo (che nessun partito, badate bene, si sta preparando a garantire: anche l’accenno di Bersani, ieri in piazza San Giovanni, è stato alquanto timido) che costuisce la condizione minima per poter ricostruire il Paese in giustizia ed equità. E anche la condizione minima per guadagnarsi il consenso delle donne. Il Paese è prontissimo, è la politica a non esserlo.

Se tanto mi dà tanto, ci stiamo avvicinando all’obiettivo. Ma c’è ancora molto da lottare. Nessuna illusione.

Senza categoria Novembre 4, 2011

GENOVA: E' CATASTROFE

http://www.rainews24.it/it/video.php?id=24998

7 morti, di cui 2 bambini, in arrivo l’onda di piena del Bisagno esondato.

Avvisano che chi abita alla foce salga ai piani alti. Appello urgente dalla Prefettura: chi abita alla Foce NON CIRCOLI PER STRADA e salga ai piani. Portatela in tutte le bacheche, gruppi e pagine

Aiutate a diffondere il numero verde per EMERGENZA GENOVA: 800177797 -ù

 

In serata si prevedono su Genova
”scrosci intensi che possono provocare nuovi e immediati
innalzamenti dei torrenti coinvolti dall’evento nel
pomeriggio, quindi Sturla, Recco, Bisagno, Polcevera,
Chiaravagna, Varenna, Scrivia, Vobbietta e tutti i rii
affluenti”. Lo spiega in un bollettino l’Arpal, l’agenzia
regionale protezione ambiente ligure.

ambiente, Politica, Senza categoria Ottobre 31, 2011

Strage in Liguria: c'entrano le dighe?

Traggo dal Secolo XIX:

«Pretendiamo certezze: abbiamo diritto ad avere la prova provata sul corretto utilizzo delle dighe di Giaredo, nel comune di Pontremoli e di Teglia, nel comune di Mulazzo. Quando e come vengono effettivamente aperte, la consistenza del flusso d’acqua che viene immessa sul letto del fiume e non solo»: firmato Umberto Galazzo. Il sindaco di Ameglia insieme ai residenti di Fiumaretta, Bocca di Magra e Cafaggio, le zone più colpite dalla “doppia esondazione” degli scorsi 23 e 25 dicembre, guardano a monte, da dove scende il fiume, e vogliono vederci chiaro.

«Lungo il corso del fiume Magra _ scrive il sindaco _ in Toscana, le dighe di Giaredo (120mila metri cubi d’acqua di portata) e Rocchetta (5milioni), gestite da Edison sono regolate da una circolare della Presidenza del Consiglio (19 marzo 1996): quella circolare va cambiata, è stata pensata più in funzione della sicurezza degli impianti che non degli abitanti a valle. In base ad essa e al Piano Diga, si deduce che l’apertura della diga avviene in questo modo: raggiunto un certo livello identificato come massimo, tanta acqua entra, altrettanta viene scaricata. Quantità che ci dicono non essere significative, che però in un momento di piena andrebbero evitate. Detto questo, al di là del metodo che noi non condividiamo, siamo certi che questo protocollo sia stato rispettato? Anche perché consultando i livelli degli idrometri ora per ora durante la notte del 24 dicembre, anche che da profani qualcosa non ci torna. Chiedo che sia modificata la circolare e conseguentemente i piani diga, in modo che non si generino sovrapposizione di effetti tra la piena del fiume in corso per cause naturali e l’acqua che fuoriesce dalla diga: per evitare ciò, essendo le previsioni meteo molto precise, proponiamo la riduzione dell’altezza del bacino, con conseguente apertura della diga al momento del ricevimento della cosiddetta “allerta 1″»

Aggiungo io: gli abitanti di Aulla e di altri comuni colpiti dalla bomba d’acqua parlano di una massa enorme arrivata all’improvviso. Alcuni sospettano che qualcuna di queste dighe sia stata aperta di colpo, con effetti rovinosi e tragici. Non pioveva da molte ore, e quella spaventosa quantità d’acqua non sembrerebbe giustificata. Nonostante gli abitanti della bassa Lunigiana siano abituati alle esondazioni del Magra, nessuno si aspettava un evento così repentino. 

L’ipotesi tuttavia non varrebbe per la catastrofe sull’altro versante del golfo di La Spezia, in Val di Vara e alle Cinque Terre.

Politica, Senza categoria Ottobre 21, 2011

Enigmi radicali

marco pannella contestato in piazza il 15 ottobre a roma

I radicali fanno davvero di tutto per rendersi indecifrabili.

La rottura con il centrosinistra sulla scelta aventiniana. Qualche giorno, dopo la partecipazione alla manifestazione degli indignati -con alcune brutte scene, devo dire, nei confronti del vecchio Pannella-. Ieri la visita dello stesso Pannella e di altri tre radicali a Palazzo Chigi: e per parlare di che cosa? E ancora Pannella che insulta (“sei indecente”) l’amatissimo sindaco Giuliano Pisapia, colpevole di opporre un fermo rifiuto all’ipotesi di un Ambrogino d’oro all’ex prima linea Sergio D’Elia: il quale, per carità, farà anche un lavoro meritorio con la sua associazione “Nessuno tocchi Caino”, ma fu pur sempre condannato per concorso in omicidio. Nel frattempo da Emma Bonino, che va trionfalmente a rappresentare nel mondo le donne italiane violate nella loro dignità da un premier e da una politica ferocemente maschilisti, neanche una parola.

Se poi qualcuno pensasse che i radicali stanno semplicemente assicurandosi la sopravvivenza per la prossima legislatura, tenendo i piedi in tutte quante le scarpe, come si farebbe a dargli torto?

Servirebbero scelte più radicali, anche da parte dei radicali, in un momento come questo.

 

AMARE GLI ALTRI, Donne e Uomini, Politica, Senza categoria, TEMPI MODERNI Ottobre 18, 2011

Narcisi, str…i ed esteti della violenza

Ho conosciuto da ragazzina la stagione del preterrorismo, delle piazze violente, dei servizi d’ordine. I black bloc, a cui io toglierei questo nome nobilitante e gasante per chiamarli più propriamente narcisi, imbecilli, irresponsabili o peggio, sono proprio un’altra cosa. Non fanno parte del movimento, come ne facevano parte quei servizi d’ordine, ma sono un corpo estraneo e parassita. Vivono totalmente nell’impero mediatico: quello che desiderano sono solo i riflettori e le telecamere tutti per sé, e fatalmente li conquistano. Non hanno strategia, vogliono solo dare sfogo alla loro ansia di protagonismo violento. Verosimilmente sono infiltrati, e comunque le loro azioni si prestano magnificamente a chi chiede leggi repressive e stati di polizia. E nella situazione sociale ed economica  in cui ci troviamo, lo stato di polizia sarebbe dare fuoco alle polveri.

In breve, sono esteti della violenza, fascistoidi, marinettiani da quattro soldi, e non hanno alcuna legittimazione politica. Le nuove generazioni le abbiamo viste politicamente al lavoro in occasione dell’ultima tornata elettorale amministrativa. Scrivendo di loro, dopo averli conosciuti, ne parlavo così:

I giovani hanno anche lavorato sodo per la vittoria del centrosinistra. Come per Zedda a Cagliari e per De Magistris a Napoli, anche per lo staff di Pisapia si è trattato di un contributo decisivo. Hanno lavorato gratis, portando in dote tutto il loro know how di nativi digitali –senza la rete questa svolta sarebbe stata impensabile-, la loro velocità, i flash mob, la naturalezza nel fare squadra: l’individuo per loro non esiste, la rete non è solo il medium, è il messaggio. L’altro pezzo della dote è stato la non-violenza, il non-odio. Questa dei figli dei baby boomer è una generazione innocente e quieta, che ha avuto la fortuna di non conoscere il male. L’etica e l’estetica resistenziale, che hanno nutrito l’immaginario militante della nostra generazione, si è esaurito. Noi occhiuti, sempre all’erta, alla ricerca di nemici, e questi che non lottano neanche contro i loro genitori. Non capivamo che cosa fossero, e qui si è visto: post-antagonismo, non-violenza, non-individualismo e rete, è questo a comporre la cifra. Oltre a un forte europeismo. Risposte virali e interstiziali, il nuovo che prende forma in micro-pratiche quotidiane, infinitesime, reticolari, subliminali. Un linguaggio più femminile che maschile”. 

Ditemi voi che cosa c’entra quel manipolo di str…i con questa magnifica generazione.

esperienze, Senza categoria Ottobre 11, 2011

Che faccia, quella faccia

Che faccia, quella faccia. Di questo uomo quasi-vecchio con i capelli cotonati e il rossetto (“... per farlo durare sotto ci devi mettere la cipria“). Quella faccia unica, inconfondibile, sbiancata dalla biacca -genere Robert Smith dei Cure-, incisa dalla vita, ci si stamperà nel cervello, entrerà a fare parte del nostro bagaglio, del nostro immaginario, della nostra memoria condivisa. Un segno, un’icona, una possibilità umana. Il ritratto di una generazione condannata al post-sballo e al forever young. Una faccia ibrida tra quella di un bambino e di una vecchia signora con la tinta e gli occhiali da presbite sulla punta del naso. La voce stridula, strascicata e mite dello sconfitto radicale: e non lo siamo un po’ tutti, da un certo punto della vita in poi?

Cheyenne è una vecchia rockstar genere goth che vive in un maniero irlandese, nell’agio più assoluto e ormai lontano da tutto. Dalla musica, dal successo, dalla folla, dagli abusi alcolici e anche da se stesso, tenuto in piedi da una moglie che gli sta accanto da 35 anni come un affettuoso esoscheletro (la fantastica Frances McDormand di Fargo, con tutte le sue rughe di cinquantenne).

La prima parte di This Must Be the Place, ultimo film di Paolo Sorrentino, si svolge in una Dublino strepitosamente fotografata da Luca Bigazzi, il nostro più importante direttore della fotografia: mattoni rossi, cieli grigi, centri commerciali, solitudine, una malinconia rarefatta e disincarnata, Cheyenne che fa la spesa trascinando se stesso e un carrello malconcio, partite di pelota e corsi di tai chi nella piscina vuota come sono vuote le giornate.

Nella seconda parte siamo nel più classico on the road, partenza da New York traversando praterie fino al New Mexico, a caccia dell’aguzzino nazista che aveva perseguitato suo padre, ebreo detenuto in un campo di concentramento. Viaggio alla ricerca delle proprie radici passando attraverso la vita del padre, perduto da trent’anni e ritrovato solo sul letto di morte. Sembra troppo tardi per tutto, e invece c’è ancora tempo per qualcosa, forse per molto.

Musiche di David Byrne, già Talking Heads (chioma candida, interpreta se stesso), Sean Penn da Oscar, all’apice della sua grandezza, This Must Be the Place è un film difficile, perturbante e già indimenticabile. Con momenti di umorismo folgorante. A Cannes non ha avuto l’accoglienza sperata. Ma per Hollywood ha molte chances. Potete vederlo al cinema -peccato che con il doppiaggio un po’ del fascino vada perduto- dal 14 ottobre.

Ve lo raccomando con tutto il cuore e l’amicizia. 

P.s. Mi viene in mente, ripensandoci, che in fondo ci sono parecchie analogie tra questa storia e una delle più belle storie mai scritte, quella di Pinocchio. Lui e il padre -della madre non c’è traccia-, una Fata Turchina -la moglie- e soprattutto quel finale… Vedetelo, poi ne parliamo.

 

Politica, Senza categoria Luglio 7, 2011

Un Pd di Provincia

Dice Pierluigi Bersani:Sulle Province ci siamo incartati, ora non sappiamo come spiegare la nostra posizione“.

Be’, direi che è semplice: il Pd ha perso un’occasione storica, e anche di notevole portata simbolica, come dice Pippo Civati, per dare dimostrazione concreta della propria differenza, della volontà inequivoca di tagliare i costi della politica -secondo alcuni calcoli, si risparmierebbero più o meno 2 miliardi e mezzo l’anno– e lo ha fatto solo per il fatto di non scontentare i propri eletti nelle istituzioni provinciali. Perciò è facilissimo da capire, c’è poco da spiegare. Noi l’abbiamo capita, tutti l’hanno capita, e non ci è piaciuta.

Molto meno facile uscirne. Può essere che la proposta Di Pietro sul taglio delle Province non fosse il massimo. E allora l’unica cosa è affrettarsi a presentare un’altra proposta, sullo stesso tema, e con il medesimo obiettivo: abolirle. E presentarla molto in fretta, domani, lunedì, non aspettare un giorno in più. Prima che si consolidi nell’opinione pubblica l’impressione, nefasta per le sorti del Pd, che la differenza piddina non esiste, che anche loro sono uguali agli altri. Il tema degli sprechi oggi è sensibilissimo, e non ci si può scherzare. Si tratta di sintonizzarsi con lo spirito del tempo, e averlo molto ben presente.

p.s. : si è notato meno, che qualche mese fa anche il Pd aveva votato in massa contro l’abolizione dei vitalizi ai parlamentari. Anche quello non è stato un granché…