Accertato che vi saranno primarie per l’individuazione del candidato premier del centrosinistra, e in attesa di una migliore definizione delle intenzioni del centrodestra, forse è venuto il momento che Se non ora quando ripensi al 13 febbraio, la più grande manifestazione di popolo dal dopoguerra, convocata e guidata dalle donne, e festeggi il quasi-secondo anniversario con l’indicazione di candidate alle primarie.

E’ questo che il popolo del 13 febbraio, donne e uomini, si aspetta: che si tirino somme politiche, che si colga ogni occasione per portare la differenza femminile e il doppio sguardo al governo del Paese. Sarebbe strano il contrario: che Se non ora quando si sottraesse a questa sfida, eventualmente trasversale e bipartisan: per portare il maggior numero di donne possibile nel maggior numero di schieramenti possibili. Se è vero che la maggioranza di questo movimento fa riferimento al centrosinistra, vi sono anche molte donne -e uomini- di centro e centrodestra che condividono l’obiettivo del 50/50.

E’ bastato che Pierluigi Bersani -gli va dato atto di grande coraggio e di una ferma volontà politica- dichiarasse prossime primarie aperte perché una serie di semi-Carneadi (tutti maschi) manifestassero la loro intenzione di parteciparvi. Non è pensabile che la partita si giochi tra soli uomini. Ma non è nemmeno pensabile che quelle poche donne -eventualmente quell’unica donna- siano solo espressione dei partiti.

Le amiche che hanno organizzato il 13 febbraio, giornata che la Storia indicherà come data di nascita della Terza Repubblica,  si sono assunte una grandissima responsabilità politica, che va condotta con determinazione fino in fondo.

Le primarie sono un passaggio imprescindibile, e il momento per parlarne è adesso.

p.s. Io un paio di nomi li ho in mente

 

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