“La danza è una “via diretta alla verità”. E’ pericolosa, gioiosa, sensuale, sacra, dirompente, contagiosa, e rompe le regole. Si può ballare in ogni momento, in ogni luogo, con chiunque, e gratis. Il ballo unisce e spinge ad andare oltre: questo è il cuore di One Billion Rising”.
Per il prossimo 14 febbraio (15° V-Day, movimento contro la violenza sulle donne) Eve Ensler, la creatrice di “I Monologhi della Vagina” Eve Ensler ha invitato il mondo a una festa da ballo planetaria. R.S.V.P.: e il mondo, 189 paesi (ne mancano appena 9) ha accettato l’invito.Si danzerà dappertutto per fermare la violenza che opprime ogni giorno un miliardo di donne nel mondo. Ma se “un miliardo di donne violate è un’atrocità” dice Ensler “un miliardo di donne che ballano è una rivoluzione”.
One Billion Rising è una protesta creativa e non violenta a cui hanno aderito “singoli e associazioni di tutti i tipi. Intellettuali, star come Robert Redford, Rosario Dawson, Jessica Alba, Sally Field, Yoko Ono, Laura Pausini. Personalità politiche come Michelle Bachelet, ex-presidente del Cile, e Berenice King, figlia di Martin Luther King. Lavoratori migranti. Contadini e ballerini professionisti. Grandi organizzazioni mondiali, da Amnesty International ai sindacati americani. Piccoli centri antiviolenza. Il Dalai Lama, che ha dichiarato: “E’ necessario che ricorriamo al nostro buon senso, e che incoraggiamo gli altri a fare altrettanto, per capire quello che la violenza contro le donne e le ragazze comporta. Non ci sono circonstanze che la rendono giustificabile, dalla violenza non viene mai niente di buono. La sola cosa certa è che dove c’è violenza c’è sempre e inevitabilmente sofferenza. Capire che la natura della violenza è la sofferenza ci aiuta a comprendere la sua inutilità e la sua nocività”. E ancora, tante tante attiviste grintose e appassionate. Gente di tutti mondi e di ogni posizione politica, economica, sociale ed etnica che lotta e balla insieme per un comune obiettivo. Mi pare straordinario”.
Eve, torniamo un po’ indietro. Raccontaci il tuo personale V-day: il giorno in cui ti è nata l’idea di “I Monologhi della Vagina” ed è cominciata la tua travolgente V-Adventure.
“E’ andata così: io e un’amica stavamo parlando di menopausa, e ci è capitato di nominare la vagina. Mi sono improvvisamente resa conto di non sapere nulla del modo in cui le donne “sentivano” questa parte del loro corpo. Non c’erano parole a raccontarlo. Tutto è nato da questa grande curiosità”.
Come ti spieghi il successo virale e planetario dei Monologhi?
“Siamo costrette al segreto e al tabù su molte cose, e questo provoca sofferenza. Quando hai l’opportunità di rompere il silenzio ti senti sollevata ed eccitata. Ti rendi conto di quanto sia importante comunicare, e di come prendere parola può cambiare la tua vita. Questo è capitato con i Monologhi a milioni di donne in ogni luogo del mondo”.
Qual è stata l’emozione più forte legata allo show?”.
“Al Superdome di New Orleans, decima rappresentazione. Io che di fronte a 18 mila spettatori ho aperto lo show saltando fuori da un’enorme vagina!”.
Dai Monologhi, l’idea del V-Day…
“Dopo gli spettacoli tantissime donne venivano a raccontarmi le loro storie. Nella gran parte dei casi erano storie di abusi sessuali, di incesto, di violenza. Non avrei mai potuto continuare a fare i Monologhi se non avessi rotto il silenzio su questo enorme sommerso di dolore. Così nel 1998 abbiamo deciso di usare lo show per aumentare la consapevolezza sulla violenza nascosta e per raccogliere fondi destinati all’obiettivo”.
E per il prossimo V-Day, l’One Billion Rising, danza planetaria.
“La danza è occupazione di spazio, e anche se non c’è una coreografia lo faremo tutte insieme”.
Sei appena rientrata dall’India, dove hai preso parte alle grandi manifestazioni contro la violenza sessuale.
“Lo stupro di gruppo che ha provocato la morte di Jyoti Singh Pandey è stato un fatto orribile, che ha risvegliato le masse, provocando una vera frattura nelle coscienze di tutti. E’ la prima volta, nella mia lunga vita di attivista, che vedo la violenza sessista diventare la questione principale di una società, con enorme risonanza nel resto del mondo”.
Saprai certamente che in Italia stiamo vivendo un’emergenza femminicidio: come spieghi questo violento “contrattacco” maschile?
“In Italia c’è il quartier generale della Chiesa Cattolica, la più potente confessione del mondo, l’unica a possedere uno stato, una banca, una propria polizia. Una Chiesa che ha sempre avuto paura del femminile, e che continua a insegnare alle donne a stare ai margini, silenziose e ubbidienti. Anziché incoraggiare amore e rispetto tra i sessi, padri, preti e governo pretendono di decidere quello che le donne possono o non possono fare del loro corpo e delle loro vite. Il che non è saggio né sensato, crea odio e paura, fa crescere la violenza. Ma anche nel mondo cattolico qualcosa sta cambiando: ho incontrato molte suore che lottano insieme a noi. In un recente viaggio nelle Filippine ho conosciuto sorella Mary John, straordinaria monaca benedettina, esempio vivente di fede nella parola di Gesù e nella rivoluzione delle donne. Che piaccia o meno, una femminista radicale”.
Robert Redford definisce la violenza una “crisi globale”: pensi che la sensibilità maschile stia crescendo?
“Gli uomini amorosi e saggi –ce ne sono tanti- sanno di non poter più voltare la testa dall’altra parte. Riconoscono che la violenza contro le donne è sempre stato un problema maschile. Nelle manifestazioni indiane c’erano anche molti uomini. E tanti aderiscono a One Billion Rising: emozionante”.
Ti capita mai di sentirti sovrastata da questo enorme impegno?
“Certo che sì. Ma da 3 anni, da quando sono guarita dal cancro, sento in me un’enorme energia, qualcosa che non ho mai sperimentato prima. Il sostegno di tanta gente in tutto mondo mi solleva e mi incoraggia, malinconie e stanchezza si trasformano in gioia e senso di possibilità”.
Che cosa ti ha insegnato l’esperienza della malattia?
“Parlo proprio di questo nel mio prossimo libro, “In the Body of the World”, che uscirà ad aprile”.
Raccontaci un po’ di programmi…
“Il mio impegno non ammette vacanze. Il V-Day è ormai un movimento mondiale che richiede attenzioni quotidiane e ininterrotte. Da tempo sono attratta in particolare dalla vita e dallo spirito di continenti come Asia e Africa, che pulsano di energie fresche e di nuove visioni. L’Occidente è depresso e autoindulgente, sopraffatto dal desiderio di avere sempre di più, o semplicemente di non perdere potere e privilegi. Dobbiamo fare spazio per concepire un nuovo mondo, una nuova visione, un altro stile di vita”.
Dove ballerai, il 14 febbraio?
“A Bukavu, in Congo, nella “mia” “City of Joy”, villaggio che ho fondato e finanziato con gli incassi dei “Monologhi” e con il contributo dell’Unicef, e che ogni anno ospita e rimette al mondo 180 donne vittime di brutali violenze. Ballerò insieme a migliaia di donne che stanno trasformando in forza le loro sofferenze, e a migliaia di uomini che sostengono il nostro progetto”.
Tutte le altre notizie le trovate qui.
********************************************************************************************************************************************
Gli eventi di ONE BILLION RISING si svolgeranno in location celebri come la cattedrale di St. John The Divine a New York, la Grace Cathedral di San Francisco e il Parlamento Britannico.
Qui come avere tutte le info sulle LOCATION ITALIANE (al momento hanno aderito 70 città)
(in prossimità del 14 febbraio meglio verificare eventuali cambiamenti di location e orari già indicati)
ALESSANDRIA
Etimo Donna http://etimodonna.blogspot.it/ – etimodonna@gmail.com
Micaela Balice micaela.balice@yahoo.it
BARI
Angela Saracino saracinoangela@libero.it
La grande madre Alessandra Cappiello
BENEVENTO
Gruppo Exit Strategy
BERGAMO
Americana Exotica scuola di ballo:http://www.americanaexotica.it/tag/dancehall-bergamo/
Beatrice Secchi – beatrice.secchi88@gmail.com
BOLOGNA
Casa delle donne
http://www.casadonne.it/cms/
info.casadonne@women.it
Associazione Anatroccolo Rosa – http://www.anatroccolorosa.it/
Chiara Cretella chiara.cretella@gmail.com
La corte delle fate www.lacortedellefate.org
BRESCIA
Laura Nicoletto – ing.nicolettolaura@bresciaonline.it
Chiara Caffi – chiara.fontanella@yahoo.it
CALTANISSETTA
ONDE IN MOVIMENTO http://ondedonneinmovimento.blogspot.it/
Lidia Trobia ondedonneinmovimento@gmail.com
CATANIA
UDI Catania udichiama.catania@gmail.com
CERVETERI
SNOQ Cerveteri https://www.facebook.com/senonoraquando.cerveteri
snoq.cerveteri@gmail.com Luisa Ermini
http://senonoraquandocerveteri.blogspot.it/
CUNEO (Largo Audifreddi, ore 16-20)
SNOQ Cuneo http://www.senonoraquando.eu/?tag=snoq-cuneo
Giulia Conte senonoraquando.cuneo@gmail.com
FERRARA
Caterina Tavolini
info@fabriziobonora.net
Alessandro Suardi a.suardi@gmail.com
www.alessandrosuardi.altervista.org
FIRENZE (piazza della Repubblica , ore 15)
SNOQ Firenze http://senonoraquandofirenze.wordpress.com/
Stefania La Rosa stefanialarosa64@gmail.com
Artemisia http://www.artemisiacentroantiviolenza.it/index.php?n=Artemisia.Associazione
Nicoletta Livi Bacci nicobacci@virgilio.it
CGIL Toscana coordinamento Firenze,Prato,.. CGIL , SNOQ, centri antiviolenza
Anna Maria Romano aromano@tosc.cgil.it
Libere tutte
http://liberetuttefirenze.blogspot.it/ Pagina FB: Libere Tutte
Coro “Le Musiquorum” Pagina FB: /MusiQuorum
Centro Ideazione Donna http://www.ilgiardinodeiciliegi.firenze.it/
Nicoletta Livi Bacci nicobacci@virgilio.it
The Global Teatre Project info@theglobaltheatreproject.org
Clelia Marmugi clelia@florencetheatre.com
Bari Hochwald bari@florencetheatre.com
BAGNO A RIPOLI (FI)
roberta montanari robyger77@yahoo.it
GENOVA
SNOQ Genova http://www.senonoraquando.eu/?tag=snoq-genova
Eva Provedel evaprovedel@gmail.com senonoraquandogenova@gmail.com
Rita Falaschi Provincia di Genova – falaschi.r@provincia.genova.it
Direzione Risorse Umane, Finanziarie e Patrimonio
Servizio Organizzazione e Sviluppo- Ufficio Benessere Organizzativo e pari Opportunità
IMOLA
Trama di Terre www.tramaditerre.org
Silvia Torneri info@tramaditerre.org
centrointerculturaledelledonne@tramaditerre.org
JESI
Chiara Bizzani
LANUSEI
Loredana Rosa Brau
https://www.facebook.com/events/321065521344677/
LECCO
Telefono donna lecco www.telefonodonnalecco.it
Giusi Panzeri – tiarsa@alice.it + Associazione Ballatella
DonneViola http://donneviola.wordpress.com/
Marta Proserpio marta.prose@gmail.com
LIVORNO
UDI Pieralda Giovacchini pieraldagiovacchini@gmail.com
scuola di Ballo EOS – Stagno Collesalvetti Anna Caiazzo occhiverdi64@hotmail.it
LODI
SNOQ Lodi snoqlodi@gmail.com
Katia Menchetti
LUCCA
SNOQ Lucca http://www.senonoraquando.eu/?tag=se-non-ora-quando-lucca
Brunella Peschiera anastasia.b@fastwebnet.it
MASSA (Piazza Aranci, ore 18)
SNOQ Massa
MILANO (Stazione Centrale, ore 19: ma la location non è ancora definitiva)
Cooperativa Sociale A R. – Contro La Violenza Alle Donne http://cerchidacqua.org/?p=29
info@cerchidacqua.org – Daniela Lagomarsini
milanoonebillionrising@gmail.com
Livia Grossi livia.grossi@tiscali.it
Rete delle reti femminili http://www.facebook.com/LaReteDelleRetiFemminili
rotelle@portaledelledonne.org
INTERVITA http://www.intervita.it/IT/default.aspx
Greta Nicolini greta.nicolini@intervita.it
MODENA (piazza Grande, ore 18-21)
Ass. Il Cacomela ilcacomela.blogspot.com
Agnese – ilcacomela@gmail.com
Casa delle donne di Modena http://associazioni.monet.modena.it/cddonna/casa.htm
Centro documentazione donna:http://associazioni.monet.modena.it/cddonna/casa.htm
cddonna2@comune.modena.it – Vittorina maestroni
LAG – Libera associazione genitori http://www.lagvignola.it/ – info@lagvignola.it
Barbara Pasquariello b.pasquariello@lagvignola.it
Vivere donna centro antiviolenza di Carpi http://viveredonna.org/vd/
viveredonna@gmail.com Paola Vigarani
NAPOLI
-Rosaria Guarino -Patrizia Cipullo – Antonella Marini https://www.facebook.com/events/239565799509882/
Associazione Rio Abierto Anna Tucci tucana53@alice.it
ARZANO (NA)
Paola Serra
PADOVA
Padova donne http://www.padovadonne.it/ – padovadonne@gmail.com
Roberta Lotto roberta.lotto@gmail.com
Elena Ditadi sue.ditadi@gmail.com
Rete studenti medi Padova http://reds-retedeglistudentipadova.blogspot.it/
reds.padova@gmail.com
PAESTUM
Commissione Pari Opportunità di Capaccio
ARTEMIDE
Gabriella Paolucci – http://www.facebook.com/groups/186881198009132/
PALERMO (Piazza Verdi -teatro Massimo)
Coordinamento Antiviolenza 21 luglio Palermo: www.coordinamento21luglio.altervista.org
Stefania Savoia – Coordinamento21lugliopalermo@gmail.com
PARMA (piazza Garibaldi + Centro commerciale Le Torri)
CENTRO VIOLENZA PARMA http://www.acavpr.it/AcavPR/
Sara Conz sara.conz@live.it
Marinella Milanese
PESCARASNOQ Pescara http://www.senonoraquandopescara.org
comitato@senonoraquandopescara.org Maristella
PRATO
Coordinamento Donne della C.d.L. -CGIL Prato
Nora Toccafondi ntoccafondi@prato.tosc.cgil.it
RAVENNA (3 flash mob scuole + Centro commerciale)
Ecco la danza http://www.facebook.com/groups/eccoladanza/
Maurizia Pasi mauriziap@gmail.com
Casa delle donne
Diva Ponti pontidiva@libero.it
REGGIO CALABRIA
UDI NAZIONALE udinazionale@gmail.com
RIMINI
Associazione – Centro Antiviolenza “Rompi il silenzio” http://www.rompiilsilenzio.org/
Paola Gualano presidente – rompiilsilenzio@virgilio.it
ROMA (Casa internazionale delle Donne, ore 18.30)
SNOQ
Luisa Rizzitelli, luisa.rizzitelli@gmail.com –
Cinzia Guido, cinziaguido@gmail.com
Loredana Taddei loredana.taddei@gmail.com
Giorgia Serughetti giorgia.serughetti@gmail.com
Carlotta Cerquetti carlottacq@gmail.com
Casa Internazionale delle Donne Roma – Francesca Koch francescakoch@tin.it
Accademia Nazionale di Danza- Margherita Parrilla margherita.parrilla@libero.it
LEI –DONNE IN MOVIMENTO leidonneinmovimento@live.com
Lobby Europea delle Donne – Maria Ludovica Tranqulli Leali m.tranquillileali@virgilio.it
Laboratorio Donnae – Pina Nuzzo – laboratoriodonnae@gmail.com
LABICO (RM)
Associazione Socialmente Donna, Argia Simone
ROVERETO (TN)
Veronica Loperfido
SIRACUSA
Centro antiviolenza Tiziana Biondi titti.1973@hotmail.it
Biagioni martina erocapinera@yahoo.it
Stonewall www.stonewall.it
TARANTO
Ethra http://www.associazioneethra.org/ Angela Petra Blasi
TORINO
Ass. Alma Terra. Centro interculturale della donna:
http://www.almaterratorino.org/
roni_ud@hotmail.com
Raffaella Gallo
TRENTO
Giovanna Covi
VERONA
Scuola di danza Marinella Marchiori – marinella.marchiori@alice
Il Laboratorio del Movimento Martine Susana martinesusana@alice.it
VIAREGGIO
Casa delle donne http://www.casadelledonne.it/
VITERBO
CENTRO ANTIVIOLENZE ERINNA
BOLSENA (VT)
Sirka – sirkarte@gmail.com
per aggiornamenti e altre info:
http://obritalia.livejournal.com
www.facebook.com/groups/onebillionitalia
contatti:
Nicoletta Corradini: nico@onebillionrising.org
Elena Montorsi: elena@onebillionrising.org
Nicoletta Billi : nicolettabilli@gmail.com )
********************************************************************************************************************************************
VANDANA SHIVA
COME LA VIOLENZA ECONOMICA CONTRIBUISCE ALLA VIOLENZA SULLE DONNE
Sul tema della violenza sessista e del femminicidio è recentemente intervenuta su Al Jazeera Vandana Shiva, ecofemminista, attivista per la biodiversità e i diritti dei contadini, vincitrice del Premio Nobel Alternativo – Right Livelihood Award – nel 1993, autrice di oltre 20 libri e 500 dissertazioni accademiche, fondatrice della “Fondazione per la ricerca nella scienza, la tecnologia e l’ecologia”.
Titolo della sua relazione: “How Violent Economic ‘Reforms’ Contribute to Violence Against Women” (“Come le “riforme” economiche violente contribuiscono alla violenza contro le donne”).
Nella nota introduttiva, Vandana Shiva ha detto: “La coraggiosa vittima dello stupro di gruppo di Delhi ha tratto il suo ultimo respiro il 30 dicembre 2012. Questo articolo è un tributo a lei e alle altre vittime della violenza contro le donne”.
“La violenza contro le donne è vecchia quanto il patriarcato, ma recentemente si è intensificata ed è divenuta più pervasiva. Ricorre a forme più brutali, come nel caso della morte per stupro di gruppo a Delh,i e in quello del suicidio della 17 enne vittima di stupro a Chandigarh.
Negli anni i casi di stupro e di violenza sono aumentati. Il National Crime Records Bureau (NCRB) registrava 10.068 casi di stupro nel 1990, che sono aumentati a 16.496 nel 2000. Con la cifra di 24.206 nel 2011, i casi di stupro fanno un incredibile balzo del 873 per cento dal 1971, quando l’NCRB cominciò a registrarli. New Delhi si rivela come la “capitale dello stupro dell’India”: vi accadono il 25 per cento dei casi.
Si deve sostenere il movimento per fermare questa violenza, fino a che giustizia sarà fatta per ciascuna delle nostre figlie e sorelle che è stata violata. Ma mentre intensifichiamo la nostra lotta perché le donne abbiano giustizia, dobbiamo anche chiederci perché i casi di stupro sono aumentati del 240 per cento a partire dagli anni ’90, quando le nuove politiche economiche furono introdotte. E’ necessario esaminare le radici della crescente violenza contro le donne.
C’è una relazione fra la crescita di politiche economiche violente, ingiuste e imposte in modo non democratico, e la crescita dei crimini contro le donne? Io credo di sì.
In primo luogo, il modello economico che si concentra in modo miope sulla “crescita” comincia con una violenza contro le donne, non tenendo in conto il loro contributo all’economia. Più il governo parla, sino alla nausea, di “crescita inclusiva” e di “inclusione finanziaria”, più esclude i contributi delle donne all’economia e alla società.
Secondo i modelli economici patriarcali, la produzione per il sostentamento vale come “non-produzione”. La trasformazione del valore in disvalore, del lavoro in non-lavoro, della conoscenza in non-conoscenza, si ottiene tramite il numero più potente che governa le nostre vite, il costrutto patriarcale detto “Prodotto Interno Lordo” (PIL), che molti commentatori hanno cominciato a chiamare “Problema Interno Lordo”. I sistemi contabili nazionali che sono usati per quantificare la crescita come PIL sono basati sull’assunto che se i produttori consumano ciò che producono, in effetti non hanno prodotto per nulla, perché si situano fuori dai confini dell’area produttiva.
L’area produttiva è un’invenzione politica che lavora per escludere da sé i cicli di produzione che implicano rigenerazione e rinnovo. Perciò, tutte le donne che producono per le loro famiglie, per i loro bambini, per le loro comunità e società, sono trattate come “non-produttive” e “inattive economicamente”. Quando le economie sono confinate nel mercato, l’autosufficienza economica è percepita come deficienza economica. La svalutazione del lavoro delle donne, e del lavoro fatto nelle economie di sussistenza del Sud, è il risultato naturale di confini di produzione costruiti dal patriarcato capitalista.
Restringendosi ai valori dell’economia di mercato, così come definita dal patriarcato capitalista, i confini della produzione ignorano il valore di due vitali economie che sono necessarie alla sopravvivenza ecologica e umana. Nell’economia della natura e nell’economia di sussistenza, il valore economico è la misura di come la vita della Terra e la vita umana sono protette. La sua moneta corrente sono i processi che danno la vita, non il denaro o il prezzo di mercato.
In secondo luogo, un modello di patriarcato capitalista che esclude il lavoro e la creazione di ricchezza fatti dalle donne, approfondisce la violenza cacciando le donne dagli ambienti naturali da cui dipendono le loro vite: le loro terre, le loro foreste, la loro acqua, i loro semi, la loro biodiversità. Riforme economiche basate sull’idea di una crescita illimitata in un mondo limitato possono essere mantenute da un potere che si appropria delle risorse di chi è vulnerabile. L’arraffamento delle risorse che è essenziale per la “crescita” crea una cultura dello stupro: lo stupro della Terra, delle economie locali autosufficienti, delle donne. L’unico modo in cui questa “crescita” è “inclusiva” è che include numeri sempre più grandi nei suoi cerchi di violenza.
Ho ripetuto più volte che lo stupro della Terra e lo stupro delle donne sono intimamente connessi, sia metaforicamente, nel dare forma a visioni del mondo, sia materialmente, nel dare forma alle vite quotidiane delle donne. La sempre più profonda vulnerabilità economica delle donne le rende più vulnerabili a ogni forma di violenza, incluse le aggressioni sessuali, come abbiamo scoperto durante una serie di udienze pubbliche relative all’impatto delle riforme economiche sulle donne, organizzate dalla Commissione nazionale sulle donne e dalla Fondazione per la ricerca nella scienza, la tecnologia e l’ecologia.
In terzo luogo, le riforme economiche tendono a sovvertire la democrazia e a privatizzare i governi. Il governo parla di riforme economiche come se essere non avessero nulla a che vedere con la politica e con il potere. Parlano di tenere la politica fuori dall’economia, mentre stanno imponendo un modello economico a cui danno forma politiche specifiche per genere e classe. Le riforme neoliberiste lavorano contro la democrazia. Le riforme guidate dalle corporazioni economiche creano una convergenza di potere economico e politico, approfondendo le diseguaglianze e la crescente separazione tra la classe politica e la volontà del popolo che si suppone essa rappresenti. Questa è la radice della sconnessione fra i politici e l’opinione pubblica, di cui abbiamo fatto esperienza durante le proteste contro lo stupro di gruppo di Delhi.
Peggio ancora, una classe politica alienata ha timore dei suoi cittadini. Questo spiega l’uso della polizia per schiacciare le proteste nonviolente che abbiamo testimoniata a Nuova Delhi, le torture e gli arresti (Sori Sori a Bastar, Dayamani Barla a Jharkhand), le migliaia di violenze contro le comunità che lottano per non avere una centrale nucleare a Kudankulam. Uno stato privatizzato dalle corporazioni economiche deve giocoforza diventare in fretta uno stato di polizia. Perciò i politici devono circondarsi di sicurezza al massimo livello, distogliendo le forze dell’ordine dai loro compiti di protezione dei cittadini ordinari e delle donne.
In quarto luogo, il modello economico del patriarcato capitalista si basa sulla mercificazione di tutto, donne incluse. Quando fermammo i lavori del WTO ministeriale a Seattle, il nostro slogan era: “Il nostro mondo non è in vendita”. Un’economia “liberalizzata” che deregolarizza il commercio, privatizza e mercifica semi e cibo, terre e acqua, donne e bambini, rinforza il patriarcato ed intensifica la violenza contro le donne. I sistemi economici influenzano le culture e i valori sociali. Un’economia di mercificazione crea una cultura di mercificazione, dove tutto ha un prezzo e niente ha un valore. La crescente cultura dello stupro è l’esternalizzazione sociale delle riforme economiche. Dobbiamo tenere udienze pubbliche istituzionalizzate per le politiche neoliberiste, che sono lo strumento centrale del patriarcato nella nostra epoca. Se vi fossero state udienze pubbliche di chi lavora nel nostro settore dei semi, 270.000 contadini non si sarebbero suicidati in India, come invece è avvenuto sin da quanto le nuove politiche economiche sono state introdotte. Se vi fossero state udienze pubbliche di chi lavora sul cibo e in agricoltura, non avremmo un Indiano su quattro che ha fame, una donna indiana su tre malnutrita, e un bambino su due perduto o devastato a causa della denutrizione. L’India, oggi, non sarebbe la Repubblica della Fame di cui ha scritto Utsa Patnaik.
La vittima dello stupro di gruppo a Delhi ha innescato una rivoluzione sociale. Dobbiamo sostenerla, approfondirla, espanderla. Dobbiamo chiedere che la giustizia per le donne sia più veloce e più efficace, che i processi condannino rapidamente i responsabili di crimini contro le donne. Dobbiamo assicurarci che le leggi cambino, di modo che la giustizia non sia così elusiva per le vittime di violenza sessuale. Dobbiamo continuare a chiedere che vengano resi noti i nomi dei politici che hanno precedenti penali. E mentre facciamo tutto questo, dobbiamo cambiare il paradigma vigente che ci viene imposto in nome della “crescita” e che sta alimentando i crimini contro le donne. Mettere fine alla violenza contro le donne include il muoversi oltre l’economia violenta formata dal patriarcato capitalista, verso le economie pacifiche e nonviolente che rispettano le donne e la Terra.