Non parlo di politica, oggi. Anzi parlo di politica, nel senso in cui io la intendo.

Il prossimo we, 16 e 17 marzo, a Roma c/o SCUP, via Nola 5 (San Giovanni) l’incontro “Mio fratello è figlio unico. Cosa cambia se cambiano i desideri degli uomini”, indetto dall’associazione Maschile Plurale, aperto a donne e uomini (tutte le info qui).

Ne parlo con Stefano Ciccone, tra i fondatori dell’associazione.

“Abbiamo molto ragionato sulla violenza nelle relazioni tra uomini e donne” spiega. “L’intento è quello di proseguire nella riflessione, a partire dai nuovi desideri che si manifestano tra gli uomini, per capire se sia possibile la costruzione di una politica che sappia metterli in gioco”.

Quali sono, questi desideri?

“Noi siamo convinti che sia in corso un grande cambiamento nel modo di essere uomini, che tuttavia resta molecolare, microfisico e politicamente invisibile: mi riferisco al nuovo modo di essere padri, ai mutamenti nei rapporti con il lavoro, con la politica… Tutto questo viene rubricato come “crisi maschile“, e decodificato come “femminilizzazione”, o come “rinuncia al potere”, comunque sempre sotto il segno della sconfitta. E’ molto più difficile cogliere le potenzialità positive di questi cambiamenti”.

E quali sono?

“Stanno nel fatto di ripensare a una soggettività maschile che sfugga sia al revanchismo sia al recupero nostalgico della virilità perduta. Operazione complicata: noi non possiamo partire dal “maschio è bello”, come è stato per le donne, o dal “pride” dei movimenti LGBT…”.

Perché l’incontro è aperto anche alle donne?

“L’appuntamento di sabato e domenica è frutto di un percorso separato, di una lunga riflessione tra uomini. Oggi ci interessa farne un tema politico, aprendo all’interlocuzione con le donne”.

Violenza, autorità, risentimento, desiderio/trasformazione, linguaggio/relazione: questi i temi principali su cui si svilupperà il confronto.

Ve ne daremo conto.

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