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stupro

Corpo-anima, Donne e Uomini, esperienze Luglio 15, 2012

50 sfumature di stupro

Dunque c’è mezzo mondo, e pure mezza Italia, che a quanto pare si sta appassionando a queste “50 sfumature di grigio” dove, mi sembra di avere capito -non l’ho letto e non so se lo farò, perché onestamente nulla mi annoia di più delle perversioni sessuali e della loro narrazione- una tale improvvisamente scopre l’immenso godimento dell’essere dominata e maltrattata. Contenta lei, a me va più che bene.

Dopodiché una ragazzotta australiana in gran tour incontra a Roma un ragazzotto marocchino, bevono alla grande, il rapporto sessuale è molto brutale -come diavolo avrà fatto a lacerarla in quel modo io non riesco neanche a immaginarlo-, lei resta lì rintontonita e sanguinante, la trovano all’alba mezza dissanguata, lei dice che non c’è stata violenza ma una psicologa che la interroga assicura che è stato uno stupro bello e buono e tutt* dobbiamo gridare “dagli al violentatore” (che peraltro il giorno dopo, anziché darsela a gambe, va a farle visita in ospedale).

Dio stramaledica gli stupratori, li renda per sempre impotenti, la vergogna li annichilisca per il resto dei loro giorni. Ma può anche essere che una, per ragioni non sindacabili -ancorché difficilmente comprensibili, almeno da me- voglia un rapporto sessuale brutale, e lo ottenga.

In sintesi: siamo disponibili a credere all’esistenza del masochismo, purché solo letterario. Ma quando nella vita incontriamo qualcosa di simile -perfino la moda occhieggia al bondage- la political e la sexual correctness impediscono di crederci.

 

Donne e Uomini, esperienze Dicembre 29, 2011

Violenti per caso

Stiamo discutendo di violenza maschile sulle donne. Un amico, Gabriele, riflette ad alta voce su se stesso. Una volta ha picchiato una donna. Vuole provare a raccontare come è successo, provare a darsi qualche spiegazione, dire alle donne come capita, e come difendersi. E’ un gesto a suo modo generoso, a cui va dato valore.

Dirò qualcosa a proposito degli omicidi commessi da uomini che fino al giorno prima non hanno mai praticato violenza, di quelli cioè che non vivono in culture di codici barbari e che giornalmente, almeno formalmente, d’avanti gli occhi del loro microcosmo, indossano atteggiamenti patriarcali maschilisti e per i quali certamente l’esposizione a modelli ancor più può determinare in un momento anche solo di grande rabbia una tragedia.
Non appartengo alla tipologia de ‘ è lo stupro in se che eccita’, semmai appartengo a quell’altra che ‘se la donna non si eccita non riesco ad eccitarmi neanche io’. Anche uno come me può però arrivare ad usare le mani, mi è successo, purtroppo, credo anche che non si possa mai più ripetere e che non sarei mai arrivato ad un omicidio e questo giusto perchè fortunatamente quella volta non ho mai perso del tutto il contatto con la realtà. Se fossi stato di struttura psicotica il potenziale di aggressività che mi trasformò lungi da ogni possibile previsione in altro da me per un paio d’ore mi avrebbe certamente portato ancora oltre. Questo ennesimo episodio di un paio di giorni fa mi ha fatto tentare una spiegazione, perlomeno al mio crimine, non una giustificazione, non c’è giustificazione all’uso della violenza. “L’arma degli incapaci”: anche questo è vero, avevo tentato come potevo di affrontare il dolore, prendendomela con l’altro, per esempio, una persona assente, sconosciuta, e mantenendo innocente colei che mi si ripresentava d’avanti. Il dolore, immane, è già immaginare la tua donna, quella che ami più di te stesso con le gambe allargate ad un altro che non l’ama ma si sta passando un capriccio. Quella la consideri violenza ‘a sua insaputa’ e ti accende, perchè forse l’atto sessuale lo consideri una ‘tenera violenza’ lecita tra chi si ama, che hai costruito di modo che a lei sia graditissima, sacrilega se perpetuata con l’inganno da terzi. Tutte cazzate ma tu ci credi.

A quel punto hai già perso un po’ il contatto con la realtà, sei entrato in una spirale senza fondo di rimuginamenti, non mangi, non dormi sei iperlucido, sempre, ti si alza la pressione arteriosa …. sei alterato. Succede allora che se lei diventa violenta, prevaricatrice, vuole che gli consegni il tuo cell per cercare di dimostrarti che anche tu …. e invece non è vero che tu ….. ti strappa i capelli: funziona come un detonatore. Poi stai male, malissimo, provi a darti gli stessi schiaffi per sapere che male le hai fatto, sei stato attento a non colpirle il naso, le orecchie, pensi che siano stati colpi ben assestati, di quelli che fanno un po’ di rumore e provocano un piccolo shock, di quelli che le possano far tornare la ‘ragione’ …. ma sei più tu che l’hai persa e lei ha il viso gonfio.

Probabilmente questo tipo di dinamica anche una ennesima dichiarazione d’amore, lei lo sente, l’hai terrorizzata e pur dicendoti che ti avrebbe denunciato l’hai pure accompagnata al pronto soccorso e lei all’ultimo momento dichiara di essere stata aggredita da uno sconosciuto … tu sei rimasto la, pronto a scontare la tua colpa, il carabiniere di turno ti osserva e tu ti senti puro e pronto a scontare allo stesso tempo. L’hai accompagnata a casa, fortunatamente solo qualche edema superficiale, lei è ancora terrorizzata, senza parole scompare per riapparire dopo meno di una settimana; mentre tu eri ridotto a una bestia è riuscita a contare tutti gli schiaffi che le hai dato, sa che tu la ami: questo è ancora un momento pericolosissimo per le donne. Già, quando il tuo ragazzo si altera e comincia a discutere animatamente come non ha mai fatto è arrivato il momento di allontanarlo fisicamente, di non restare quantomeno appartati. Quando si innesca una certa dinamica, appena si intravvedono i primi segnali di trasformazione, la donna dovrebbe andare via, dovrebbe essere preventivamente preparata a riconoscere e a monitorare questi segnali, mettere da parte l’affettività ed usare solo il raziocinio. Poi c’è sempre tempo per ricucire una cosa ricucibile.

A noi uomini non psicotici, le madri, gli insegnanti e operatori ad hoc dovrebbero impartire una educazione sentimentale, spiegarci che le donne hanno tutto il diritto di fare le stesse cazzate che facciamo noi, che hanno tutto il diritto di giocare con i sentimenti, che non è soltanto un gioco esclusivo nostro e tante altre cose che in parte, un po’in tutte le fasce sociali ci sono sembrate appannaggio esclusivo. Anche alle donne si potrebbe spiegare che l’amore, quello per gioco, quello ‘vero’ e perfino quello matrimoniale non prevede obblighi, discussioni controvoglia né violenza verbale.

Prendetela come una testimonianza che può aiutare a comprendere la fenomenologia”.

 

Mi colpiscono in particolare tre passaggi di questa autocoscienza:

la violenza su di lei come un fatto “tra uomini”, io la intendo così, lei che viene punita perché con il suo comportamento costringe alla rottura del patto tra maschi e riporta all’odio fratricida

l’avvertimento che lui dà alle donne, perché imparino a cogliere i segnali di pericolo

la “supplica” alle madri, perché possono molto: da madre di figlio maschio dico che è vero, le madri possono molto, e vanno aiutate a potere, vanno supportate dai padri coscienti, dalla scuola, dalla cultura.

Donne e Uomini, TEMPI MODERNI Luglio 2, 2011

Una grandissima str…a

il sorriso di sollievo dei coniugi Strauss-Kahn

Se davvero la cameriera che ha accusato Dominique Strauss-Kahn di violenza sessuale si è inventata ogni cosa, be’, allora è una grandissima str…a.

Non solo nei confronti dell’uomo che ha incolpato ingiustamente di un reato odioso, ma anche nei confronti delle donne che questo reato odioso l’hanno effettivamente patito: oggi sarà più forte la tentazione di dire loro “avete visto? raccontate balle, siete delle pazze, delle visionarie, dicevate no ma intendevate sì”, e tutte le meraviglie che compongono la cosiddetta “vittimizzazione secondaria“. E anche nei confronti di un pubblico internazionale di uomini e donne, costretto a subire lo spettacolo dell’intrico sesso-potere, già ampiamente rappresentato, anche quando il caso non era questo.

Se, naturalmente. Se fosse così, mi pare che l’essenziale che c’è da dire sia questo.

Ma al momento di questa signora si sa solo che in passato ha detto alcune bugie, che ha degli amici poco raccomandabili, e che forse in albergo si prostituiva. Da questo non si deduce affatto che non sia stata violentata. Anche una bugiarda, una che ha amici non per bene e una  prostituta subisce una violenza se costretta a un rapporto sessuale contro la sua volontà. E al momento la signora non ha ritrattato le sue accuse.

Mettiamo il caso terribile che io, o una di voi che leggete subiamo una violenza sessuale. La difesa di colui che accusiamo andrà a frugare nelle nostre vite per scoprire se non vi sia qualcosa di storto, anche un piccolo problema con la giustizia, o una vita sessuale promiscua. Costituiranno tutti elementi per gettare discredito su di noi, e quindi rendere meno credibile la nostra accusa. Succede spesso, nei processi per violenza sessuale.

Ma anche una che non conduce una vita esemplare può essere costretta a un rapporto sessuale contro la sua volontà. Anche una prostituta, una ladra o un’assassina.

Quindi, stiamo attentamente a vedere.

Donne e Uomini Ottobre 7, 2010

QUALCUNO PUO’ SPIEGARMI?

«L’ho strangolata con una cordicella mentre era di spalle e ho abusato di lei dopo che era già morta». È la confessione di Michele Misseri, che ha ammesso di avere ucciso la nipote Sarah Scazzi. L’omicidio sarebbe avenuto il 26 agosto nel garage della casa dell’uomo. Prima di occultare il cadavere gettandolo in un pozzo, l’assassino ha denudato la ragazza e poi ha bruciato i suoi vestiti. Misseri, 54 anni,  l’ha strangolata dopo aver perso la testa forse per il rifiuto opposto dalla ragazza alle sue avance. Il corpo di Sarah è stato poi gettato in un pozzo pieno d’acqua in un podere dello stesso zio tra Avetrana e Nardò. 

La ragazzina, prima del triste epilogo, avrebbe cercato aiuto dalla cugina Sabrina, figlia dell’uomo, con la quale il giorno prima proprio per questo motivo avrebbe avuto un violento litigio. Misseri il giorno della scomparsa di Sarah l’aveva avvicinata ancora, ma stavolta per redarguirla e costringerla a non rivelare a nessuno le sue attenzioni morbose.

Insomma, quest’uomo, padre a sua volta di una ragazza, ha preso la figlia di sua sorella, una delle bambine di casa, l’ha ammazzata e poi se l’è scopata, morta. Doveva farlo, a tutti i costi. Poi ha ricominciato tranquillamente a vivere. Probabilmente ha mostrato di condividere la disperazione della sorella. Nella foto qui lo vedete sorridente che risponde ai giornalisti. Da quello che si sa, Misseri non è un pazzo.

C’è qualcuno che può spiegarmi perché, per un uomo, un’ejaculazione, e il senso del possesso, possono essere più importanti della vita di una nipote, diventata donna da poco? E della vita di sua sorella, di sua figlia, di sua moglie, di sua madre, se è ancora al mondo, e del padre di Sarah, e degli altri uomini di casa, tutta gente che da oggi non vivrà più? Qualcuno può dirci qualcosa di questo orribile mistero della sessualità maschile?

Donne e Uomini Settembre 1, 2010

CINQUE RAGAZZE PER TE

Cinque ragazze, quattro delle quali minorenni, sono state incriminate per lo stupro di una donna nella regione della Piccardia. La più anziana del gruppo, una 27enne, rimproverava la vittima di averle rubato il fidanzato. Credo proprio che possa essere materia di una riflessione sul tuo blog.

Così mi scrive un’amica. Bene: chi comincia?

Donne e Uomini, TEMPI MODERNI Luglio 11, 2009

GENTILE CON LE DONNE

Uno dei film trovati a casa di Bianchini, "Arancia meccanica"

Uno dei film trovati a casa di Bianchini, "Arancia Meccanica"

Parlando di Luca Bianchini, 32 anni, romano, laureando in giurisprudenza, stupratore seriale e coordinatore di un circolo Pd, amici e conoscenti dicono sconvolti che era “gentile con le donne”. Una delle aggredite racconta che, dopo, l’ha rivestita “con delicatezza, facendomi sentire una bambina”. Su un suo diario si era dato un programma esistenziale: “Guarire definitivamente dalla malattia il prima possibile. Essere sereno e libero la sera quando torno a casa. Avere tanti rapporti con donne grandi e stare tranquillo senza impulsi a breve“. A casa, oltre a film sullo stupro, aveva dei manuali di criminologia in cui la questione è scientificamente approfondita.

In seguito a un tentato stupro, una quindicina di anni fa, che gli era già costato un periodo in carcere e una terapia presso un centro di Igiene mentale, Luca era stato definito e aveva accettato la definizione di malato. La definizione di malattia mentale è una faccenda complessa, si basa su criteri precisi elencati nei DSM psichiatrici, manuali statistico-diagnostici, e io non mi azzardo a discuterne.

Mi chiedo solo se ci si possa mettere il cuore in pace in questo modo (“è malato”) o se il contenuto specifico della malattia, in sintonia con lo spirito del tempo, non valga la pena di una discussione extra-psichiatrica, soprattutto fra uomini.

Provo a dire la mia: questo caso mi colpisce molto per il livello di autoconsapevolezza del suo

Luca Bianchini

Luca Bianchini

protagonista, lavoratore, studente, impegnato politicamente e gentile con le donne di giorno, stupratore la notte, e capace di tornare gentile appena un istante dopo aver consumato la violenza. Una doppiezza che colpisce, come quella di Jekill e Hyde, perché -forse- parla anche della fatica di accettare la soggettività femminile, di un doloroso tentativo di compromesso tra un sé civile (le donne grandi) e un sé arcaico e predatore (gli impulsi a breve). E non è detto che questa fatica la stia facendo soltanto lui, che non ci dica qualcosa sulla “questione maschile“.

Oppure no, mi sto spingendo troppo oltre. Oppure ci basta dire che era malato.

Donne e Uomini, OSPITI Marzo 11, 2009

UOMINI SULLE DONNE

Un lettore, Giulio, mi scrive questa lettera sullo stupro. La pubblico qui.

Cara Marina, Lo stupro è un atto pienamente e sinceramente maschile e il subirlo è pienamente e sinceramente femminile. Non a caso, lo stupro della donna sull’uomo non si dà, ma per motivi che non hanno un piffero a che fare con una presunta (ed inesistente) differenza di livello morale fra maschio e femmina. Nella natura ancestrale dell’uomo, mai comprimibile fino in fondo, c’è l’istinto a oggettualizzare la donna e nel caso della violenza carnale il processo si completa: sei mia come mio oggetto del desiderio e ti faccio ciò che voglio. Ecco, qui sta il nodo della questione. Nella situazione di massima eccitazione sessuale, la donna VUOLE essere oggetto della passione maschile, ma solo se prima questa decisione inconscia è stata negoziata e dunque raggiunta con ogni possibile linguaggio. La conseguenza è che lo stupro è tale solo se condotto contro la volontà della donna e giammai sulla base delle sue caratteristiche pratiche, volontà o nolontà che è esattamente la ratio iuris definitoria del reato, unico in tutto il codice penale, fra l’altro, a poter essere così definito dalla vittima. Nel dibattito pubblico, invece, tutta l’attenzione è concentrata sulla violenza degli uomini (quali?) sulle donne (quali?), con un’ipocrisia tanto spontanea quanto velenosa, perché la sua conseguenza inevitabile è che l’uomo è violento e la donna è una vittima. Ergo tutti gli uomini sono violenti, ergo tutte le donne sono vittime, ergo tutti gli uomini devono sentirsi in colpa. Punto e basta. No. Tutti gli uomini, in maggiore o minore misura, sono violenti se le donne accettano di restare, come è ancora adesso in ogni parte del mondo sviluppato, ESCLUSIVAMENTE enti riceventi lo stimolo del maschio, che neanche tanto segretamente pretendono di tenere a bada sempre però con la necessità di vivere la paura di non riuscirci, atteggiamento ambiguo e masochista che corrisponde all’essenza del femminile. E questo, secondo me, è anche il motivo per cui, Califano, che proprio non è il tipo frustrato e vigliacco da stupro visto che ne ha trombate tantissime a (sua) volontà, viene ricoperto di scandalizzatissimi moralismi d’antan dalla parte più in dell’opinione pubblica dopo aver detto che “le donne, anche le più raffinate, nel momento del sesso amano essere trattate come animali”. Che è un datto di fatto che qualunque uomo eterosessuale può confermare. Qual è la conclusione? Seplice: le donne dovrebbero capire che QUESTO TIPO di condanna della violenza dell’uomo sulla donna è meramente funzionale al conformismo oggi necessario a mostrare a tutti gli spettatori del teatrino che abbiamo l’opinione giusta, ma non scalfisce neppure di un millimetro l’ordine sociale implicito, e cioè che la donna è SEMPRE da proteggere in quanto vittima e a proteggerla ci dev’essere IL forte, vale a dire una forma tanto tanto morbida di maschilismo puro e semplice. Che molte, con non so quanto inconsapevole ipocrisia, accettano o vivono frustratamente in silenzio. Resto in ansiosa attesa di un suo riscontro, però ci pensi: non voglio che mi dia torto o ragione, ma che mi aiuti a capire.  Grazie.

Archivio Agosto 1, 2008

VOLEVA UCCIDERSI

Dopo voleva uccidersi, buttandosi in un torrente. Poi ci ha ripensato, ed è andata alla polizia, malconcia, piena di lividi, graffi e morsi a denunciare i suoi stupratori, sette ragazzi perbene, tutti più o meno della sua età, poco più di vent’anni. E perché voleva uccidersi? Semplice: per completare il lavoro dei suoi aggressori.

Si sbaglia a pensare che uno stupro sia un fatto di sesso, e tanto meno di desiderio: un maschio -sette, in questo caso- accecato dalla passione. In uno stupro non c’è desiderio né passione, ma solo violenza. Uno stupro, ha detto qualcuno, è un atto pseudosessuale, in cui si usa il sesso per dire e fare altro.

Quello che conta in uno stupro è annichilire il desiderio della vittima, fare fuori il suo essere desiderante, ridurla all’impotenza, e quindi ucciderla simbolicamente. E non è raro che alla morte simbolica- quella da cui la vittima dovrà saper resuscitare elaborando il “lutto” delle violenze subite- segua una morte reale.

Dopo voleva uccidersi, la ragazza fiorentina stuprata, e invece non l’ha fatto, grazie a Dio. La domanda che conta non è: perché voleva uccidersi? (per completare il lavoro, come abbiamo detto), ma piuttosto: perchè volevano ucciderla?

Perché sette ragazzi possono avere bisogno di uccidere una donna per sentirsi vivi e potenti? Perché non ce lo spiegano loro? Perché non ci aiutano a capire, gli uomini di buona volontà?