Uno dei film trovati a casa di Bianchini, "Arancia meccanica"

Uno dei film trovati a casa di Bianchini, "Arancia Meccanica"

Parlando di Luca Bianchini, 32 anni, romano, laureando in giurisprudenza, stupratore seriale e coordinatore di un circolo Pd, amici e conoscenti dicono sconvolti che era “gentile con le donne”. Una delle aggredite racconta che, dopo, l’ha rivestita “con delicatezza, facendomi sentire una bambina”. Su un suo diario si era dato un programma esistenziale: “Guarire definitivamente dalla malattia il prima possibile. Essere sereno e libero la sera quando torno a casa. Avere tanti rapporti con donne grandi e stare tranquillo senza impulsi a breve“. A casa, oltre a film sullo stupro, aveva dei manuali di criminologia in cui la questione è scientificamente approfondita.

In seguito a un tentato stupro, una quindicina di anni fa, che gli era già costato un periodo in carcere e una terapia presso un centro di Igiene mentale, Luca era stato definito e aveva accettato la definizione di malato. La definizione di malattia mentale è una faccenda complessa, si basa su criteri precisi elencati nei DSM psichiatrici, manuali statistico-diagnostici, e io non mi azzardo a discuterne.

Mi chiedo solo se ci si possa mettere il cuore in pace in questo modo (“è malato”) o se il contenuto specifico della malattia, in sintonia con lo spirito del tempo, non valga la pena di una discussione extra-psichiatrica, soprattutto fra uomini.

Provo a dire la mia: questo caso mi colpisce molto per il livello di autoconsapevolezza del suo

Luca Bianchini

Luca Bianchini

protagonista, lavoratore, studente, impegnato politicamente e gentile con le donne di giorno, stupratore la notte, e capace di tornare gentile appena un istante dopo aver consumato la violenza. Una doppiezza che colpisce, come quella di Jekill e Hyde, perché -forse- parla anche della fatica di accettare la soggettività femminile, di un doloroso tentativo di compromesso tra un sé civile (le donne grandi) e un sé arcaico e predatore (gli impulsi a breve). E non è detto che questa fatica la stia facendo soltanto lui, che non ci dica qualcosa sulla “questione maschile“.

Oppure no, mi sto spingendo troppo oltre. Oppure ci basta dire che era malato.

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