Ora aspettiamo di vedere i sondaggi: ma ieri sera mi pareva che 1 punticino, anche 2, il Cavaliere se li era portati a casa (ne trovo conferma nell’ottima analisi di un’addetta ai lavori, l’amica Giovanna Cosenza). E li ha presi in un colpo solo. Proprio in quell’arena, Servizio Pubblico, che avrebbe dovuto vederlo sulla graticola.
Michele Santoro sembra pensare più allo share che all’editto bulgaro, alla sinistra e a tutto il resto. Si lascia -volentieri?- trascinare nell’atmosfera da avanspettacolo, con tanto di tormentone (le scuole serali): ma sul palcoscenico da rivista il mattatore è B., gli altri possono fare solo da spalla. Marco Travaglio è preciso, ma sembra intimidito. Berlusconi riesce a imporre il ritmo comico e politico. Anche le brave interlocutrici, Costamagna e Innocenzi, sembrano convitate pietrificate. Lo show è molto godibile, con rari momenti di noia.
Dal punto di vista degli antagonisti politici di B., una vera dèbacle.
Ho incontrato Silvio Berlusconi qualche sera fa in un’emittente locale. Ho constatato su me stessa l’effetto che fa. Tolta la sordità, l’uomo, 76 anni, appare invincibile. Una forza psichica formidabile, che percepisci subito: di gente, con il mestiere che faccio, ne ho incontrata e intervistata tanta, ma raramente mi è capitato uno così. Il Cavaliere è sorridente, sicuro di sé ma senza apparente strafottenza, non ne senti l’aggressività, il che smorza anche la tua. E’ simpatico, in un duplice senso: è capace di farti sorridere e di stabilire un contatto immediato con te. E’ un seduttore -che non rinuncia all’ardimentoso progetto di sedurre perfino Santoro: vedi la postura nella foto sopra-. Nelle pause pubblicitarie ti impartisce la sua lesson number one, che è la seguente: se tutti votassero per lui, finalmente lui sarebbe in grado di cambiare l’Italia, il problema consiste nell’esistenza di un’opposizione. E se tu, con uguale cortesia, gli opponi che quella sarebbe una dittatura, lui sorride “ma va là! dittatore io?”. Solo di rado, in un lampo, in un’istantanea scopertura dei denti, intravedi il grande potenziale aggressivo, tenuto perfettamente sotto controllo.
Solo l’altra sera, in questo incontro ravvicinato, ho capito -io, che berlusconiana non sono mai stata nemmeno di striscio- come mai tanta gente, un grandissimo numero di italiani, e anche persone che conosco e che stimo sono state sedotte dall’ipotesi B. Opportunismi a parte, che pure costituiscono una quota rilevante dei suoi consensi: basta un suo sguardo, un suo sorriso a cambiarti la vita. A quel magnetismo naturale aggiungi il potere dei soldi, e il gioco è fatto.
Diversamente dai suoi competitor, che rischiano ogni volta che appaiono, B. guadagna consensi a ogni ospitata tv, che sia in un salotto amico o nemico.
Vado a rileggermi quello che Giorgio Bocca diceva di lui, e ve lo ripropongo qui:
“… Ho provato il fascino di questa onnipotenza quando lavoravo a Canale 5, nel suo regno. Ci arrivavo in auto attraversando la Milano puzzolente e rumorosa dei poveri, e varcati i cancelli di Milano 2, con i custodi in divisa, entravo nel mondo ordinato, lustro e fiorito sotto le grandi torri delle televisioni, simbolo di potere e ricchezza come le torri medioevali. E standoci sentivo, quasi fisicamente, la presenza dominante del padrone, la sua provvidenzialità. La segretaria di redazione teneva nel cassetto delle cravatte, nel caso uno di noi si presentasse al lavoro senza, perché tutti vestivano come lui voleva, bandito come blasfemo l’odore di aglio. Nessuno avrebbe recato danno alla sua immagine, riso delle sue debolezze. Come tutti gli imprenditori di questo mondo attorno a lui c’erano reti di protezione, di segretarie devote. E in più Berlusconi non è un tiranno feroce, ma un uomo, quando vuole, cortese, affabile, e per certi aspetti ammirabile; come dice il suo amico Fedele Confalonieri: “Lui è come Anteo, se lo butti a terra moltiplichi le sue forze”, e finché il miracolo funziona la gente applaude…. Un altro fascino di Berlusconi è il rischio calcolato, affronta i nuovi pascoli della ricchezza, prima i quartieri residenziali, poi la televisione, passando sopra, se occorre, alle regole e ai divieti, ma fermandosi sempre nei limiti della borghesia mercadora dei Buddenbrook, che in prigione non ci va mai, potendo assumere i migliori avvocati”.
E qui, in un’intervista rilasciata da Bocca poco tempo prima di andarsene:
“Io sono stato con Berlusconi per anni, ho lavorato insieme con lui a Canale 5 e lo trovo anche molto simpatico, divertente. La sera suonava il campanello, si autoinvitava e veniva a mangiare a casa nostra. Se uno era ammalato lo aiutava… non sa nulla di che cos’è la democrazia, si comporta come un piccolo ras… Alle cene raccontava le sue barzellette idiote. Una volta avevo scritto un articolo in cui dicevo che era un piccolo borghese con complessi di inferiorità. Lui si presentò sull’uscio di casa e disse: «Sono qui in punta di piedi per vincere i miei complessi di inferiorità». È autoironico, un cialtrone, simpatico come sono anche i malviventi. È gentile e spiritoso, finchè conviene alla sua figura di personaggio pubblico. Se poi qualcuno si mette di traverso al suo potere lo liquida senza pietà. Dietro Berlusconi c’è una profonda illiberalità”.