Ho letto molti commenti di amic* e collegh* (Letizia Paolozzi qui, ma anche Alessandro Robecchi sul “Fatto”, Paola Bacchiddu e altri) che hanno molto apprezzato la reazione quieta e ironica della ministra Kyenge al gesto beluino del lanciatore di banane.
“Con la gente che muore di fame e la crisi, sprecare cibi così è triste”, ha detto la ministra.
Pur ammirando tanto fair play, io avrei decisamente preferito dell’altro. Per esempio che la ministra raggiungesse quell’orrendo individuo -stiamo parlando di uno che è uscito di casa con delle banane in tasca, determinato a quella ripugnante performance- e gli tirasse uno schiaffone, per poi tornare tranquillamente al tavolo. Che mangiasse una banana e poi gli spiaccicasse la buccia in faccia. Che mostrasse e applicasse un po’ di forza, anche solo simbolica, perché in quella circostanza era necessario, più che mai. Quando ci fu da infuriarsi nel Tempio, Gesù non ci pensò due volte.
Ai lanciatori di banane, alla gente che vede un nero e dice “bingo-bongo” o peggio, la composta reazione di Kyenge non ha insegnato nulla. Anzi, avranno pensato, se si possono impunemente tirare banane in faccia a una ministra, figuriamoci che cosa possiamo fare con un nero qualunque. Quando Rose Louise Parks nel 1955 rifiutò di cedere il posto sul bus a un bianco, come previsto dal regolamento, con la sua disubbidienza aprì un conflitto, disposta a un’azione di forza. Anche Kyenge, in un certo senso, è la prima a occupare un posto che finora è toccato solo a bianchi, preferibilmente maschi.
Insomma, alla ministra, che abbraccio forte e non mi permetto di giudicare, direi questo: che forse l’occasione non è stata sfruttata come si sarebbe potuto. Io avrei preferito un po’ di forza, anche perché lei è donna come me, la sua mitezza è data per scontata, e invece è un’ottima lezione mostrare la forza femminile in azione.
A voi non pare?
p.s.: naturalmente le reazioni che qui descrivo (schiaffo, buccia spiaccicata in faccia) sono molto grossolane, sono miei acting out mentali. Mi sarebbe bastata un po’ di sferza in più, come ho detto una manifestazione di autorità e di forza. E’ questo che mi è mancato.
Un esempio può essere Vandana Shiva: quando a Ballarò il finanziere Davide Serra liquidò come “ridicoli” i suoi argomenti, lei reagì con la giusta autorità, dicendo che se lui era il principale supporter economico di Matteo Renzi, “questo Renzi non va affatto bene”.
Non-violenza non significa subire il colpo dell’avversario senza reagire. Si tratta di saper riconvertire l’energia di quel colpo contro l’avversario. Kyenge a mio parere non l’ha fatto.
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aggiornamento del 29 luglio, mezzanotte: nel frattempo Kyenge è oggetto di un’escalation di insulti e provocazioni impuniti, dal gorilla alle noci di cocco a questa cosa inaccettabile che vedete qui.
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aggiornamento di martedì 30 ore 19: Kyenge mostra di voler cambiare registro, e io approvo molto. Ecco qui.