Una signora pavese di 83 anni, invalida, è morta in seguito alla violenza subita da un cittadino romeno che si è introdotto nella sua abitazione e l’ha stuprata. Due domande, che faccio anzitutto a me stessa.

Domanda 1: si può ancora dire che il maggior numero di violenze sessuali avviene a opera di familiari, amici e persone conosciute, o il rapporto si sta invertendo?

Domanda 2: è lecito pensare che quella romena sia un’etnia particolarmente violenta, che tende a conferire alla vita un valore tutto sommato relativo? Si può dire una cosa come questa e tuttavia non essere razzisti?

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