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Politica, Senza categoria, TEMPI MODERNI Gennaio 28, 2012

No, il dibattito no (Ahi, Carmela…)

A Milano, per decisione della giunta, un pezzo dei 6 milioni del “fondo anticrisi” andrà in aiuto ai nuclei familiari in difficoltà, intendendo per famiglie sia gli sposati sia i coabitanti “con vincolo affettivo”, senza precisare se questi coabitanti siano di sesso diverso o uguale. Insomma, anche le famiglie gay potranno usufruirne.

Bagarre! A parte quella dell’opposizione, come da copione, che butta giù con nonchalance una prima pagina come quella di Il Giornale di ieri, “A noi Schettino, a voi Auschwitz”, Gesù, mi ripugna perfino scriverlo, ma sulla “sacralità della famiglia” no-no, non transige, si inalberano anche alcuni consiglieri del Pd.

Per la precisione la bizzarra capogruppo Carmela Rozza, che non perde occasione per manifestare la sua notevole eterogeneità e una cultura di riferimento che si distanzia notevolmente dai quei quattro principi quattro assodati della cultura democratica: in campagna elettorale per raccattare un po’ di voti aveva definito “discarica sociale” la zona di via Padova, a suo dire “invasa” dai rom. E ora si agita sulle coppie di fatto, definendo la decisione della giunta un errore politico e chiedendo un ampio dibattito in consiglio comunale (ne ha fatte anche altre, sulla commissione antimafia, ma lasciamo stare). Domanda: gliel’ha ordinato il medico di essere del Pd? altra domanda: al gruppo consiliare Pd lo stesso medico ha forse ordinato una capogruppo pseudoleghista?

Con mia viva sorpresa, si inalbera anche la consigliera Marilisa D’Amico, anche lei non cattolica, professora di Diritto Costituzionale: pure lei parla di “fuga in avanti” della giunta e vuole il dibattito.

Ma quale dibattito? Una di quelle estenuanti e retoriche disfide verbali con coda notturna tra rappresentanti dei “cattolici” e “cultura laica”? E io che sono laica e cristiana e femminista e casalinga e blogger e yogini e scrittrice ed eterosessuale e con un sacco di amiche e amici gay come mi devo vestire? Ma in quale mondo vivono?

Io non conosco un cattolico, dicasi uno, ma nemmeno un prevosto o un sacrestano che di fronte alla necessità di dare un aiuto a qualcuno che non ce la sta facendo si domandi “ma con chi va a letto?”.

La sensazione è che qui si difendano i propri ruoli, più che gli interessi veri dei cittadini.

 

esperienze, Politica, TEMPI MODERNI Gennaio 27, 2012

E vedere di nascosto l'effetto che fa (Milano)

“Con Stile”   http://www.constile.milano.it/  è una nuova e bella iniziativa di Acli, Arci, lega Ambiente e altre associazioni, con il patrocinio del comune di Milano, per promuovere una serie di pratiche virtuose e trasformative (bere acqua del rubinetto, riciclare il max dei rifiuti, fare l’orto sul balcone, usare la bici e così via) e farsi attori protagonisti e testimoni del cambiamento riducendo le mediazioni “politiche” (quella è già politica).

A Milano stiamo tirando un carro pesante, in condizioni piuttosto difficili, cercando di essere il laboratorio che siamo sempre stati, benché, come notava ieri Nicola Zanardi sul Corriere della Sera, ancora in assenza di un progetto complessivo.

Mi piacerebbe sapere l’effetto che fa, a chi ci guarda da fuori. Capire se seguite quello che capita qui, se lo considerate importante anche per voi che vivete altrove, di quali aspettative e desideri ci investite, che cosa vi aspettate, che cosa immaginate, eccetera.

Una parola che dice Milano. Una parola per Milano, grazie.

Postate qui, e fate postare

Donne e Uomini, esperienze, TEMPI MODERNI Gennaio 24, 2012

Imparare da Artemisia

La figura di Artemisia Gentileschi, di cui è in corso una visitatissima mostra a Milano, Palazzo Reale, dopo molti secoli è ancora intensamente inspiring. Le difficoltà della sua vita (la violenza subita, la difficoltà a trovare committenti) non la piegarono, e anzi alimentarono la sua arte, che  può essere letta come una straordinaria forma di resilienza. A partire da Artemisia l’associazione Di Nuovo insieme all’Università Milano Bicocca e al Centro Interdipartimentale per lo Studio dei Problemi di Genere ABCD, e in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura, Moda e Design del Comune di Milano e di 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, organizzano due incontri con video, dibattiti e performance sul tema

Resilienza creativa in momenti di crisi

Il primo incontro su Città e culture creative si terrà il 26 gennaio all’Università di Milano-Bicocca, 14.30-18.00,  Piazza dell’Ateneo Nuovo, U7, 3° piano, Aula Pagani.

Il secondo, Il lavoro dell’arte, forme di resistenza costituente, il 29 gennaio a Palazzo Reale. dalle 16 alle19 in Sala delle Otto Colonne a Palazzo Reale, Piazza Duomo.

Possono l’arte e la capacità inventiva diventare motori per il cambiamento sociale e il benessere collettivo? Possono la creatività, l’immaginazione e la resilienza, ovvero la capacità di reagire in modo trasformativo a situazioni traumatiche, aiutarci a ripensare il futuro?

Su questi temi e sulla centralità dell’arte e della cultura soprattutto in momenti di crisi sono invitate a confrontarsi studiose, artiste e tutti coloro che attraverso pratiche innovative e azioni trasformative si propongono di affrontare le attuali difficoltà, cercando di modificare visioni del mondo, relazioni di potere e contesti in cui si trovano a vivere e ad operare.

Ci sono anch’io, e vi aspetto.

 

 

Corpo-anima, Politica Gennaio 16, 2012

Abbiamo lottato per questo

L’amica Maria Berrini, presidente di Amat, comunica che  sono stati elaborati i dati del primo giorno di limitazione del traffico a Milano fino alle 19.30.
“Si conferma il successo di Area C. Meno 32,5% di traffico in accesso, pari a 40.000 auto in meno. Domani vi diamo altri dati, ma questi sono ottimi. Benvenuta Area C. E’ stata una faticata arrivarci, ma ora possiamo concentrarci sul resto, e realizzare aree pedonali, bike sharing e percorsi ciclabili, corsie preferenziali e parcheggi interscambio fuori dal centro…..e tanto altro”.

Se questo decremento del traffico si confermerà nel corso della settimana, sarà un risultato storico. Straordinario! L’inizio di una rivoluzione urbana, a partire dall’elemento aria. Dopo decenni di palliativi, la città guarirà da molti malanni.

40 mila auto in meno: basterebbe questo per dire che è valsa la pena di lottare.

Sono molto molto felice (e tengo le dita incrociate).

AMARE GLI ALTRI, esperienze, TEMPI MODERNI Gennaio 6, 2012

Non santificare il migrante

La santificazione del migrante fa il paio con l’intolleranza.

Lo dico perché la notte di Capodanno ho fatto un giro in piazza Duomo a Milano, dove c’era musica. Dopo 10 minuti di sparatoria furiosa a opera di giovani maschi testosteronici, prevalentemente maghrebini e sudamericani e strabevuti o altro -ma c’erano anche molti italiani- e senza essere riuscita a sentire una sola nota ho preso la via del ritorno a casa camminando radente ai muri per evitare un botto in faccia.

Non mi è piaciuto. E non mi piace che ci si nasconda dietro un dito, temendo di essere politicamente scorretti.

Ho visto varie piazze festanti per Capodanno, da Napoli a New York. La tentazione di approfittare della circostanza per dare sfogo alle proprie rabbie e magari liquidare qualche conto sospeso c’è sempre e dappertutto. La differenza, spiace dirlo, la fanno le forze dell’ordine.

A New York presidiano Times Square e intervengono durissimamente di fronte a ogni genere di intemperanza: ho visto una coppia di fidanzati che si pigliavano a schiaffi davanti a un ristorante messi istantaneamente faccia a terra dai poliziotti. Se vuoi gestire una piazza con centinaia di migliaia di persone, o anche milioni (la calata a Manhattan è impressionante, da Brooklyn, Bronx, Queens, oltre alle decine di migliaia di turisti) non c’è altra strada. E funziona: mai nessun incidente, niente risse, nè feriti o peggio.

Io dico: sì alla festa in piazza, ma con presidio adeguato. E nessuna paura a dire che molti giovani  di Milano, soprattutto “stranieri”, la notte di Capodanno si sono comportati davvero da schifo. “Niente botti”, aveva ordinato il sindaco. E invece a Milano non si è mai sparato tanto. Il senso è stato anche quello di una sfida, e si deve prenderne atto.

L’anno prossimo, per favore, tolleranza zero.

 

AMARE GLI ALTRI, Corpo-anima, Donne e Uomini, esperienze Dicembre 15, 2011

Non punire quella mamma

Ieri all’ospedale San Paolo di Milano una giovane rumena ha lasciato l’ospedale, è lì il suo bambino, poche ore dopo aver partorito. Ora è ricercata per abbandono di minore, anche se non ci sono certezze sulle sue generalità.

Mi sembra una vera follia. Se una donna partorisce e lascia il suo bambino al sicuro, in ospedale, con la certezza che sarà dato un adozione e troverà una famiglia, è assurdo che venga perseguita. La legge dispone che una partoriente possa non riconoscere il neonato: la ragazza probabilmente non lo sapeva, e si è arrangiata così.

Leggo nell’articolo del Corriere che ogni anno nei nostri ospedali circa 400 bambini vengono lasciati dalle madri subito dopo il parto: 7 volte su 10 si tratta di straniere, nei restanti casi di italiane giovanissime. E si osserva che queste donne probabilmente ignorano che nel nostro paese l’aborto è legale. Non mi pare una lettura corretta del fenomeno.

Va detto, intanto, che accedere all’interruzione di gravidanza in ospedale oggi è diventato difficilissimo, che l’applicazione della legge 194 è a rischio da anni. Ma va detto soprattutto che, legge o non legge, se una donna vuole abortire trova sempre il modo per farlo. Se queste donne non abortiscono, portano a termine la gravidanza e poi lasciano il bambino in ospedale, è perché hanno scelto quest’altra strada, è perché vogliono mettere al mondo quel bambino anche se non se ne prenderanno cura. E se hanno scelto quest’altra strada è per un insindacabile complesso di istinto e motivazioni razionali che è molto difficile  districare.

Le cose da fare sono molto chiare: garantire un’effettiva e capillare applicazione della legge 194; aiutare e sostenere le donne che vogliono tenersi il loro bambino ma non ne hanno i mezzi; dare la massima pubblicità al fatto che la legge consente loro di non riconoscerlo e di “darlo” in adozione, e non perseguire quelle che, non sapendolo, hanno “abbandonato” il piccolo in ospedale.

O c’è il rischio di soluzioni ben più tragiche: bambini partoriti di nascosto e in solitudine, e lasciati morire in qualche cassonetto.

 

Corpo-anima, economics, Politica Dicembre 2, 2011

Un supertavolo. Per respirare

 

Non per essere noiosi, ma a Milano come ogni inverno, peggio di ogni inverno, non respiriamo.

Non respiriamo, non respiriamo, non respiriamo!

Un’annata veramente terribile. Le mamme antismog sono scese in piazza. C’è stato un referendum che dava ampio mandato per iniziative anche dure e rigorose, ma attualmente di fatto non ci sono misure in atto. Il divieto di circolazione degli Euro 3 diesel (solo auto, non mezzi commerciali) è un fallimento, 38 multe in 3 giorni, praticamente impossibile individuare i trasgressori nella fiumana di auto.

In più il metrò ha un sacco di problemi e va a singhiozzo, non si capisce che cosa diavolo stia succedendo: cosa che incentiva a fare uso dell’auto perfino una come me, che l’auto la detesto e non la uso mai. Un vero disastro.

Di qui a Natale sarà un’escalation. A parte qualche spruzzata, non si prevede pioggia. All’impazzimento dello shopping natalizio dei milanesi si aggiungerà la calata in auto dall’hinterland e dalle altre province. Il freddo aumenterà, e con il freddo l’inquinamento da caldaie. Chi non ha una casa al mare o in montagna dove fare una scappata a ossigenarsi rischia davvero molto.

Ma di chiudere il centro, misura certamente insufficiente ma chiara, netta ed educativa in attesa di inventarsi qualcos’altro, il sindaco non se l’è sentita.

Mi pare di aver capito che le ragioni vere sono due: il timore che i mezzi pubblici non reggano una super-utenza; e quello di scontentare i commercianti, i quali si scontentano molto facilmente: Ne ho conferma stamattina, leggendo che i commercianti di corso Buenos Aires rivendicano il diritto di tenere spalancate le porte dei negozi, con i riscaldamenti a mille “perché è ampiamente dimostrato che la chiusura delle porte è considerata dagli esperti di marketing una barriera psicologica negativa per l’acquisto”. Vi giuro che hanno detto così.

Sarà anche vero che Milano è storicamente una città-mercato, e che quella del commercio è una categoria molto importante. Sta di fatto che nelle scelte pubbliche gli interessi di quella categoria sono sempre tenuti in gran conto. Che la lobby è potente, e la minaccia di perdere il suo sostegno elettorale sempre molto efficace. Ma sono decenni che questa lobby detta legge in materia di misure ambientali. Altrettanto vero che stavolta in molti speravamo in una giunta meno ricattabile.

Siamo tutti più poveri, e anche i commercianti devono rassegnarsi a esserlo. L’aria è il problema numero uno in questa città, ed è il primissimo a dover essere risolto. I commercianti se ne faranno una ragione.

Per Expo, delega sottratta a Stefano Boeri, è stato istituito un tavolo interassessorile. Forse per il diritto al respiro si dovrebbe pensare a un supertavolo, che si avvalga anche di consulenti  sanitari. Tutta la giunta dovrebbe essere stramobilitata su questa emergenza. 

Forse l’opinione in materia dell’assessore al Commercio Franco D’Alfonso dovrebbe essere tenuta in minore conto. Molto minore.

esperienze Novembre 30, 2011

E' solo un uomo

Che cosa c’è lì? Tutta quella vita brulicante, angeli, santi, poveri cristiani, fame, mare, musica, morte, passione, peccato, cielo, vermi, pesci, cani, vicoli, terra, montagne, mandarini, fango, luce, ballo, corpi, mariuoli, sangue, sogni, Apocalisse…

Che cosa c’è, lì? Solo un uomo. Ma sembra una folla e un mondo. E’ la magia del teatro. Toni Servillo legge Napoli. Otto poeti e scrittori, da Salvatore Di Giacomo a Eduardo a Mimmo Borrelli.

Non perdetevi questa meraviglia, fino al 18 dicembre al Teatro Studio di Milano.

Toni è il più grande attore che abbiamo!

Ecco una delle poesie: Primitivamente di Raffaele Viviani:

Me ne vogl’i’ a campa’ ‘mmiez’a na terra,
‘a parte ‘e Punticiello, Caivano:
so’ stufo d”e città, Roma, Milano:
quanno voglio fa’ ‘a vita, vaco ‘Acerra.

 ‘Mmiezo a na terra, sulo, addò se magna
cu a crapa, ‘a vacca, o puorco, ‘o pulicino;
na casa grezza ‘e tufo, nu lettino,
e se risciata l’aria d”a campagna.

 All’alba ‘o gallo canta, io arapo ll’uocchie
e appiso ‘e trave veco ‘o bene ‘e Dio.
Mme mengo, jesco fore, sto sul’io
e me diverto a sèntere ‘e rranocchie.

 M’accosto ô puzzo, addò ce sta ‘o mulino:
na grossa rota e tutte sicchie attuorno.
E ‘o ciucciariello avota, albanno juorno,
e ‘o sicchio ‘e reto saglie sempe chino.

 Scarreca ll’acqua e torna a capa sotto,
se jenche e saglie areto cu ll’at’acqua.
E ‘o ciucciariello avota e nun se stracqua
fino a c’ ‘o sole forte nun l’ha cuotto.

Rallenta ‘o passo, va cchiù lenta ‘a rota,
cu ‘a capa, ‘e rrecchie appese e ‘a lengua ‘a fora.
Se scioscia ‘e mosche ‘a cuollo aizanno ‘a cora,
pe’ dinto ‘a gareggiata chiena ‘e lota.

Chesto voglio vede’, chesto e nient’ato.
Aggio bisogno’ e fa’ na vita santa.
N’aucelluzzo ‘nterra ca me canta:
senza me ‘ntuletta’, sempe sciambrato.

Voglio fa”a corte? ‘a faccio a’ gallenella,
spugliato comme sto, comme me trovo.
‘A vaco appriesso, veco addò fa l’uovo,
m”o zuco o ‘o faccio fritto ‘int”a tiella.

Me voglio fa’ nu bagno? ‘int”a cesterna
acqua gelata! e vevo ‘nfaccia ô sicchio.
Cu ‘o vino ca se fa, spilo ‘o cavicchio
e aggio voglia ‘e campa’ na vita eterna.

‘O parzunale me dà ‘o Ssignuria,
‘o cane ‘e presa ca m’allcca ‘a mano.
Niente pultrone, segge né divano:
sempe pe’ terra ch’è ‘a passione mia.

Distratto, senza leggere giurnale,
senza rilorge, calannarie: niente.
Comme a ll’antiche, primitivamente.
Senza sta civiltà. Vita animale.

Cient’anne aggi”a campa’ ‘mmiez’a sta terra:
quanno voglio fa’ ‘a vita, vaco ‘Acerra!

Politica Novembre 28, 2011

Abbiamo un problema: ma non quello vero

A Milano abbiamo un problema. Non respiriamo più. Apriamo le finestre la mattina, e le richiudiamo subito. Per strada camminiamo con il diaframma bloccato, cercando di respirare il meno possibile. I bambini si ammalano di bronchiolite. C’è un grosso problema di leucemia infantile. Al momento si naviga a vista. Blocchi del traffico annunciati e poi revocati. I commercianti dettano legge. Si pensa alle targhe alterne, che non sono mai servite a nulla.

Ma in queste ore si discute di ben altro problema. Del caratteraccio di Stefano Boeri, assessore a Expo, Cultura, Moda e Design. Della sua difficoltà a lavorare in squadra. Del suo stile da “fantasista”. Del fatto che il sindaco non si fida più di lui, dopo le sue numerose “sortite”.

Si discute molto meno del merito: del fatto che se Expo non sarà una kermesse cementizia sarà anche a causa delle sue “alzate d’ingegno”. Che se sulla vendita di Sea Serravalle, vitale per le casse del Comune, è stato individuato un percorso più equo, è stato anche grazie ai suoi “assoli”. Che se la città sembra vivere uno straordinario risveglio culturale, è a causa del suo talento “situazionista”. E se non si edificherà un nuovo museo di arte contemporanea firmato dall’architetto Libenskind a Citylife -ci sono soluzioni molto più ragionevoli e meno dispendiose, è l’opinione prevalente tra i milanesi, in questi tempi di cinghia tirata- sarà grazie a un suo scarto “impolitico” ma efficace. Il suo passo è questo: portare a casa risultati, e in fretta, anche saltando qualche mediazione. Con concretezza (posso dirlo?) femminile.

Ma il sindaco Pisapia il suo ex rivale alle primarie, battute per 3 mila preferenze, lo vuole fuori, non sente ragioni. A minuti l’assessore -ultimatum alle 9- salirà “al Colle” per rassegnare le sue dimissioni. In caso diverso, verrà licenziato.

Il Pd, a cui Stefano Boeri ha portato in dote 13 mila preferenze -è stato il secondo più votato dopo Silvio Berlusconi- sostanzialmente tace. Buona parte dei funzionari spera anzi che sia il sindaco Pisapia a levargli l’incomodo di questo talentuoso outsider. Silenzio dal resto della squadra di giunta. Solo il web esplode, chiedendo all’unisono di non tradire “il sogno”. Se si trovano responsabilmente le mediazioni con Formigoni, com’è possibile non riuscire a dialogare altrettanto responsabilmente con Boeri?

Se Stefano Boeri sarà dimesso, non ci guadagnerà nessuno: non il sindaco, nè il Pd, non ci guadagnerà la politica, non ci guadagnerà la città. Non ci guadagnerà chi guardava a Milano con fiducia e speranza. Sarà una sconfitta radicale per il centrosinistra e per il rinnovamento della politica. Gli unici a guadagnarci saranno gli avversari. Dal cui fronte, peraltro, si leva l’unica voce a difesa di Boeri: “Fanno fuori il loro uomo più significativo” concede l’onore delle armi il leghista Matteo Salvini. “Adesso anche il sindaco dovrebbe dimettersi”.

Mi infilo la maschera antigas, per l’ennesima giornata di inquinamento ben oltre la soglia di attenzione, e “vu a laurà”. Oltre al respiro bloccato ho un po’nausea, stamattina.

Donne e Uomini, Politica Novembre 27, 2011

Snoq Milano: ben fatto, amiche

elfo puccini, ieri

Davvero una buona giornata, quella indetta ieri da Se non ora quando Milano al suo debutto ufficiale.

La sala dell’Elfo Puccini pienissima per 4 ore di discussione intensa, concentrata, partecipata, mai retorica. Clima ottimo, la grande ricchezza delle differenze -molte, se Dio vuole- che si è messa alla prova, e l’ha superata: le rappresentanti di tutti i comitati regionali + ospiti estraregionali, donne di associazioni, sindacati, partiti e molte “singole”. Anche se tutte, come da carta d’identità di Snoq, partecipano nella loro singolarità. Chiarite le difficoltà con le “romane”. Un piano di lavoro intenso e articolato localmente su  rappresentanza, lavoro e welfare, rappresentazione dell’immagine della donna. Manifestazioni “di piazza” l’11 dicembre a Roma e forse in altre città (qui il calendario di tutto appena sarà definito).

Porto via il senso di una cosa forte e vera, che si arricchisce via via di complessità e sfumature. La novità che mi ha molto colpito, per dire un’impressione personale, è il desiderio posto dalle più giovani di pratiche realmente trasformative, che vadano oltre gli schieramenti destra e sinistra. Perché l‘ordine simbolico femminile abbia campo nello spazio pubblico contro la prepotenza del dominio maschile (più Yin, meno Yang). Per una produzione di senso sul piano dei valori, in contrapposizione radicale con il berlusconismo (sono ragazze cresciute in questo quasi-ventennio).

Se posso dire (l’avrei detto anche ieri, ma non ne ho avuto il tempo), porrei una maggiore e più diretta attenzione ai temi dell’economia, della crescita, del modello di sviluppo: perché è proprio lì che dovremo esercitarci e dare il nostro meglio.

Su almeno un paio di cose siamo tutte d’accordo: rimettere la vita e i suoi bisogni al primo posto, e portare la nostra differenza nei luoghi in cui si decide per il bene comune.

Ben fatto, amiche!

Ne approfitto per darvi notizia di un’iniziativa organizzata da Donne In rete a Milano, 5 dicembre, su Donne, benessere e alimentazione in vista di Expo 2015. Dalle 9 alle 13 c/o Unione Femminile Nazionale, corso di Porta Nuova 32. Partecipano Rosaria Iardino, Claudia Sorlini, l’assessora Chiara Bisconti, Marilena Adamo, Arianna Censi, Viviana Carfì e altre/i.