A Milano abbiamo un problema. Non respiriamo più. Apriamo le finestre la mattina, e le richiudiamo subito. Per strada camminiamo con il diaframma bloccato, cercando di respirare il meno possibile. I bambini si ammalano di bronchiolite. C’è un grosso problema di leucemia infantile. Al momento si naviga a vista. Blocchi del traffico annunciati e poi revocati. I commercianti dettano legge. Si pensa alle targhe alterne, che non sono mai servite a nulla.

Ma in queste ore si discute di ben altro problema. Del caratteraccio di Stefano Boeri, assessore a Expo, Cultura, Moda e Design. Della sua difficoltà a lavorare in squadra. Del suo stile da “fantasista”. Del fatto che il sindaco non si fida più di lui, dopo le sue numerose “sortite”.

Si discute molto meno del merito: del fatto che se Expo non sarà una kermesse cementizia sarà anche a causa delle sue “alzate d’ingegno”. Che se sulla vendita di Sea Serravalle, vitale per le casse del Comune, è stato individuato un percorso più equo, è stato anche grazie ai suoi “assoli”. Che se la città sembra vivere uno straordinario risveglio culturale, è a causa del suo talento “situazionista”. E se non si edificherà un nuovo museo di arte contemporanea firmato dall’architetto Libenskind a Citylife -ci sono soluzioni molto più ragionevoli e meno dispendiose, è l’opinione prevalente tra i milanesi, in questi tempi di cinghia tirata- sarà grazie a un suo scarto “impolitico” ma efficace. Il suo passo è questo: portare a casa risultati, e in fretta, anche saltando qualche mediazione. Con concretezza (posso dirlo?) femminile.

Ma il sindaco Pisapia il suo ex rivale alle primarie, battute per 3 mila preferenze, lo vuole fuori, non sente ragioni. A minuti l’assessore -ultimatum alle 9- salirà “al Colle” per rassegnare le sue dimissioni. In caso diverso, verrà licenziato.

Il Pd, a cui Stefano Boeri ha portato in dote 13 mila preferenze -è stato il secondo più votato dopo Silvio Berlusconi- sostanzialmente tace. Buona parte dei funzionari spera anzi che sia il sindaco Pisapia a levargli l’incomodo di questo talentuoso outsider. Silenzio dal resto della squadra di giunta. Solo il web esplode, chiedendo all’unisono di non tradire “il sogno”. Se si trovano responsabilmente le mediazioni con Formigoni, com’è possibile non riuscire a dialogare altrettanto responsabilmente con Boeri?

Se Stefano Boeri sarà dimesso, non ci guadagnerà nessuno: non il sindaco, nè il Pd, non ci guadagnerà la politica, non ci guadagnerà la città. Non ci guadagnerà chi guardava a Milano con fiducia e speranza. Sarà una sconfitta radicale per il centrosinistra e per il rinnovamento della politica. Gli unici a guadagnarci saranno gli avversari. Dal cui fronte, peraltro, si leva l’unica voce a difesa di Boeri: “Fanno fuori il loro uomo più significativo” concede l’onore delle armi il leghista Matteo Salvini. “Adesso anche il sindaco dovrebbe dimettersi”.

Mi infilo la maschera antigas, per l’ennesima giornata di inquinamento ben oltre la soglia di attenzione, e “vu a laurà”. Oltre al respiro bloccato ho un po’nausea, stamattina.

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