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Donne e Uomini, lavoro, Politica Settembre 7, 2011

ScioperA generale

 

 

 

 

 

Dunque il governo Berlusconi ha deciso che noi italiane lavoreremo di più, andando in pensione più tardi, in compenso i servizi diminuiranno causa taglio welfare. Il triplo salto mortale diventa sestuplo. La manovra ci spezza l’osso del collo.

Le giovani mamme non potranno nemmeno più contare sulle nonne per i loro bambini, perché le nonne saranno ancora al lavoro, avendo già peraltro sulle loro spalle la casa, i loro vecchi genitori, la cura dei malati, e via dicendo. Le donne italiane sono l’unico welfare di cui disponiamo, il cui ammontare può essere aumentato a dismisura, senza nemmeno chiedere loro se sono d’accordo e se pensano di farcela. L’unica è starsene a casa, altro che aumento dell’occupazione femminile che fa crescere il Pil. E fare più bambini: disfattiste!

E ora divertiamoci rileggendo quello che mi ha detto il ministro Renato Brunetta esattamente due anni fa di questi tempi (hey, ministro, te lo ricordi quel giorno a Ravello?):

mia domanda: Che cosa ne farà di quello che si risparmia posticipando il pensionamento delle donne?

risposta di Brunetta: «Sono due miliardi e 300 milioni di euro nei prossimi dieci anni che andranno ai non autosufficienti e al welfare familiare. Io ho voluto questo, io l’ho fatto mettere in un decreto legge già approvato dal Parlamento. Questa è la differenza tra un riformista e un post- comunista radical chic».

Lui l’ha voluto, ma poi non l’ha fatto. Immagino che il ministro oggi ci direbbe che le cose si sono messe economicamente peggio di quanto allora si potesse prevedere. Immagino che io gli risponderei: ma davvero pensate che siano sempre le donne a dover pagare? che siano la materia prima, la risorsa inesauribile a cui attingere a piacimento, come alla mamma? Perché non provate a immaginare -altro che sciopero generale!- che cosa capiterebbe se le donne mollassero all’unisono per 24 ore i bambini, i vecchi, la casa, la spesa, la cucina e tutto il lavoro di cura che erogano gratuitamente dopo aver lavorato 8 ore + eventuali straordinari?

Ecco: perché non lo facciamo?

Politica, TEMPI MODERNI Agosto 20, 2011

Canotte in fuga (in piena notte)

Sia detto soprattutto per gli amici del Sud: questa minirivolta cadorina è un segno funesto per la Lega. Come avevamo scritto qui in occasione di Pontida, quella rischiava di essere davvero l’ultima fermata. Il web è pieno della rabbia dei leghisti: siete uguali agli altri, i solti magna-magna, e così via.

Il vecchio leone la spara grossissima: l’Italia è finita, facciamo la Padania. Ma il suo ruggito non impressiona più nessuno.

Gesù, dacci donne e uomini di buona volontà, capaci e responsabili, per governare il nostro povero e malconcio Paese. E’ una preghiera che recito ormai ogni mattina.

economics, Politica Agosto 16, 2011

OPERA AL NERO

Ieri sera ho comprato un tavolino al mercatino dell’antiquariato di Sarzana. I venditori, una coppia giovane e simpatica. Niente carta di credito, niente Bancomat, niente assegni: “Se ha i contanti mi fa un favore“. Non è una gran cifra, i contanti li ho. Mi impacchettano il tavolino, lo metto in macchina. E mentre rientriamo a casa, mi rendo conto che di quella compravendita non resterà alcuna traccia. Nessuno scontrino, nessuna ricevuta, niente di niente. Siamo talmente abituati al nero che non ci facciamo più caso. La simpatica coppia denuncerà al fisco un reddito minimo, pagando tasse minimissime. Simpatici evasori, per nulla intimiditi dalla manovra macellaia che semplicemente non li riguarda.

Mi arrabbio con me stessa. Ecco quello che avrei dovuto fare: chiedere uno scontrino, e al minimo tentennamento chiamare i carabinieri. Ecco quello che dobbiamo fare tutti: registrare definitivamente che l’evasione fiscale è un furto ai danni di tutti, in particolare dei più deboli. Che gli evasori vivono sulle spalle di chi le tasse le paga fino all’ultimo centesimo. Che usufruiscono dei servizi senza contribuirvi. In poche parole, che sono dei ladri, e che devono essere puniti.

Dobbiamo maturare tutti una maggiore consapevolezza, e denunciare. Tolleranza zero. La rete serve anche a questo: nomi e cognomi degli evasori che smascheriamo, con l’invito a non comprare più da loro o a non servirsi più delle loro prestazioni professionali.