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giorgio napolitano

Politica Dicembre 27, 2013

Renzi’s count-down

Molto deprimente lo spettacolo dell’assalto alla diligenza fine 2013, dagli spiaggiaroli al tentativo sulle slot machine agli affitti d’oro. ll decreto SalvaRoma o salviamoci tutti. Il Presidente del Consiglio che pone addirittura la fiducia sull’obbrobrio, come la fiducia fosse una procedura di routine. Il Presidente della Repubblica che gli strappa nervosamente le redini di mano per salvare il salvabile di un governo debole con i forti (lobby e interessi particolari) e arcigno con i deboli (i cittadini in difficoltà)

Il risultato è un ulteriore allontanamento dei cittadini dalla cosiddetta politica (quella roba non si sa più come chiamarla), una botta di sfiducia che davvero non ci voleva e che ci costa perfino di più di quello che ci sarebbe costato accontentare i signori del gioco d’azzardo. Vedremo che cosa combinano oggi con il decreto Milleproroghe, quanti e quali di quei provvedimenti destinati a sfamare la belva del “particulare” riusciranno a reinfilare. Mattinata di durissimo lavoro per i lobbisti.

Davvero non si riesce a capire come si potrà tirare il 2015 con questo parlamento e questa squadra. Matteo Renzi, neosegretario del Pd, partito al governo de facto– che decide l’istituzione di un team di controllori che passino preliminarmente al vaglio gli emendamenti per evitare ulteriori scivoloni. E se del governo non si fida neppure il Pd, chi si dovrebbe fidare? Un Presidente del Consiglio che prende schiaffoni un po’ da tutti: dal suo stesso partito, dal suo main sponsor Giorgio Napolitano, oltre che dall’opposizione.

E la riforma della legge elettorale che torna a dileguarsi all’orizzonte: Porcellum da guardia, che impedisce di tornare al voto e di riavvicinarsi a una normalità costituzionale.

Forse Matteo Renzi dovrebbe cominciare a scandire il count down.

aggiornamento ore 14: nel frattempo Napolitano con una lettera invita i presidenti di Camera e Senato alla massima stretta sugli emendamenti. Resta pur vero che la fiducia sul SalvaRoma è stata posta dal Presidente Letta, a cui a quanto pare quel decreto imbottito era piaciuto.

 

esperienze, Politica Agosto 2, 2013

#Sentenzamediaset: gli gnorri del Pd

Giusto due cose sulla #sentenzamediaset:

1. a stretto giro è giunto il breve comunicato* -non obbligatorio- del presidente Napolitano, che da un lato ribadisce il rispetto per la magistratura, ma dall’altro parla di riforma della giustizia. Come se si trattasse della prima emergenza che il governo (altro che cadere!) ha da affrontare: e perché? Come se dalla sentenza si deducesse come prima cosa che la giustizia ha da essere riformata. Un paio d’ore dopo, il videomessaggio in cui il condannato Berlusconi, dopo aver attaccato durissimamente la magistratura, annuncia che non mollerà, che resterà in campo, che rilancerà Forza Italia. E anche lui, come Napolitano, mette al primo posto in agenda la riforma della giustizia. Convergenze parallele.

2. giro un po’ di bacheche di deputati e senatori Pd e il silenzio è assordante. Fischiettando si parla d’altro, dal femminicidio all’anniversario della strage di Bologna, fanno tutti gli gnorri, a parte -al solito- Civati, Puppato e pochi altri. Stanno tutti lì muti e aggrappati disperatamente al seggiolino, terrorizzati dal fatto di dover trarre le conseguenze di ciò che è avvenuto e di dover lasciare “la Casa”. Parla solo chi, essendo dotato di personalità politica, avendo un progetto, essendo riconosciuto dai potenziali futuri elettori, sa che in caso di elezioni nella “Casa” avrebbe chance di rientrare. Tutti gli altri, ovvero i veterani che stavolta non potrebbero più godere di deroghe e dovrebbero salutare, i nominati -comprese mogli, cugini e famigli vari-, i miracolati delle Parlamentarie di Capodanno e i beneficiati dal Porcellum, che rischierebbero di tornare per sempre al lavoro e allo stipendio di prima, cercano di non farsi notare, in attesa che passi l’onda: vuoi che per caso qualcuno dei loro elettori gli chieda di esprimersi contro l’insostenibilità del governo a larghe intese? (ma no, se resistono è solo “per il bene del Paese”)

L’egoismo di Berlusconi è mostruoso, niente da dire. Ma va valutato anche il peso dei mille egoismi di quelli che mettono il loro minuscolo bene davanti a quello del Paese, e i problemi del loro bilancio davanti a quelli del bilancio dello Stato. Trattasi di fattore umano, mai del tutto eliminabile. La cui incidenza tuttavia è direttamente proporzionale alla mediocrità: insomma, se sei capitato lì semplicemente per un colpo di c..o, sarai disposto a tutto pur di perpetuarlo. Per questo, come si diceva ieri, la primissima cosa da fare, altro che riforma della giustizia, sarebbe l’abolizione del Porcellum. Il che almeno in linea teorica farebbe crescere la possibilità che lì ci vada gente di valore, e non, viceversa, gente che acquisisce valore solo per il fatto di essere fortunosamente capitata lì. La conventio dei mediocri ha una forza terribile.

* ecco il comunicato del Presidente Napolitano: “La strada maestra da seguire è sempre stata quella della fiducia e del rispetto verso la magistratura, che è chiamata a indagare e giudicare in piena autonomia e indipendenza alla luce di principi costituzionali e secondo le procedure di legge. In questa occasione attorno al processo in Cassazione per il caso Mediaset e all’attesa della sentenza, il clima è stato più rispettoso e disteso che in occasione di altri procedimenti in cui era coinvolto l’on. Berlusconi. E penso che ciò sia stato positivo per tutti. Ritengo ed auspico che possano ora aprirsi condizioni più favorevoli per l’esame, in Parlamento, di quei problemi relativi all’amministrazione della giustizia, già efficacemente prospettati nella relazione del gruppo di lavoro da me istituito il 30 marzo scorso. Per uscire dalla crisi in cui si trova e per darsi una nuova prospettiva di sviluppo, il paese ha bisogno di ritrovare serenità e coesione su temi istituzionali di cruciale importanza che lo hanno visto per troppi anni aspramente diviso e impotente a riformarsi“.

 

 

Politica Aprile 23, 2013

Effetto Debora

Debora Serracchiani, neogovernatrice del Friuli Venezia Giulia

A me come cittadina non piace per niente, pur con il massimo rispetto per il Presidente Napolitano, che sia un uomo solo a decidere le soluzioni politiche: nella fattispecie, il governo a larghe intese, detto anche inciucione, soluzione invisa alla gran parte degli elettori del centrosinistra. E’ una cosa che capita sempre più spesso, che siano gli uomini soli a sostituire la politica: per niente tranquillizzante.

O si fa come dico io, ha chiarito Napolitano, o vi mollo. Più che la strigliata retorica ai partiti, c’era da sentire questo. Che poi è precisamente quello che i partiti, il centrodestra in blocco e buona parte del Pd, volevano sentirsi dire: governissimo, larghe intese, inciucio. Il percorso è stato tortuoso, ma era qui che si voleva arrivare. Anzi, di qui non ci si era mai mossi. Il famoso streaming in cui Bersani era stato umiliato dai 5 Stelle, più che umiliante era stato ridicolo, perché l’alleanza con i 5 Stelle la gran parte della dirigenza Pd non l’aveva mai voluta, e la faccia annoiata di Bersani lo diceva chiaro.

Quanto al Pd, si registra un effetto paradosso: anziché mollare, i militanti assediano il partito e i giovani occupano i circoli, #OccupyPd. E se qualcuno straccia la tessera, tanti la fanno ex-novo, lanciando un’opa della base sul partito, in vista del congresso.

In Friuli Debora Serracchiani vince, contro le previsioni dell’ultim’ora. Ma è lei ad avere vinto, non il Pd: tranquilli, ci fosse stato Speranza, ciao. Per lei 50 mila voti in più rispetto alla coalizione che la sosteneva. A livello nazionale, Emg dà -6.6 al Pd in una settimana dal 26.9 al 20.3. E’ lei, che stava per Rodotà, e che è nata politicamente con un gesto anti-establishment, ad aver evitato la débacle del partito.

E mentre una parte sempre più ampia del Pd sembra voler puntare alla disperata sull’effetto Renzi (ex-dc o post-dc lanciato come possibile premier dai suoi ex-nemici Giovani Turchi), converrebbe non trascurare di riflettere sull’effetto Debora, che peraltro è una donna, fatto non insignificante. Che forse contiene le novità più interessanti e promettenti, le indicazioni più suggestive per il futuro del Pd.

p.s. Poi ci sarebbe da riflettere anche sulla tenuta del Pdl e sul risultato deludente del M5Stelle. Ma una cosa per volta…

 

Politica Aprile 21, 2013

Pd: sconnessione completata

Sentendo tanti commentatori parlare di fatto “storico” (il Napolitano bis), e poi gli applausi, la soddisfazione, le pacche sulle spalle, i visi distesi, insomma ce l’abbiamo fatta, si complimenta pure Obama, ora si farà questo cavolo di governo comme il faut, ovvero larghe intese, ovvero l’inciucione, cvd (e se Grillo non ci sta, be’: meglio così, era l’effetto che volevamo ottenere).

Vedendo dall’altra parte la rabbia del popolo pd tradito che l’inciucio non lo voleva, e che esplode liberandosi in rete, troppo a lungo trattenuta, e la piazza romana, soprattutto Pd e M5S, tutta gente che pensa invece che di storico c’è solo che il corso della Storia è stato bloccato, e possibilmente un po’ invertito, con l’unica logica di rimandare la fine dei pochi contro l’interesse dei molti, di durare ancora un po’, un anno, due, poi si vedrà (non ascoltare ‘sti caxxi di cittadini, non andare in rete, tappati le orecchie, fai come le tre scimmiette e vota).

E il “fantasma” di Rodotà, che per tantissimi era diventato il simbolo della svolta -sì, anche per chi non ha mai letto i suoi saggi- e tutti che sono ancora lì a chiedersi stupefatti perché il Pd non l’ha sostenuto (elementare, Watson: power, money) e che d’ora in avanti perseguiterà i dirigenti piddini come il fantasma di Banquo perseguita Macbeth.

Be’, vedendo tutto questo direi che il programma di sconnessione tra politica e cittadini è completato, la corda si è rotta, con particolare riferimento al Partito Democratico, il più sconnesso di tutti.

In molte città oggi il Pd organizza segreterie d’urgenza e incontri con i circoli, un po’ come provare a rimettere insieme i cocci di un vaso andato in frantumi con una colla da bambini, acqua e farina.

Il peggio deve ancora venire. Per il Pd di sicuro.

 

Politica Aprile 20, 2013

“A congresso subito”: parla Puppato

Laura Puppato in treno, sta rientrando in Veneto per una domenica in famiglia. La segreteria del Pd si è appena dimessa in blocco.

La prima cosa che le chiedo è come ha votato nell’ultimo scrutinio.

Ho tentato in tutti i modi di portare il Pd su Rodotà. Anche dopo che il nome di Prodi è stato bruciato, ed è stato un grave errore, perché il profilo internazionale della sua candidatura era molto interessante. Non ci sono riuscita. Alla fine ho votato Napolitano“.

Chi ha affossato Prodi?

I dalemiani, in blocco. Una parte di mariniani, per senso di rivalsa. Quanto ai renziani, Matteo Renzi dice di aver dato un’indicazione chiara e univoca, ma probabilmente alcuni tra loro hanno colto l’0ccasione per dare la scossa definitiva a Bersani“.

Qual è stato il vero ostacolo alla candidatura Rodotà?

Proprio l’atteggiamento oltranzista dei 5 Stelle. Anzi, di Grillo. Rodotà era disponibile a ritirarsi per far convergere i voti su Prodi, molti dei 5 Stelle la valutavano come un’ipotesi ragionevole, ma poi è arrivato il niet di Grillo. Il suo vero obiettivo è la distruzione del Pd. Credo che oggi Rodotà sia dispiaciuto del fatto di non aver ritirato la sua candidatura. Il nome di Prodi era l’unica possibilità per evitare il governo a larghe intese. E invece, purtroppo, il bene del Paese è scivolato il secondo piano. Ognuno ha condotto la sua battaglia. Hanno vinto i personalismi, lo sfascimo, il tanto peggio-tanto meglio“.

Che cosa capiterà al Pd?

Nichi Vendola dice che sarebbe bene anticipare i congressi di partito a maggio. Credo abbia ragione. Non possiamo aspettare. Ma la cosa prioritaria è definire in modo chiaro punti di programma e principi condivisi. Non possiamo più permetterci di ridiscutere ogni volta daccapo su qualunque questione. Il segretario andrà scelto sulla base di intenti chiari e condivisi“.

Ha già in mente un nome per la segreteria?

Onestamente non ci ho ancora pensato“.

Pensa che ci sia un rischio concreto di scissione?

Sarei disonesta se dicessi di no. Ma credo che quella che giudico la parte migliore del Pd tenga molto al fatto che il partito non si divida. L’altro giorno, per consolarmi, pensavo che la Chiesa è riuscita nel rinnovamento, partendo da problemi non meno gravi dei nostri. Perché non dovremmo farcela noi? Io mi sento un po’ come Don Milani, che la Chiesa non l’ha mai lasciata. Pur con tutti i problemi, con tutte le criticità, voglio continuare a far parte del Pd“.

Donne e Uomini, Politica, questione maschile Marzo 30, 2013

Nessuna è abbastanza “saggia” per Napolitano

 

Caro Presidente Napolitano,
scegliendo come “saggi” soltanto uomini Lei ci ha offese tutte.

E’ proprio quel tra-uomini, quell’idea patriarcale del mondo, della politica, dell’economia, che è giunta definitivamente al capolinea. E’ questo, ciò a cui diamo il nome di “crisi”, e che non casualmente nel nostro Paese tremendamente misogino morde con particolare ferocia.
Ed è della saggezza e della sapienza femminile che il mondo ha assoluta necessità per non finire.

Quella stessa sapienza e quella stessa saggezza che ogni uomo, Lei compreso, sperimenta ogni giorno della propria vita, a cominciare dalla propria madre. 

Non si tratta di metterci una toppa. Si tratta di un cambio di paradigma e di civiltà.

Politica Marzo 29, 2013

#Governo: extreme consulting

Non tengo affatto fede ai miei buoni propositi. L’ansia politica mi divora, in questo freddissimo venerdì di passione. Il Presidente li sta risentendo tutti, e le cose da dire sarebbero molte: su Berlusconi che dice di volere un governo solo politico e non tecnico, in modo da poter andare al voto prima possibile: la paura sta spingendo il Paese destra, come da copione, e il Pdl cresce; sul Pd letteralmente nel panico da rischio implosione; sui 5 Stelle che cominciano a misurarsi con il fatto che la strategia puri-e-duri potrebbe non pagare, anzi, potrebbe costare voti sonanti; su Renzi che scalda il motore, passando da Maria De Filippi, per la presumibile vittoria d’autunno (guardate qui).

Di cose ne dico solo un paio. Una su Renzi, e una sui 5 Stelle.

Su Renzi. Dopo quella che potrebbe essere l’amara fine politica di Bersani -gli errori, purtroppo, dal trionfo delle primarie a oggi, sono stati tanti, dall’aver rallentato il rinnovamento all’essersi ostinato su una sua premiership che aveva pochissime chance, irritando il Paese con un'”esplorazione” durata troppo a lungo- anche i più severi detrattori di Renzi si stanno arrendendo al fatto che per il Pd la carta vincente è lui. E che vincerebbe, scusate il pasticcio, proprio perché è un natural born winner, un vincitore nato, capace di sparigliare gli schieramenti e di oscurare definitivamente la stella fatalmente al tramonto di Berlusconi, prendendosi anche un bel po’ del suo elettorato e infiacchendo i 5 stelle. Sarebbe un altro Pd, certo. Ma sarebbe forse l’unico Pd che oggi potrebbe vincere.

Sul M5S. Le cose da dire sarebbero molte. Attendiamo l’esito dell’incontro con il Presidente. Ma una può essere detta a prescindere. Quello che, a mio parere, è mancato ai 5 Stelle, è un po’ di mitezza. Quella aggressività a tutto campo, quelle facce dure, quelle dichiarazioni sempre contro, hanno finito per danneggiarli forse anche più del loro oltranzismo anti-partito. Che sia stato per l’imprinting -il sarcasmo feroce di Beppe Grillo- o per il fatto che si tratta di un web-movimento -la rete è violentissima, chiunque la frequenti lo sa-, quell’estremismo verbale, quella maschera feroce sono stati un boomerang.

La rabbia è un sentimento preziossimo, un  carburante formidabile. Ma presa la spinta, dalla rabbia si deve saltare fuori, o la sua distruttività finisce per distruggere anche te.

E ora disponiamoci in paziente attesa. Ancora qualche ora per sapere.

Politica, TEMPI MODERNI Giugno 1, 2012

Al cuore dello Stato

 

 

Gli umori anticasta ormai lambiscono anche il Presidente Giorgio Napolitano.

E’ un segno preciso, come qualcosa che minaccia di traboccare. Nemmeno più quel saldo argine a garanzia. Cominciano a girare in rete vecchi filmati (lui che, da eurodeputato, rifiuta di rispondere a un giornalista tedesco che lo interroga sui rimborsi-viaggio), polemiche sulla parata “sobria” del 2 giugno (il 1° giugno e mezzo, ironizza oggi Travaglio sul “Fatto”) e sui suoi giudizi su Grillo

La cosiddetta “antipolitica” -“antipolitici” sarebbe più corretto- non risparmia più nessuno, nemmeno il Presidente. L’Italia trema, regolamentari sciacalli sono al lavoro, tutti compriamo parmigiano online, e  infine -calcio sui maccheroni- neanche la possibilità di distrarsi con una partita.

La sensazione è quella di una valanga, di un Vajont, una massa che aumenta ogni giorno di volume e in velocità. Come pensiamo di arrivare al 2013? A che cosa dobbiamo prepararci? Sentite anche voi quello che sento io, il brontolio sordo che annuncia un’eruzione?

Come dare forma a questa energia incontrollata, come minimizzarme la distruttività?

Sarebbe utile un “progetto Saviano” -anche intorno a lui vortica un certo malumore- o è tardi anche per questo?  E magari  una lista, in sostegno alla lista che sostiene la lista di Saviano che sostiene il pd, tutto pur di non fare un programma. Buona idea, quella di Saviano: era venuta anche a me, ma  tre anni fa. E’ ancora tempo per questo?

Ci sono giorni in cui la confusione ti opprime.

p.s. non riesco ad attivare il link, non so perché. In ogni modo, nel febbraio 2009, avevo scritto questo:

Dico un nome -non perché lo preferisca ad altri, ma per questioni oggettive- che potrebbe costituire un polo carismatico davvero alternativo all’attuale nomenklatura di sinistra, e soprattutto alla seduttività di Silvio Berlusconi: Roberto Saviano. Che probabilmente non ha alcuna intenzione di fare politica, ma nessun dubbio sul fatto che costituirebbe un’alternativa vera. Di nomi se ne possono indicare altri, e vi prego di farlo. Sempre che si ritenga di dover permanere all’interno della dialettica democratica (maggioranza-opposizione), e non invece di doverne fuoruscire, con un’ardita invenzione politica.

 

 

Donne e Uomini, Politica Marzo 27, 2012

Una Presidenta Trompe-l'oeil

una signora al colle

Non dico che non potrebbero farlo: potrebbero. Non ci credo affatto, ma perché no?

Non dico che il Presidente Napolitano, dall’alto del suo ruolo, della sua esperienza politica e vicino allo scadere del mandato, non abbia fatto bene a dirlo: ha fatto benissimo. Tra l’altro vedo con piacere che sta cominciando a togliersi tanti sassolini dalle scarpe, come sull’ultima Domenica del Sole 24ore  dove ha tuonato contro la politica miope che nulla ha fatto e fa per salvaguardare il nostro territorio. Ottimo intervento.

Dicendo che sarebbe anche ora di una donna al posto suo, stigmatizza la misoginia della politica italiana. E apre a questa possibilità, anche se non va sottovalutata la seconda parte del suo discorso, che è quella che a me è piaciuta di più: “se le donne si faranno sentire”.

Parte il dibattito: e allora chi? Emma Bonino? Rosy Bindi? Difficile che possa essere una che non si è fatta le sue belle ossa in quella politica.

Ottimo, perché le parole di Napolitano sono un bel grimaldello. Lo dice perfino lui che non se ne può più. Ci si sente spalleggiate, diciamo così.

Ma quella rondine non farebbe primavera. Rischierebbe di essere solo un trompe-l’oeil. Se si vuole davvero che la politica cambi, che cambino i suoi modi, che cambino le sue agende, serve che di donne ce ne siano tante. Detto anche da una Presidenta già in carica, la cilena Michelle Bachelet: «quando una donna fa politica cambia la donna, ma quando tante donne fanno politica, cambia la politica». Ormai dovremmo averlo imparato a menadito.

Chiaro il messaggio? Fuori dalla Camera, che dobbiamo fare ordine.

Lo dice anche il Presidente: datevi una smossa.

Corpo-anima, Donne e Uomini, media Febbraio 15, 2012

Se questo è il Presidente (dei giornalisti)

Questa che vedete è un’immagine tratta dalla bacheca Facebook di Lorenzo Del Boca, presidente dell’Ordine dei Giornalisti dal 2001 al 2010.

Ha trovato l’immagine molto suggestiva e l’ha condivisa con entusiasmo. Vi risparmio i commenti postati da numerosi gentiluomini suoi amici.

Dunque questo signore ha rappresentato per un decennio i giornalisti e le giornaliste italiane, e con la massima nonchalance, ignaro dell’abbondante discorso pubblico prodotto dalle donne sul tema della dignità e della reppresentazione dell’immagine femminile, dimentico del 13 febbraio e di quello che ha rappresentato nel nostro Paese, totalmente a suo agio in un immaginario da trivio, bypassa ogni dettato deontologico e pubblica questo bel culo sulla sua bacheca. Meglio ancora: il culo di una signorina intenta a spignattare. Di più non si può desiderare.

Se questo è il Presidente dei giornalisti, o quanto meno lo è stato a lungo, in che cosa possiamo sperare, amiche e colleghe? Vi chiedo scusa a nome della mia categoria.

Forse Del Boca era ancora in carica quando il Presidente Napolitano, il 14 aprile 2010, parlando di donne e media ha affermato:

«Uno stile di comunicazione che offende le donne nei media, nelle pubblicità, nel dibattito pubblico può offrire un contesto favorevole dove attecchiscono molestie sessuali, verbali e fisiche, se non veri e propri atti di violenza anche da parte di giovanissimi».

Quel giorno lui dov’era?