Insieme all’ammissibilità del preservativo (in certe condizioni: Benedetto XVI) le dimissioni da tutto della Ministra Mara Carfagna sono la notizia del giorno.

Lasciamo perdere se a Natale, dopo aver votato la fiducia al governo, lealtà in extremis al suo Capo, entrerà a far parte delle truppe finiane, ed eventualmente si candiderà a sindaca di Napoli.

Lasciamo perdere questa politica, che è ben poca cosa rispetto alla politicità del percorso di questa donna bellissima, dai calendari allo scranno di Ministra, dal corpo morbido da soubrette di fila a una magrezza allampanata e sospetta, sempre reclusa in tenute monacali. I capelli tagliati punitivamente. Lo sguardo, da vellutato che era, sbarrato e allucinato, come in uno spavento infinito.

La ragazza è faticosamente cresciuta. Ha lottato. Ha preso sul serio il suo incarico. Ha fatto molto contro la violenza alle donne e contro l’omofobia. Si è ben assestata in se stessa. Ha voluto e vuole essere protagonista delle sue scelte.

Lasciamo perdere i dossier eventualmente pronti nei cassetti delle macchine sparafango, l’orrendo Giornale di Feltri e Sallusti (quello stesso che sta fallendo nella sua ripugnante iniziativa Una firma contro Saviano, respinta da gran parte degli stessi fedelissimi lettori, vero autogol) che fascisticamente la chiama “la battistrada”.

Mara non ha più nulla da temere: il peggio che di lei si poteva dire è già stato detto. I cecchini hanno ben poco da sparare. Il male è alle spalle. Una fierezza da donna del sud che fa pensare a Filumena.

La politica le piace, e con ogni probabilità continuerà a farla. Pronta a scommettere che vedremo il suo corpo tornare ad ammorbidirsi, lo sguardo a illanguidirsi. Dopo la tesi e l’antitesi, la sintesi della maturità e della fiducia. Può finalmente tornare a essere una donna (con i capelli lunghi, il seno, la sensualità nello sguardo e tutto il resto)

Lesson number one: la fiducia è la strada maestra, via le lenti scure del pregiudizio, che impediscono di vedere.

Lesson number two: le donne fanno male alla salute del premier. Veronica, Patrizia, Noemi, Ruby, e ora Mara. Quello che si chiamerebbe un vero Karma.

  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •