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Donne e Uomini, Politica Gennaio 17, 2011

SILENZIO ASSORDANTE

E’ un paio di giorni che aspetto di sentire le voci delle politiche italiane sulla vicenda Berlusconi-Ruby. Stanno parlando tutte: le giornaliste, le donne al mercato, nelle fabbriche e negli uffici, le giovani prostitute implicate nella storia. Ma le donne politiche fanno silenzio. Vorrei sentire che cosa pensano di questa storia Rosy Bindi, Angela Finocchiaro, Livia Turco. Sento solo Fini, Bersani, Vendola, Di Pietro. Vorrei sentire anche Mara Carfagna, Stefania Prestigiacomo, Meloni, Gelmini. Anche loro dovrebbero trovare la strada per dire qualcosa, sia pure da una posizione più difficile.

Non una cosa pavloviana -si parla di donne, e quindi noi donne dobbiamo parlare- ma una cosa sentita, articolata, complessa, che dimostri la capacità di sintonizzarsi con il Paese, di guidarlo nche in questa penosa circostanza. Vorrei sentire la loro voce anche su Mirafiori e sulla Tunisia, beninteso. Il protagonismo politico femminile deve esercitarsi a tutto campo. Ma sul caso Ruby l’afasia mi pare particolarmente impressionante. Me le fa immaginare sfinite, incapaci di signoria nei contesti in cui vivono e operano.

Una madre di famiglia che dichiara a tavola il suo sdegno per questo immondezzaio senza fine signoreggia più di loro.

Donne e Uomini, Politica Novembre 21, 2010

FILUMENA CARFAGNA

Insieme all’ammissibilità del preservativo (in certe condizioni: Benedetto XVI) le dimissioni da tutto della Ministra Mara Carfagna sono la notizia del giorno.

Lasciamo perdere se a Natale, dopo aver votato la fiducia al governo, lealtà in extremis al suo Capo, entrerà a far parte delle truppe finiane, ed eventualmente si candiderà a sindaca di Napoli.

Lasciamo perdere questa politica, che è ben poca cosa rispetto alla politicità del percorso di questa donna bellissima, dai calendari allo scranno di Ministra, dal corpo morbido da soubrette di fila a una magrezza allampanata e sospetta, sempre reclusa in tenute monacali. I capelli tagliati punitivamente. Lo sguardo, da vellutato che era, sbarrato e allucinato, come in uno spavento infinito.

La ragazza è faticosamente cresciuta. Ha lottato. Ha preso sul serio il suo incarico. Ha fatto molto contro la violenza alle donne e contro l’omofobia. Si è ben assestata in se stessa. Ha voluto e vuole essere protagonista delle sue scelte.

Lasciamo perdere i dossier eventualmente pronti nei cassetti delle macchine sparafango, l’orrendo Giornale di Feltri e Sallusti (quello stesso che sta fallendo nella sua ripugnante iniziativa Una firma contro Saviano, respinta da gran parte degli stessi fedelissimi lettori, vero autogol) che fascisticamente la chiama “la battistrada”.

Mara non ha più nulla da temere: il peggio che di lei si poteva dire è già stato detto. I cecchini hanno ben poco da sparare. Il male è alle spalle. Una fierezza da donna del sud che fa pensare a Filumena.

La politica le piace, e con ogni probabilità continuerà a farla. Pronta a scommettere che vedremo il suo corpo tornare ad ammorbidirsi, lo sguardo a illanguidirsi. Dopo la tesi e l’antitesi, la sintesi della maturità e della fiducia. Può finalmente tornare a essere una donna (con i capelli lunghi, il seno, la sensualità nello sguardo e tutto il resto)

Lesson number one: la fiducia è la strada maestra, via le lenti scure del pregiudizio, che impediscono di vedere.

Lesson number two: le donne fanno male alla salute del premier. Veronica, Patrizia, Noemi, Ruby, e ora Mara. Quello che si chiamerebbe un vero Karma.