Migliaia di uomini in tutto il mondo in queste ore stanno tremando: potrei farvi una discreta quantità di nomi anche nella mia categoria. Uomini rispettabili e naturalmente insospettabili che, come si dice, hanno approfittato della loro posizione di potere per allungare le mani indisturbati o richiedere favori sessuali. Lo direi meglio: uomini che hanno cercato conferma del proprio potere esercitando il dominio sulla materia prima assoluta: la carne femminile.
E’ un salto quantico: forse la prima volta in secoli e secoli gli uomini non possono nascondere di avere paura delle donne -nel privato tutte noi conosciamo la loro fragilità radicale-. Basta un ricordo custodito per decenni: parlo per esperienza personale, quell’umiliazione, quella paura non si dimenticano, E’ sempre vivido il ricordo dei palpeggiamenti di un amico di famiglia, avevo solo 12 anni, e fino al giorno prima quel signore mi regalava bambole. Basta una testimonianza, una telefonata, un sms, e la vita di un uomo potente -in politica, showbitz o affari- può rovinare come un castello di carte.
Li tieni, direbbero loro, per le palle.
Per una donna è una sensazione inebriante e disgustosa: ti ritrovi in mano una pistola carica, ma nella vita avresti voluto fare tutt’altro che sparare. Le cose si sono messe così, ma non l’abbiamo deciso noi.
Quando si fa la conta statistica dei casi di violenza conclamata-quanti in casa e fuori, stranieri o italiani- si trascura di valutare il danno microfisico prodotto dal fatto dalla paura permanente di essere violate e sopraffatte, ogni stramaledettissimo giorno della vita. Se nasci donna ti tocca, sei una preda, e prima lo impari meglio è. Se non ricordo male io l’ho imparato intorno agli 8 anni. Ebbene, la paura è stata rispedita al mittente.
Non poteva andare avanti per sempre in questo modo, e forse stavolta la mina ha fatto saltare le fondamenta. Come spiega la teoria delle catastrofi, un sistema crolla improvvisamente e occasionalmente, quando e dove meno te lo aspetti. Il vaso trabocca, tutto viene travolto. Anni e anni e anni di lavoro sulla violenza maschile, e tanti momenti di scoramento: qui non cambia nulla, non andiamo da nessuna parte. E invece, di colpo, dal sofà di un grasso produttore hollywoodiano parte lo tsunami definitivo. La violenza si mostra chiaramente per quello che è, in uno strepitoso musical globale.
D’ora in poi ci penseranno 10 volte, prima di procedere. Il “naturale” e immutabile istinto predatorio maschile, la chiave con cui si è spiegato sempre tutto, dalla piccola molestia allo stupro, perde di colpo tutta la sua naturalità. La parata virile crolla.
E allora che cos’è “naturale”, nei rapporti tra gli uomini e le donne? Che cosa ha reso necessaria la “perversione del dominio” (parole di Ratzinger) di un sesso sull’altro? La paura, dico io: se vuoi fare paura è perché hai paura. E di che cosa hanno avuto paura? E come si fa a sventarla? Da che parte si ricomincia?
Mentre in ogni parte del mondo la tempesta perfetta fa il suo lavoro, c’è da raccogliersi in noi stesse alla ricerca di quel “nucleo illeso” dove è custodito il segreto, il bandolo della matassa di una lunga storia, quella del patriarcato, che sta per finire.
Per poter ricominciare.