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AMARE GLI ALTRI, economics, Politica Luglio 26, 2012

I tedeschi e noi

Leggo che anche la Germania non sta tanto bene, che i sindacati invitano Merkel a mettere in cima alla sua agenda il salvataggio dell’euro, che crolla l’indice di fiducia nelle aziende tedesche, che la politica isolazionista è alle corde, anche se presumibilmente la Cancelliera terrà durissimo finché i sondaggi elettorali (l’ultimo realizzato da “Stern”) la faranno sentire Uber Alles (sugli altri sfidanti Spd).

Comincia il valzer anche per voi, eh, amici? Fa caldo, i freni inibitori si allentano, e decido di lasciarmi andare al più scellerato umore antitedesco, quello che ci procura un plus di godimento ogni volta che li stendiamo a calcio. Mi faccio beffe interiori del loro rigore: prontissimi a contravvenire appena vengono qui, ho in mente un signore che ogni sera, per un mesetto buono, ha installato il suo barbecue teutonico nello stretto carrugio del mio paesello al mare, tutti quanti impestati da fumi di wurstel. Provate a farlo a Francoforte). Guardo con scetticismo alla loro potente macchina sistematica tritatutto, anche Hegel stamattina mi fa il solletico. Si spezzano ma non si piegano, ecco qua. Mancano totalmente di cortesia e di grazia. Penso al corazziere di Hitler ubriaco che pistola alla mano voleva prendersi mia madre, poco più che una bambina, fucilato dal plotone dei suoi commilitoni e ancora sepolto sotto a un cortile milanese. E a quella trattoria per cavatori di marmo sulle Apuane gestita da un vecchio anarchico dalla memoria lunga, lardo e vino rosso, credo uno dei pochissimi posti al mondo dove i tedeschi non sono ammessi, senza eccezioni. Eccetera. Me le concedo proprio tutte.

Mi depuro di questi inutili cattivi sentimenti, li lascio correre e andare via spero di incontrare tanti tedeschi, quest’estate, per stupirmi e apprendere la loro differenza, e a cui proporre la nostra, se gli va (ma gli va?).

AMARE GLI ALTRI, Libri Settembre 14, 2009

TRE TEDESCHI

Tema libero: analizzate e commentate questa frase di Philip Roth (da “il professore di desiderio”):

“Il singolo tedesco non è cattivo. Ma mettete tre tedeschi insieme in una stanza, e addio mondo“.

Archivio Maggio 29, 2007

UNA SIGARETTA, AMORE?

A Venezia per lavoro. La sera a cena in bacaro del sestiere Cannaregio. Una volta, al ristorante da sola mi imbarazzavo. Ingurgitavo in fretta e furia per scappare via. E diverso, adesso. Gnocchetti di zucca e filetto di orata, e un po di vino rosso, pieno di ottimi polifenoli e di buoni pensieri che chiedono di essere pensati. Li accolgo, li lascio scorrere liberi nella mente e nel cuore. E una ragazza bruna e sorridente a servirmi. Porta con molta grazia la sua opulenza. Viene da Israele: Venezia è ancora molto cosmopolita. Agli altri tavoli, tedeschi e italiani. Accanto ho una coppia di francesi che non mi degna di uno sguardo. Non sono troppo empatici, i francesi. Ma se come dice Etty Hillesum, morta ad Auschwitz, basta un tedesco decente per non sentirsi più in diritto di riversare il proprio odio su un popolo intero , questo varrà a maggior ragione per l antipatia dei francesi: ne basterebbe uno simpatico. Certo non è il caso di questi due.
Due veneziani che ho di fronte, invece, mi fanno ciao con la mano e brindano ostentatamente alla mia salute. Ti vol una sigareta, amore? , mi dice uno dei due (a Venezia tutti si chiamano amore, con quella erre scivolosa come l acqua di laguna). Anche la ragazza israeliana cerca farmi sentire meno sola. Mi chiede da dove vengo, se l orata mi è piaciuta. E sì che di foresti dovrebbe averne abbastanza.
Mi danno, pensando che questo bene prezioso, la relazione, potrebbe andare perduto. Che questa ricchezza d Italie, il talento della relazione, potrebbe deteriorarsi proprio mentre ne abbiamo tutti sempre più bisogno. Come si fa a salvarla? Da che parte si comincia? Intanto sorrido unilateralmente ai francesi. E alla ragazza di Israele chiedo quante lingue parla. Arabo, ebraico e italiano , mi dice. Brava, tesoro , le rispondo, facendo brillare gli occhi.
(pubblicato su “Io donna”-“Corriere della Sera”)