Browsing Tag

social network

Donne e Uomini, Politica, questione maschile Dicembre 17, 2013

Che cosa dovrebbe fare Beppe Grillo?

dalla pagina Facebook di Beppe Grillo

Giuro che la domanda non è retorica: toccherebbe secondo voi a Beppe Grillo -o a chi amministra per lui la pagina Facebook- ripulire il suo wall da questa immondizia? Risposta: sì, perché chi apre uno spazio pubblico, e una pagina Fb lo è, se ne rende responsabile, almeno nei limiti delle sue possibilità. O invece: risposta no, perché cancellare questa roba equivarrebbe a “censurare” la realtà. Meglio che si veda come stanno le cose.

Il fatto è che quello che si vede in questa pagina è la persistenza dei veleni violentemente misogini, da cui anche le donne come potete osservare non sono immuni: Boldrini non viene cioè attaccata o criticata, cosa ovviamente legittima, con argomenti politici e su questioni politiche. Si coglie l’occasione di un atto di Boldrini, donna assertiva e in una posizione di grande responsabilità e visibilità, per ricondurre lei, e con lei tutte le altre, alla sua “naturale” posizione di ricettacolo degli umori maschili, in senso figurato e anche letterale. Si tratta, cioè, di un’operazione di potere. Perfino la Presidente della Camera è semplicemente una “vacca”, “baldracca” etc. (figuriamoci le altre) e l’attività che le si conface, altro che presiedere l’assemblea dei Parlamentari, è “pulire il cesso”, come una qualunque rassicurante surrendered wife.

Il collega Pierluigi Battista ha ottenuto l’ambita nomination nella lista di proscrizione dei giornalisti nemici del M5S. Ma la qualità delle critiche e degli insulti è stata di natura ben diversa -cioè non sessuale– da quella riservata a Maria Novella Oppo. Pure lei, come Boldrini, ricondotta brutalmente alla sua funzione di ricettacolo materiale.

Insomma: che cosa dovrebbe fare Beppe Grillo? Ignorare e lasciar fare, o cancellare (o quanto meno prendere posizione, dissociandosi)?

media Marzo 14, 2013

Francesco’s Dietrology

 

Non erano passate due ore dalla nomina di Jorge Mario Bergoglio al soglio pontificio con il nome di Francesco che la rete era già intasata di rumours sul suo conto, uno in particolare che riguarda una sua supposta attiva collaborazione con il dittatore argentino Videla -andate su Facebook o su Twitter, lo troverete ovunque- mentre stamattina siamo stati informati di un suo supposto becero machismo latinoamericano, in base al quale il nuovo Papa (vedi foto) riterrebbe le donne inadatte ai ruoli politici.

Naturalmente questo genere di notizie si presta a essere stra-condiviso: chi lo fa sente di partecipare a uno scoop collettivo. Mentre le good news interessano poco o niente.

Una volta c’era quella che si chiamava “controinformazione”: che se in parte ci imbroccava, in parte distribuiva fuffa. Il fatto è che oggi la fuffa, grazie ai social network, prende immediatamente il volo.

Magari in questo caso fuffa non è. Non so se Francesco sia stato collaboratore di Videla -spero di no- e se davvero pensi che è meglio che le donne stiano a casa a fare la calzetta -idem-. Vanno cercate informazioni serie a riguardo.

So di sicuro che certi rumours non andrebbero diffusi con tanta leggerezza e senza un’accurata verifica. E che comunque non mi piace lo spirito aprioristicamente distruttivo con cui vengono diffusi.

esperienze, leadershit, media, TEMPI MODERNI Febbraio 25, 2012

Facebook: un*, nessun*, centomila

amici di facebook

Una cosina leggera, in apparenza -ma solo in apparenza- facile facile. per il we.

L’altro giorno ho speso del tempo prezioso a dibattere su una pagina Facebook con alcun* altr* che sostenevano una posizione avversa alla mia.

Poi ho scoperto che quest* alcun* altr* erano sempre la stessa persona, che si firmava con svariati nick ed era corrispettivamente titolare di svariate pagine Fb.

Domanda: è corretto? Io uso sempre il mio nome, mi ci metto tutta, quando sbaglio e quando ho ragione. La prendo come un’assemblea in presenza, dove non è consentito che la stessa persona intervenga più volte con nomi diversi, dando ragione a se stessa. A meno che non si tratti di un penoso caso di personalità multiple.

Seconda domanda: il fatto che si dibatta alla pari su Fb -anche senza barare, come nel caso che dicevo- significa che siamo tutt* uguali? che valiamo tutt* allo stesso modo? e questo appiattimento che cosa comporta?

Svolgimento.

AMARE GLI ALTRI, Corpo-anima, esperienze Gennaio 4, 2012

Quel povero Bene

Tante e tanti, qui, su Facebook e in privato, a proposito di quello che scrivo qui sotto in”Arcobaleni dappertutto” mi ringraziano per la “positività”. La cosa mi stupisce, e allora ci penso un po’ su.

E’ andata così: che non ero di umore strepitoso, con i muscoli anche un po’ indolenziti -accidenti, questi abusi alimentari natalizi ci fanno veramente male!- e allora ho cominciato a cercare qualcosa che mi rallegrasse, e ho incontrato questo pensiero su quello che in quest’anno cruciale ci sarà da fare. E quest’idea di vigilia, di stato nascente -anche con tutta la fatica di quello che deve cambiare e morire- mi ha scaldato il cuore, mi ha sciolto i muscoli, essendo che siamo un unicum, corpoanima, e ho voluto offrirla e condividerla così come si condivide un sorso di buon vino davanti a un camino scoppiettante.

Penso che si dovrebbe sempre fare così, scovare il meglio, anche quando non è facile vederlo, e offrirselo reciprocamente, dare un’opportunità al bello e al buono, a quel povero bene che fa così fatica, una grotta a Gesù Bambino che deve nascere. Io non sempre ci riesco, anche perché nei blog -tutti, non solo questo- tanti vanno per rovesciarci il loro peggio, come in una discarica emotiva, per travasare negatività e rabbia, e devo dirvi che ogni aggressione virtuale fa un male reale. tanto che qualche volta mi sono chiesta se la vera funzione dei social network e delle community non sia quella del contenimento terapeutico.

Ma insomma, ogni volta che ci riesco provo a dare un’opportunità alle cose buone, a fargli un po’ di propaganda, nella vita e anche qui. Fare un po’ di festa, si potrebbe anche dire in questo modo, e a questo proposito voglio condividere con voi una lettera che mi è arrivata, e che mi ripaga di tutto.

Buongiorno signora  Marina; se sono invadente, la prego di scusarmi.
Un caro amico di Milano mi ha recapitato un  articoletto di Marina Terragni (che lui definisce brava e famosa giornalista del Corriere) dal titolo: “BEATO CHI STA BENE…”, commentandolo con nobili ed ammirate parole nei miei riguardi.  Io sono in sedia a rotelle per un brutto incidente automobilistico e dichiaro sempre la mia grande serenità e  la gioia di vivere  nonostante la menomazione. Per colmo della casualità (le “Moire” dei Greci), l’incidente si è verificato al culmine della mia personale realizzazione lavorativa, spazzandola via di brutto.  Come dicevo, dichiaro a tutti il mio star bene cercando di trasmettere ottimismo. Ma non ho merito alcuno; io credo che subentrino forze e spinte insospettate quando tutto sembra crollare. Sentirsi circondato dall’ affetto di parenti ed amici è una grande consolazione, ma sentirsi amato e protetto  da una moglie meravigliosa è una cosa sublime che ti fa superare ostacoli insormontabili. Sono stato per sette ore in sala operatoria, mi sono svegliato con la consapevolezza che mai più avrei potuto camminare con le mie gambe: poteva sembrare la fine di tutto. Ma sentirmi dire <<se possibile ti vorrò ancor più bene>>,  ha, in un solo istante, fugato ogni  timore per il futuro.  Sono passati 5 anni,  passo le mie ore con ” le dita felici di picchiettare sui tasti”!.
La saluto, gentile signora, e la ringrazio per la sua testimonianza, perché non è da tutti, di questi tempi, riflettere sulla natura umana.
Ugo Brugnara, Montebelluna – TV

Politica, TEMPI MODERNI Dicembre 13, 2008

ACCIDENTI A VOI

Mi costringete sempre a parlare di politica, accidenti a voi. Ma vedo che la cosa vi appassiona molto, se sono contenta. Il fatto è che di politica si parla poco, mentre si parla veramente troppo di partiti. E tanta ottima politica corre fuori di lì.

Sempre per parlare di eccitanti novità in sintonia con lo spirito politico del tempo, qualche settimana fa sul New York Times ho letto una cosa sulla “generazione O“, e ci ho ritrovato qualche spiritello che si agita anche dalle nostre parti. E tutti questi spiriti insieme possono fare Storia (là, a quanto pare, hanno già cominciato a farla).

E allora, in sintesi: il pronome è personale è un larghissimo e includente “we”, non “I” né tantomento più “us versus them”, noi-contro-di-loro. Parlare-contro è vecchio e ritenuto inservibile. Tutto si fa in squadra, in team, in rete, e la politica è una cosa che riguarda tutti. Il modello è esattamente quello del socialnetworking, l’interlocuzione è paritaria, la collaborazione massima, tendente a includere un numero sempre più largo di soggetti secondo il metodo del passaparola, il dialogo fitto e trasparente, il feedback immediato: Mr President ti risponde subito, e si firma Barack. E i politici che non si adeguano (Levi, Levi, dammi retta…) si votano al suicidio. In questo mondo iperparitario barriere come il sesso o la razza e forse anche l’età non sembrano contare più. Se ne vedono di tutti i colori, e la bisessuazione del mondo appare acquisita. Jacketless atmosphere, dice il NYT, tutti confortevolmente in maniche di camicia, o anche in pigiama, come si sta quando chatti. “Sentirsi” dice una studentessa “come se si facesse parte di qualcosa di veramente grande”. Che poi è la Storia.

Vedete se vi ci ritrovate. Io sì. Tenere d’occhio questi criteri è un buon modo per distinguere la nuova politica dalla finta-nuova.