Tante e tanti, qui, su Facebook e in privato, a proposito di quello che scrivo qui sotto in”Arcobaleni dappertutto” mi ringraziano per la “positività”. La cosa mi stupisce, e allora ci penso un po’ su.

E’ andata così: che non ero di umore strepitoso, con i muscoli anche un po’ indolenziti -accidenti, questi abusi alimentari natalizi ci fanno veramente male!- e allora ho cominciato a cercare qualcosa che mi rallegrasse, e ho incontrato questo pensiero su quello che in quest’anno cruciale ci sarà da fare. E quest’idea di vigilia, di stato nascente -anche con tutta la fatica di quello che deve cambiare e morire- mi ha scaldato il cuore, mi ha sciolto i muscoli, essendo che siamo un unicum, corpoanima, e ho voluto offrirla e condividerla così come si condivide un sorso di buon vino davanti a un camino scoppiettante.

Penso che si dovrebbe sempre fare così, scovare il meglio, anche quando non è facile vederlo, e offrirselo reciprocamente, dare un’opportunità al bello e al buono, a quel povero bene che fa così fatica, una grotta a Gesù Bambino che deve nascere. Io non sempre ci riesco, anche perché nei blog -tutti, non solo questo- tanti vanno per rovesciarci il loro peggio, come in una discarica emotiva, per travasare negatività e rabbia, e devo dirvi che ogni aggressione virtuale fa un male reale. tanto che qualche volta mi sono chiesta se la vera funzione dei social network e delle community non sia quella del contenimento terapeutico.

Ma insomma, ogni volta che ci riesco provo a dare un’opportunità alle cose buone, a fargli un po’ di propaganda, nella vita e anche qui. Fare un po’ di festa, si potrebbe anche dire in questo modo, e a questo proposito voglio condividere con voi una lettera che mi è arrivata, e che mi ripaga di tutto.

Buongiorno signora  Marina; se sono invadente, la prego di scusarmi.
Un caro amico di Milano mi ha recapitato un  articoletto di Marina Terragni (che lui definisce brava e famosa giornalista del Corriere) dal titolo: “BEATO CHI STA BENE…”, commentandolo con nobili ed ammirate parole nei miei riguardi.  Io sono in sedia a rotelle per un brutto incidente automobilistico e dichiaro sempre la mia grande serenità e  la gioia di vivere  nonostante la menomazione. Per colmo della casualità (le “Moire” dei Greci), l’incidente si è verificato al culmine della mia personale realizzazione lavorativa, spazzandola via di brutto.  Come dicevo, dichiaro a tutti il mio star bene cercando di trasmettere ottimismo. Ma non ho merito alcuno; io credo che subentrino forze e spinte insospettate quando tutto sembra crollare. Sentirsi circondato dall’ affetto di parenti ed amici è una grande consolazione, ma sentirsi amato e protetto  da una moglie meravigliosa è una cosa sublime che ti fa superare ostacoli insormontabili. Sono stato per sette ore in sala operatoria, mi sono svegliato con la consapevolezza che mai più avrei potuto camminare con le mie gambe: poteva sembrare la fine di tutto. Ma sentirmi dire <<se possibile ti vorrò ancor più bene>>,  ha, in un solo istante, fugato ogni  timore per il futuro.  Sono passati 5 anni,  passo le mie ore con ” le dita felici di picchiettare sui tasti”!.
La saluto, gentile signora, e la ringrazio per la sua testimonianza, perché non è da tutti, di questi tempi, riflettere sulla natura umana.
Ugo Brugnara, Montebelluna – TV

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