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senza chiedere il permesso

AMARE GLI ALTRI, Donne e Uomini, giovani, media, scuola, tv Dicembre 6, 2012

Per i giovani, tutto

Per i

Per il suo documentario “Il corpo delle donne” (5 milioni di contatti online), la mia amica Lorella Zanardo è stata amata, odiata, celebrata, detestata, perfino un po’ perseguitata. Lì si vedeva semplicemente quello che ogni giorno vedevamo in tv: non c’era niente di diverso, se non lo sguardo. In questo caso, lo sguardo di un’italiana poco italiana e non assuefatta, grazie alla frequentazione assidua con altri Paesi. Prova del fatto che il cambio di sguardo sulle cose è tanto, è quasi tutto, e quindi che molto dipende da noi, dalla nostra volontà e dal nostro desiderio.

“Il corpo delle donne” è stato anche un libro, edito da Feltrinelli. Recentemente per lo stesso editore Lorella ha pubblicato “Senza chiedere il permesso-Come cambiamo la tv e l’Italia”, dedicato ai ragazzi. L’intento è l’educazione alla cittadinanza attiva, attraverso un uso consapevole dei media. Le chiedo di raccontarmi il cambio d’oggetto.

“Semplice” dice. “Quando uscì il documentario centinaia di docenti di tutta Italia ci chiamarono per presentarlo e commentarlo nelle  scuole. Insegnanti appassionati e responsabili, ma in qualche modo “vinti” dalla concorrenza imbattibile della tv. Ci siamo andati: qui è l’embrione di questo progetto di educazione ai media, che in altri Paesi è materia obbligatoria. Se non conosci il linguaggio dei media, a cominciare dalla tv, hai scarse possibilità di essere un cittadino attivo e consapevole.

La gente guarda moltissima tv, che resta in assoluto il primo mezzo di accesso alle informazioni. Secondo l’Istat la penetrazione è del 98 per cento. In gran parte delle case ci sono 2 o 3 apparecchi televisivi, e i programmi più guardati in assoluto sono quelli della tv generalista. Questo dà un’idea della potenza del mezzo e del livello di responsabilità. Altro dato da smentire è che i ragazzi guardino poco la tv: i bambini la guardano tantissimo, adolescenti e giovani vanno a cercarsi i programmi online. Anche la rete è invasa dalla tv.

A questi dati ne vanno intrecciati altri: il più alto tasso di abbandono scolastico in Europa, il più alto tasso di analfabetismo di ritorno -intendo gente che ormai fa fatica a leggere-, la più bassa percentuale di iscritti all’università (quest’anno c’è stato un crollo).

L’audience di tutti i quotidiani messi insieme probabilmente non raggiunge quella di una puntata di “Striscia la notizia”, 8 milioni di persone. Questo è il Paese con cui abbiamo a che fare. Questo significa non avere avuto, tra le tante altre cose, la legge sul conflitto di interessi. E nel frattempo la scuola viene messa in ginocchio.

Quando giriamo le scuole per portare il nostro corso di alfabetizzazione all’immagine, “Nuovi occhi per i media”, il cui schema è riprodotto nel manuale della seconda parte del libro, partiamo proprio dagli stereotipi di genere: qui sta l’anello di congiunzione con “Il corpo delle donne”. Questi stereotipi producono ancora disastri, in particolare sulle ragazze. In questi giorni ci tocca ancora subire lo spettacolo della valletta muta e seminuda, mi riferisco a una trasmissione di Paolo Bonolis. Fanno come se niente fosse.

Il modello è sempre quello, il vecchio maschio 50-60 enne e la ragazzina passivizzata, presentata come un oggetto, muta e senza cervello. E’ lo stesso vecchio maschio che detta legge dappertutto, in tv, in politica, nei consigli di amministrazione. Tutto il Paese, in ogni settore, è bloccato da questa figura.

Toccherebbe al Ministero della Pubblica Istruzione occuparsi di alfabetizzazione all’immagine, oltre che alla parola. C’è una grandissima domanda, a cui non corrisponde alcuna offerta. Noi riempiamo questo vuoto con i nostri mezzi. Particolarmente interessanti le esperienze che abbiamo realizzato in Toscana e in Trentino, dove abbiamo lavorato sui formatori”.

Il libro è un’ottima guida per gli educatori che vogliano acquisire consapevolezza e metodo per lavorare con i ragazzi sul linguaggio mediatico e la cittadinanza attiva. Un efficace corso di “educazione civica”, che veicola tra gli altri due importanti messaggi: il cambiamento di sguardo è un passaggio decisivo per cambiare ciò che guardi -o sei costretto a guardare-; ogni nostro atto politico oggi deve mettere al centro i piccoli -bambini e giovani, animali e piante- in una chiave di restituzione almeno parziale di ciò che la “generazione perduta” -la nostra- ha loro violentemente sottratto.

 

AMARE GLI ALTRI, economics, giovani, Politica Novembre 6, 2012

La generazione perduta: noi

Tante volte dico: dovrei fare causa all’università. Dove, facoltà di Filosofia, mi hanno fatto studiare Marx, Engels, Lenin, Rosa Luxemburg, il rinnegato Kautsky, Agnes Heller e la scuola di Budapest, perfino Toni Negri. La rivoluzione era alle porte e ci si doveva tenere pronti e attrezzati. E poi -scusate, avevamo scherzato- è arrivato l’edonismo reaganiano, il liberismo senza freni, Wall Street al centro del mondo, il godimento consumistico illimitato, e tutto quello che oggi si sta sgonfiando come un soufflé venuto male.

I ragazzi che oggi hanno sui vent’anni sono cresciuti in questo sconfinato Bengodi, barche, Coste Smeralde, Briatori, sesso compulsivo, Porsche Cayenne, calciatori e veline, labbroni, senoni, fiumi di denaro, Paese dei Balocchi in cui tutto è a portata di mano, basta allungarla senza spostarsi dal triclinio. E poi -scusate, avevamo scherzato- eccoli qua, piegati dai debiti, senza lavoro, senza casa, senza soldi, senza prospettive: e, insomma, come siete bamboccioni, quanto siete choosy, ma che generazione perduta, potreste sempre andare a Rosarno a raccogliere i pomodori anche se vi siete laureati e masterizzati, ma che volete?

Non dovrebbero farci causa, dovrebbero ammazzarci.

La generazione perduta è la mia, la nostra, ma perduta irrimediabilmente, c’è un girone dell’inferno bell’e pronto che ci sta aspettando, se non faremo da subito qualcosa per redimerci, se di qui alle fine dei nostri giorni non metteremo i giovani al centro di ogni nostro pensiero e di ogni nostro gesto politico.

Lorella Zanardo ha scritto un libro pensando ai giovani, a cui ormai dedica la gran parte del suo tempo. Si intitola Senza chiedere il permesso (Feltrinelli), ne parleremo più diffusamente, intanto guardate questo video.