Tante volte dico: dovrei fare causa all’università. Dove, facoltà di Filosofia, mi hanno fatto studiare Marx, Engels, Lenin, Rosa Luxemburg, il rinnegato Kautsky, Agnes Heller e la scuola di Budapest, perfino Toni Negri. La rivoluzione era alle porte e ci si doveva tenere pronti e attrezzati. E poi -scusate, avevamo scherzato- è arrivato l’edonismo reaganiano, il liberismo senza freni, Wall Street al centro del mondo, il godimento consumistico illimitato, e tutto quello che oggi si sta sgonfiando come un soufflé venuto male.

I ragazzi che oggi hanno sui vent’anni sono cresciuti in questo sconfinato Bengodi, barche, Coste Smeralde, Briatori, sesso compulsivo, Porsche Cayenne, calciatori e veline, labbroni, senoni, fiumi di denaro, Paese dei Balocchi in cui tutto è a portata di mano, basta allungarla senza spostarsi dal triclinio. E poi -scusate, avevamo scherzato- eccoli qua, piegati dai debiti, senza lavoro, senza casa, senza soldi, senza prospettive: e, insomma, come siete bamboccioni, quanto siete choosy, ma che generazione perduta, potreste sempre andare a Rosarno a raccogliere i pomodori anche se vi siete laureati e masterizzati, ma che volete?

Non dovrebbero farci causa, dovrebbero ammazzarci.

La generazione perduta è la mia, la nostra, ma perduta irrimediabilmente, c’è un girone dell’inferno bell’e pronto che ci sta aspettando, se non faremo da subito qualcosa per redimerci, se di qui alle fine dei nostri giorni non metteremo i giovani al centro di ogni nostro pensiero e di ogni nostro gesto politico.

Lorella Zanardo ha scritto un libro pensando ai giovani, a cui ormai dedica la gran parte del suo tempo. Si intitola Senza chiedere il permesso (Feltrinelli), ne parleremo più diffusamente, intanto guardate questo video.

 

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