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AMARE GLI ALTRI, Donne e Uomini, jihad, Politica Gennaio 8, 2015

Fatelo per il poliziotto Ahmed (il silenzio del popolo musulmano)

 

Fatelo per Ahmed. Il poliziotto francese Ahmed era uno di “voi”, verosimilmente di fede musulmana, uno che in Francia aveva trovato il suo Paese, che forse ci era nato. Un parigino come da ieri tutti noi e per sempre. I suoi assassini probabilmente non hanno avuto il tempo, o forse la voglia di rendersene conto. L’hanno finito, con un gesto secco, tecnico, disumano, come quando schiacci in automatico un insetto molesto (oggi a Sud di Parigi altro sangue, una vigilessa a un posto di blocco: probabilmente una cristiana, stavolta, probabilmente ancora jihad).

Registro, ma mi interessano poco le dichiarazioni di condanna dei vari capi musulmani, sdegno, solidarietà eccetera. Avrei avuto bisogno di vedere folle di semplici muslim di Parigi, Londra, Roma, Milano, mobilitarsi spontaneamente. Avrei bisogno di seguire in silenzio, con regolamentare matita in mano, la “loro” manifestazione.  Il popolo musulmano con il quale conviviamo che ci dicesse: “noi” siamo con “voi”. Non proviamo alcun orgoglio, alcuna soddisfazione per il jihad, per la guerra portata nel cuore dell’Europa dove abbiamo messo radici, dove stanno crescendo i nostri figli. Nessuno di noi festeggerà con dolcetti o altro nel chiuso delle case. Quello che è successo ci fa schifo, e non abbiamo paura di dirlo.

Non ho visto, non ho sentito niente del genere. Tolti quei pochi amici e quelle poche amiche che abbiamo sempre al nostro fianco –intellettuali, politicizzati- il popolo muslim non ha dato segni di reazione. Gruppetti di uomini come sempre davanti ai bar, le donne velate e frettolose che come sempre andavano al super, dal dottore o a prendere i bambini.

Ecco, le donne, noi donne che ci parliamo nei negozi o davanti alle scuole: non potremmo dare corpo noi, essendo un solo corpo, a questo rifiuto, alla resistenza di fronte all’orrore? Non potremmo dire a questa gente: il nostro corpo, quel corpo di cui fate campo di battaglia, oggetto di scambio e di primo esercizio del dominio, è solo nostro, che siamo muslim o cristiane? Non potremmo strapparci il velo, reale o simbolico -quello del non-protagonismo politico, la parte che ci viene imposta di comprimarie della storia- e sottrarci? Non potremmo offrire insieme il modello di libertà a cui non intendiamo rinunciare?

E che somiglia -sì, lo si deve dire- più al nostro mondo, con tutti i suoi guai, con tutte le sue magagne, le sue misoginie e i suoi difetti, c’è tanto lavoro da fare, che al mondo a cui i jihadisti ci vorrebbero riportare?

p.s: inauguro oggi un nuovo tag, jihad. Sperando che serva il meno possibile

Donne e Uomini, economics, Politica Maggio 6, 2011

MACHO-EXPO: PARIGI RISPONDE!

Per guai tecnici, vedo solo ora la risposta del Bureau International des Expositions di Parigi alla lettera inviata da me e Lorella Zanardo per denunciare la mancanza di donne nei tavoli tematici.

Eccola:

Madame,

J’ai l’honneur d’accuser réception de votre message du 21 avril dont je vous remercie. Comme vous j’ai été très surpris en apprenant que dans les tables rondes dont vous faites mention tous les intervenants étaient des hommes.

Nous avons contacté les Organisateurs de l’EXPO 2015,
dont nous connaissons l’intérêt qu’ils portent à la participation des femmes, pour leur faire part de notre étonnement et leur demander des renseignements sur les tables rondes susmentionnées et le cas échéant de prendre des mesures pour assurer la présence de femmes dans ces évènements.

Depuis, nous avons appris que non seulement quelques femmes étaient effectivement intégrées dans ces tables rondes et que la Commissaire Générale de l’exposition a d’ores et déjà pris des mesures pour assurer une meilleure représentation de femmes au sein des groupes de discussion.

Je saisis cette occasion pour également vous rassurer quant à l’importance accordée par le BIE à la représentativité de toute la société civile au sein d’une Expo dont les valeurs essentielles sont l’universalité et l’éducation. Ces valeurs constituent la raison d’être de toute Expo.

Notre rôle et notre tradition nous engagent à continuer à œuvrer afin d’assurer que la diversité des acteurs sociaux soit mise en valeur à travers des formes d’engagement concret et spécifique tout au long du processus de préparation du projet jusqu’à sa mise en œuvre pratique et au delà. C’est pourquoi, nous sommes en contact régulier et étroit avec les Organisateurs de l’EXPO 2015 de façon à travailler ensemble à la mise en œuvre d’un projet véritablement universel.

Vous remerciant de votre attention, je vous prie d’agréer, Madame, mes salutations distinguées.

Vicente Gonzalez Loscertales

Secrétaire Général du Bureau International des Expositions

Letizia Moratti spazzolata a dovere.