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laura puppato

Donne e Uomini, Politica Settembre 28, 2012

Eticamente sensibili: “cimiterini” e altre storie

matteo renzi e il cimitero dei feti

Pensavo ieri: un candidato a qualunque cosa, alle primarie, alle elezioni, può dire di tutto, può parlare di art. 18, di Imu, di patrimoniale, può sciorinare un programma in 10, 100, 1000 punti, ma fagli dire una sola parola su uno di quei temi detti “eticamente sensibili”e tutto il resto scompare.

Penso all’assemblea nazionale del Pd a luglio, finita tra gli stracci che volavano sul tema delle unioni gay. Alla giunta Pisapia a Milano, travagliata dal dibattito sulle coppie di fatto e scossa alle fondamenta dalle recenti dichiarazioni del sindaco, favorevole alle adozioni gay -benché questa non sia materia su cui un comune può autonomamente legiferare-.

Penso alla disinformatja su Laura Puppato, candidata alle primarie del centrosinistra, accusata di essere amica del Movimento per la Vita quando lei invece difende strenuamente la legge 194 e parla di ripristino dei consultori.

Penso a un altro candidato alle primarie, Matteo Renzi, che sul guscio dell’iPhone porta scritto “Obama”, faro dei suoi one-man-show in giro per l’Italia, ma poi vuole fare i cimiteri dei feti in stile Romney. E  non dei bambini nati morti, ma “di prodotti abortivi e di prodotti del concepimento“, con tanto di mini-lapidi e altri corredi. Scivolone che, se ben utilizzato dai suoi competitor, potrebbe costargli perfino più caro dell’endorsement di mezzo centrodestra, ultimo Dell’Utri, che lo ha addirittura definito un “gigante” (ma pare che da qualche giorno la norma sui cimiterini sia scomparsa dall’odg del comune di Firenze).

Potrei continuare a lungo. Mi domando come mai capita questo, e se è giusto che per la sorte di un candidato, e anche di una formazione politica, le questioni etiche e biopolitiche siano dirimenti.

 

 

 

Donne e Uomini, leadershit, Politica Settembre 22, 2012

Boeri, Civati, Gozi, Puppato: una squadra alle primarie

Lo auspicavo l’altro giorno qui. La mossa, perciò, mi pare molto sensata.
Invece delle polarizzazioni personalistiche e fuori tempo massimo, anziché il Grande Capo Inutile,  al posto del leader unico e maximo in cima alla vecchia piramide gerarchica, quell’Uno che trattiene e cumula per sé ostacolando il flusso di energie, il modello (femminile) della rete che pulsa, co-crea, redistribuisce e fa fluire, velocizzando i processi e moltiplicando le opportunità.
Leader e gerarchie non servono più a far funzionare le organizzazioni. Semmai sono il problema delle organizzazioni. La squadra, ecco quello che funziona. Vale anche per le prossime primarie del centrosinistra.
Laura Puppato, già scesa in campo come candidata, Stefano Boeri, Pippo Civati e Sandro Gozi da oggi fanno ufficialmente squadra.
“La nostra convinzione” dicono in un comunicato fresco fresco “è che le primarie debbano essere una competizione di idee per governare l’Italia e non una gara di personalismi e sterili contrapposizioni. Lo richiede prima di tutto la situazione gravissima che sta vivendo il nostro Paese. Ma perché queste primarie siano un confronto vero, e’ necessario che le loro regole siano discusse in modo trasparente e condiviso da tutti i concorrenti. Per questo chiediamo che venga istituito un tavolo di elaborazione dello statuto delle primarie, aperto a tutti i candidati. E affinché le primarie diventino un laboratorio di idee per il governo del Paese e’ necessario che in primo piano siano le politiche e i progetti per l’Italia e non i tatticismi di schieramenti precostituiti. Per questo, all’Assemblea nazionale del Partito Democratico del prossimo 6 ottobre daremo un segnale di unità e chiarezza”.
Mi pare un’ottima notizia.

 

23 settembre, ore 20 e something. Aggiungo qui una precisazione in risposta alle osservazioni del vicepresidente del Pd Ivan Scalfarotto, il quale, dopo aver letto la notizia sul mio blog, scrive:

Non riesco purtroppo a essere così ottimista. Il comunicato stampa che i miei amici e compagni di strada hanno licenziato prevede solo una legittima richiesta di regole trasparenti sulle primarie. Dopodiché i candidati da tre che erano ieri sono diventati quattro, dopo la discesa in campo di Sandro Gozi di questa mattina.

Nel frattempo le persone che hanno guardato in questi anni al campo del rinnovamento si trovano davanti non un candidato forte ma una squadra. Il che, in termini più crudi, vuol dire quattro candidati che si tolgono voti a vicenda. Anzi, cinque.

Se questa è una buona notizia, cara Marina, vuol dire che il vecchio Mao aveva proprio ragione: “Grande è la confusione sotto il cielo…

 

Sarà perché vedo la cosa da esterna, ma interpreto facilmente questo passo come ricerca di unità e chiarezza sulla base di idee e di programmi oggettivamente convergenti, e non come aggiunta di confusione a confusione. E’ evidente che l’esito dell’operazione dovrà essere, una volta chiarite le regole delle primarie, il sostegno unitario della squadra -che io mi auguro possa ampliarsi- a un unico candidato, o a un’unica candidata. Si va in questa direzione, non in quella della polverizzazione.

Partendo dalle idee, però -che sono ottime- e non dalle personalità. Processo che mi interessa molto. E che può chiamare a partecipare un sacco di gente, caro Ivan, che non sa più dove sbattere la testa.

 

 

leadershit, Politica Settembre 19, 2012

Nani da Primarie

 

Il collega del “Giornale di Vicenza” chiede a Laura Puppato, sparigliatrice delle primarie del centrosinistra, se non si senta “un nano da giardino al confronto con Bersani e Renzi… Nel frattempo alla corsa si è aggiunto anche Pippo Civati e ha dato la disponibilità Stefano Boeri“.

“Sono sempre stata un’adoratrice dei nani da giardino” risponde Puppato. “Fanno squadra e salvano il reame e Biancaneve dalla regina cattiva…  È il momento del lavoro e della serietà nell’impegno politico. La gente non ne può più, basta sirene”.

Anche a me piacciono i nanetti, se posso dire. Anche perché è tutto da dimostrare che gli altri siano giganti, e che questo pseudo-gigantismo paghi.

Queste primarie, di fatto, stanno diventando un pre-congresso del Pd, e ha ragione Nichi Vendola a chiedersi “che cosa c faccio qui?”. Tabacci, invece, appare molto sicuro di sé e del suo probabilissimo e fondamentale 0.5, 1 o 2 per cento: perfino Valdo Spini farà meglio. Non si capisce ancora nulla: se saranno primarie aperte o no, se saranno a doppio turno o no, chi sarà titolato al voto, e così via. Il buio è ancora pesto. La sola cosa visibile è il solito centrosinistra sbrindellato in correnti, fazioni e componenti. E un Pd già al congresso, con l’idea che se non ti candidi scompari.

Un po’ di ordine andrà certamente fatto: se non si riesce -o non si vuole- a fare la legge elettorale, almeno una leggina sulle primarie si dovrebbe portare a casa. Magari tenendo bene a fuoco l’oggetto, che poi sarebbe la candidatura alla Presidenza del Consiglio dei ministri, ovvero la guida del Paese.

Ma mi piace quello che dice Puppato sulla squadra. E come lei, non sarei così sicura che la visibilità mediatica stavolta sia il viatico decisivo: i successi del Movimento 5 Stelle, televisivamente invisibile, sono lì a dimostrarlo. Conteranno molto di più il legame reale con i territori, il tam-tam fra persone, amplificato dalla rete, la forza delle buone e concrete idee per il Paese. E’ quella che James Surowiecki ha definito “la saggezza della folla”, ovvero di tutti noi». (“The Wisdom of Crowds: Why the Many Are Smarter Than the Few and How Collective Wisdom Shapes Business”).

L’idea del leader salvifico solo al comando è in crisi da tempo, nelle aziende come in politica. Il mio amico Andrea Vitullo parla di “leadershit”: è proprio l’idea di leader -non solo i leader in corso-che va rottamata. Il rapporto Censis 2010 aveva avvisato per tempo: l’idea del leader salvifico in cima alla piramide è entrata in crisi soprattutto fra i giovani e le donne, perché rimanda a una figura dominante maschile e paterna.

Squadra, buone idee, concretezza, rete, e un forte desiderio: così si può fare molto. Anche da alacri nanetti.

Si tratta di saper dare forma a questa innovazione.

Donne e Uomini, Politica Settembre 16, 2012

La Narcisa

 

Da più parti, specie da amiche venete, di Laura Puppato, candidata alle primarie del centrosinistra, mi viene detto che è brava, competente, onesta, efficiente. Ma anche “narcisa”, eccessivamente protagonista, troppo ambiziosa.

Ma in mancanza di una fortissima ambizione, e forse anche di un po’ di “narcisismo” è molto difficile che qualcun* decida di candidarsi alle primarie. Se poi si tratta di una donna, in un Paese politicamente misogino com’è il nostro, la dose di ambizione e “narcisismo” deve necessariamente raddoppiare. Dev’esserci assertività, una robusta autostima, forse perfino una lieve maniacalità. Bisogna essere un po’ matte, insomma. La quota di azzardo è notevole.

C’è poi il fatto che, secondo molti osservatori, la candidatura Puppato vedrebbe il favore di Bersani e dell’establishment del Pd in funzione anti-Renzi -all’interno- e anti-Grillo -all’esterno-. Per alcuni l’operazione sarebbe stata concepita a tavolino. Può essere. Ma è vero anche che Puppato è cresciuta politicamente nonostante il Pd. Farina del suo sacco, insomma. E se di questa farina e di questa grinta gliene rimangono ancora un po’, non è improbabile uno scarto di autonomia e di protagonismo, anche nel caso in cui la sua candidatura fosse nata nel laboratorio di Bersani.

Alle amiche dico: stiamo a guardare, osserviamo quello che dirà e farà, anche se i media, non meno misogini della politica, come si è già visto non le riserveranno l’attenzione che dedicano ai suoi competitor uomini. Le notizie su di lei occorrerà andarsele a cercare.

Ma attente a una condanna preventiva per eccesso di assertività. L’assertività e l’ambizione sono cose buone, in una donna, e vanno onorate. Impariamolo. Impallinare quella che osa volare non è una buona strategia. Chi vola apre con le sue ali spazio per tutte. Sono state già perse molte buone occasioni a causa del moralismo invidioso e miope. Il che, naturalmente, non significa aderire in automatico alla proposta Puppato. Ma le ragioni della non-adesione devono essere altre.

In questo le amiche di sinistra sono decisamente più indietro delle colleghe del centrodestra.

 

 

Donne e Uomini, Politica Settembre 13, 2012

Lo spariglio: Laura Puppato alle primarie

La voce girava da un po’, ma il rush verso la decisione finale è dell’ultimo mese. E l’annuncio ufficiale è di ieri.

Laura Puppato, trevigiana, 55 anni, madre e quasi nonna, nata piccola imprenditrice nel campo delle assicurazioni, oggi responsabile Forum ambiente Pd nazionale e capogruppo in Regione Veneto (eletta con 26 mila preferenze su 70 mila ottenute dal Pd, alle europee dell’anno prima ne aveva prese 60 mila, risultando prima dei non eletti), dopo essere stata sindaca di Montebelluna per due mandati si candiderà alle prossime primarie del centrosinistra.

“Né contro Bersani” dice “né contro Renzi.

“Non è la mia logica” spiega. “La speranza di minima, con questa candidatura, è di servire al Pd. Perché credo che oggi al Pd serva una cerniera tra due figure diverse, come lo sono quelle di Bersani e di Renzi, ed entrambe positive. Che però rischiano di lacerare il partito e di elidersi l’un l’altra. L’attenzione si concentra sul duello anziché sui programmi, ingenerando discussioni sterili e dannose. E poi spero di poter portare al voto almeno parte quel 40-45 per cento di cittadini che a oggi manifestano l’intenzione di astenersi”

Poi mi dirà qual è la sua speranza di massima. Prima mi racconti da quanto fa politica.

“Nei partiti dal 2008. Nasco con il Pd. Fino al 2001 mi sono occupata di altre cose. Ho una piccola azienda con 9 dipendenti, ma sono sempre stata chiamata a funzioni di rappresentanza: quando andavo a scuola, poi come rappresentante dei genitori, e nelle associazioni degli assicuratori… A quanto pare mi viene riconosciuto un certo talento”.

E poi, dal 2001?

“Montebelluna era molto malgovernata dalla Lega. La città più di destra del Veneto. C’era un grande desiderio di cambiamento, soprattutto nei giovani. Mi sono buttata con questa lista civica sostenuta dall’Ulivo. Doveva essere un gesto di testimonianza, e invece mi sono ritrovata sindaca. Siamo diventati una piccola isola circondata dal mare del centrodestra. La Libera Repubblica di Montebelluna, come la chiamavamo”.

Che cosa le piace ricordare, del suo lavoro di sindaca?

“Chi è tornato a Montebelluna dopo un periodo di assenza non l’ha riconosciuta. I cambiamenti sono stati grandi. Abbiamo chiamato i cittadini a progettare insieme a noi: più di cento famiglie che si sono organizzate in gruppi di lavoro sulle varie problematiche. L’amministrazione era il loro strumento. Per esempio: si sono inventati che l’Ici fosse modellata sul numero di componenti delle famiglie. Ci sono state famiglie che non hanno pagato nulla, in una logica solidale. E poi il parcheggio gratuito per le mamme con bambini fino a 18 mesi. Cose piccole, in apparenza, che però fanno la vita quotidiana. Abbiamo vinto due premi per le migliori politiche familiari, e per quelle giovanili. E poi il protocollo di Kyoto. L’abbiamo applicato subito, senza aspettare che succedesse a livello nazionale: meno 5 per cento di emissioni di CO2, mobilità sostenibile, energie rinnovabili…”.

Un conto è lavorare radicati nel territorio, un altro fare la premier…

“I problemi sono sempre gli stessi, a qualunque livello: si tratta di governare le cose. E ci sono fondamentalmente due modi di governare: legiferando, e indirizzando contribuzioni, defiscalizzazioni e altri strumenti verso obiettivi precisi. Quello che vale per un paese vale anche per il Paese. In Italia si è scelto di tagliare l’istruzione, di non investire sulla mobilità sostenibile, di non applicare la legge Bassanini sulla semplificazione, e ora Bassanini è consulente in Francia… Non è che ci manchino le buone idee, anzi, ma poi i poteri forti hanno la meglio“.

Veniamo alla speranza di massima: la premiership.

“Io ci spero, sì. E’ un desiderio grande, quello di cambiare il volto del Paese. Vede, io mi sento molto ricca perché ho bisogno di poco per vivere, non ho vizi, vivo in una villetta a schiera, vestirmi mi interessa poco, guido un’utilitaria. Sono fatta così, una “viaggiatrice leggera”, ma quella ricchezza che non mi interessa dal punto di vista materiale la investo invece sul piano ideale. Mi permetto questo slancio, insomma, anche se sono una persona molto concreta”.

Che cosa le ha detto il segretario Bersani?

“Mi ha fatto gli auguri. Ha detto che è contento che ci sia anche una donna a mettersi in gioco. E’ una persona perbene. E anche Renzi si è complimentato. Via Ansa”.

Lei piaceva anche a Grillo…

“Nel 2007 mi aveva definito il primo sindaco a 5 Stelle. Ci siamo anche incontrati. Poi, quando mi sono iscritta al Pd, mi ha detto che sbagliavo a credere di poter cambiare il partito dall’interno”.

E a lei Grillo piace?

“Dice cose condivisibili: non si può non essere d’accordo su obiettivi come un ambiente più pulito, la riduzione delle emissioni, il taglio degli sprechi. Ma io non so stare al fianco di chi distrugge”.

Tre cose che farebbe come premier.

Defiscalizzerei gli investimenti nelle tecnologie, nella ricerca e nell’innovazione. Utilizzerei il maggior numero possibile di risorse tecnologiche per aumentare l’effettiva libertà dei cittadini. Le smart city, ha presente? Che vogliono dire wi-fi diffuso, poter caricare l’auto elettrica dal palo della luce -è una tecnologia che esiste, ed è italiana-, usare sensori che accedono i lampioni solo quando qualcuno transita, uno scherzetto che farebbe crollare del 45-50 per cento il fabbisogno energetico. E poi efficienza dell’amministrazione, che deve essere costretta a rispondere ai cittadini in tempi brevi e prestabiliti. Si può fare, sa? Basta metterci mano con la forza necessaria, e governare…

Avrà da dire qualcosa anche sull’evasione fiscale…

“E’ il cancro del Paese, la denuncio e ci combatto da 25 anni. Per il sistema tedesco, tanto per dirne uno, l‘evasione è un furto ai danni dello Stato, e le pene sono pesanti. I sistemi ci sono, se c’è la volontà politica. Qui invece abbiamo abolito il reato di falso in bilancio”.

Altri due temi che la politica tende a liquidare sprezzantemente come “demagogiche”: gli sprechi della politica e il rinnovamento.

“Convengo sul fatto che su entrambe le questioni il Pd è troppo “timido”. Prendiamo il rinnovamento: posso convenire sul fatto che esistano figure utili per una continuità del progetto del partito. Il fatto è però che da ciascuna di queste “figure utili” si dirama una filiera di fedeli e fedelissimi che pretendono a loro volta di essere garantiti a vita. E’ un altro cancro del nostro Paese, la rappresentazione perfetta dello sprezzo per il merito che costituisce il robustissimo scheletro del sistema Italia”.

Che cosa pensa delle primarie per le candidature?

“Sono favorevole. E’ inutile e frustrante questa perdita di tempo in una trattativa sulla legge elettorale che non arriverà mai da nessuna parte. L’ho detto in direzione nazionale: diamoci un tempo limite. Se in quel tempo non si chiude, lasciamo perdere, teniamoci il Porcellum e indiciamo primarie sulle candidature. Garantendo che la nuova legge elettorale sarà uno dei primi atti del nuovo governo”.

Che rapporti ha con il movimento delle donne?

“Il 13 febbraio ero in piazza, e nella mia regione sono riuscita a portare a casa il miglior dispositivo dopo la doppia preferenza di genere della Campania: liste 50/50, e in caso di inadempienza cassazione della lista, senza mediazioni. Credo che se le cose vanno così male dipende in gran parte dal fatto che siamo governati praticamente solo da uomini”.

Come si organizzerà per la campagna? Una cavalcata per l’Italia come Renzi?

“Qualcosa di diverso. Tantissima rete. Videocomunicazione. E molti treni”.

Con quale budget?

“Ecco, appunto. Per ora di budget non ce n’è. Qualche idea mi verrà, insieme al gruppo di amici che sostengono strenuamente la mia candidatura”.