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Donne e Uomini, Politica Agosto 31, 2010

TUTTE PUTTANE

Siamo tutte puttane, come Carlà, che ha levato la sua voce di première dame in favore di Sakineh Mohammadi Ashtiani, la donna iraniana condannata alla lapidazione per adulterio e per complicità nell’omicidio del marito. Dopo averla definita una prostituta, facendo pesanti rferimenti ai suoi trascorsi amorosi, il quotidiano iraniano Kayhan ha scritto che “meriterebbe lei stessa di morire”. Una quasi-fatwa dalla quale vogliamo essere tutte investite.

Tutte abbiamo orrore dell’idea che si possa uccidere una donna a sassate. Siamo tutte puttane, bellissime come lo sono loro, e vogliamo essere tutte condannate a morte da quei maschi terrorizzati dalle donne e dal loro sesso. Chiediamo una psicoterapia di massa per i fondamentalisti iraniani. Chiediamo che il governo italiano eserciti le necessarie pressioni sull’Iran per la salvezza di Sakineh Mohammadi Ashtiani. Alla faccia dell’Europa islamizzata e di chi la minaccia.

AMARE GLI ALTRI, Politica Dicembre 29, 2009

PENSARE A NEDA

E’ quasi rivoluzione in Iran. Barack Obama ha duramente commentato la repressione contro l’opposizione iraniana, chiedendo al regime di rispettare i diritti del popolo. Gli Usa, ha aggiunto, sono schierati con chi cerca di ottenere il rispetto dei propri diritti civili.  Ieri ci sono stati nuovi scontri nel centro di Teheran, con la polizia che ha sparato lacrimogeni per disperdere i manifestanti. Le stazioni della metropolitana nel centro della capitale sono state chiuse e le forze di sicurezza hanno preso posizione davanti alla sede dell’agenzia di stampa ufficiale Irna. Il bilancio delle manifestazioni di domenica è stato di oltre 15 morti. Tra le vittime c’è anche un nipote del leader riformista Mir Hossein Mousavi. Ali Habibi Mousavi sarebbe stato ucciso da un proiettile nella schiena, sparato dalle forze di sicurezza, che negano però di aver fatto fuoco. Intanto la famiglia del ragazzo ha denunciato la scomparsa del suo corpo. Ebrahim Yazdi, ex vicepremier e una delle voci critiche del regime, e due collaboratori  dell’ex presidente riformista Mohammad Khatami sono stati arrestati.

Teniamo gli occhi fissi sull’Iran, quei ragazzi cercano in ogni modo il nostro sguardo. Pensando a Neda.

Ed ecco le dichiarazioni di Marjane Satrapi, straordinaria artista iraniana (Persepolis) al Parlamento Europeo la primavera scorsa, subito dopo le elezioni in Iran:

Nous sommes ici pour demander à la communauté internationale de ne pas reconnaître la légitimité de M. Ahmadinejad comme président. Le peuple iranien veut que la communauté internationale attende qu’il lui présente son vrai président“, Mir Hossein Moussavi. “Ce qui s’est passé en Iran n’est même pas une fraude, c’est un coup d’Etat“.

Brandissant un papier qu’elle a présenté comme un document du ministère iranien de l’Intérieur, elle a assuré que juste avant l’annonce de la victoire de M. Ahmadinejad, M. Moussavi ressortait vainqueur du décompte des suffrages.

Ce papier “dit le nombre de votes de M. Moussavi, 19.075.723 voix, de (Mehdi) Karoubi 13.387.104, et de M. Ahmadinejad 5.698.000 votes: c’est tout. C’est 12% des voix, pas 62%“, a-t-elle martelé.

Reconnaître la légitimité de M. Ahmadinejad signifierait ne pas reconnaître la légitimité du peuple iranien. Nous avons besoin que vous souteniez le mouvement démocratique du peuple iranien qui veut vivre en paix, être capable de rêver et de définir sa place comme une grande nation au sein de la communauté internationale“, a ajouté Mme Satrapi.

TEMPI MODERNI Giugno 27, 2009

POTERE DI UN SIMBOLO

Ieri la rete è andata quasi in tilt, in seguito alla morte di Michael Jackson. La notizia è stata più cliccata perfino delle notizie dall’Iran. Io non mi scandalizzo affatto -tendo peraltro in genere a scandalizzarmi poco-. Vi sono eventi simbolici che spostano molto di più di quelli “reali”, e quindi addensano più realtà. La morte di Jacko è uno di questi. Quello che lui ha fatto e rappresentato, anche suo malgrado, è stato importante per intere generazioni di questo pianeta. La sua morte significa molto, e provoca molto. Questo è il genere di tempo in cui viviamo, che ci piaccia o meno. Vale la pena di pensarci sopra.