Per la seconda volta in pochi mesi Facebook mi ha oscurato su segnalazione. L’altra volta ha dovuto scusarsi. La censura ha a che vedere con la mia battaglia contro l’utero in affitto
Alcune proposte per fermare l’utero in affitto
Come fermare l’utero in affitto: le cose che ho detto il 16 marzo alla serata organizzata da Rua alla Casa dei Diritti di Milano
Il “padre” di Trento e l’adozione gay di Firenze: niente in comune tra le due sentenze
Nel primo caso utero in affitto, cancellazione della madre, mercato, egoismo e ingiustizia. Nel secondo accoglienza, generosità, umanità e il vero interesse del minore che passa dall’abbandono a un nucleo affettivo
Doppio padre, nessuna madre. La sentenza di Trento e la scomparsa delle donne
La sentenza di Trento inventa una nuova figura di padre -né biologico, né adottivo- con cui sostituisce la madre. E procede verso la cancellazione delle donne dalla scena procreativa
Strasburgo: giusto togliere il bimbo italiano nato da utero in affitto. Luci e ombre di una sentenza
La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo dà ragione l’Italia: giusto togliere alla coppia il bambino nato in Russia da utero in affitto. Una buona sentenza, che però non attacca direttamente la Gpa. E anzi…
E’ ora che la sinistra dica con chiarezza che cosa pensa dell’utero in affitto
Perché sull’utero in affitto la sinistra tace, esprime obliquamente il suo favore o farfuglia imbarazzata? Essere di sinistra vuole dire vendere diritti e dirittini al mercato del qui e ora, avendo rinunciato a ogni prospettiva? E garantire il libero accesso al libero mercato della carne umana?
Cagna, sciacalla, trovati un fidanzato, prendi le goccine, mettiti gli ovuli vaginali, stronza, merda, omofoba, sei Adinolfi, sei Salvini, tutto per fare pubblicità al tuo libro (?). Ma tu “hai figliato gratis?” Una giornata di hate speech
Utero in affitto: le femministe “omofobiche” e altre cretinate
Tra le stupidaggini che occorre fare fuori se si vuole davvero discutere della questione utero in affitto, la prima è l’accusa di omofobia. Lo dico in particolare agli amici gay che con questo argomento censurano e bloccano ogni confronto
Utero in affitto: una Santa Alleanza tra il femminismo e la Chiesa?
Non nascondo che fa una certa impressione vedere nei cartelli del Family Day gli stessi slogan (es: “I figli non si pagano”) che stai usando nella tua battaglia contro l’utero in affitto, o Gpa.
Family Day a parte, stigmatizzato dalle parole del Papa (“nessuna condizione umana esclude dall’amore di Dio“), i giornali e i siti cattolici non fanno che valorizzare il femminismo abolizionista (o quasi), la seduta dell’Assemblea Nazionale Francese per l’Abolizione Universale della maternità surrogata, le lesbiche contro la Gpa che in qualche modo rompono il fronte con i fratelli gay, e via dicendo.
Una parte importante del femminismo, da Snoq al Pensiero della Differenza Sessuale, sta dalla stessa parte della Chiesa in questa battaglia di civiltà che più civiltà di così non si può: è in gioco il fondamentale umano della relazione madre-figlio/a.
Al bell’incontro della scorsa settimana alla Libreria delle Donne, una ha detto: “E’ la Chiesa che sta dalla nostra parte”. Si può anche mettere in questo modo, e io personalmente sono soddisfatta da questa impostazione. Ma tante sentono la fatica di questa Santa Alleanza, fatica che le rende dubbiose ed esitanti.
Provo a dire questo: che tante volte la Chiesa o parti importanti della Chiesa sono state e sono a tutt’oggi dalla parte delle donne, più di quanto il laicismo mainstream (ho detto laicismo, non laicità) consenta di riconoscere. Se ci limitiamo a osservare le cose da un punto di vista eurocentrico (o West-centrico) ci sfuggirà l’importanza di questa vicinanza alle donne, soprattutto in quei Paesi dove spesso la Chiesa è l’unico argine alla violenza e allo sfruttamento.
E infine: se guardassimo le cose sub specie aeternitatis e non sub specie societatis, saremmo in grado di ridimensionare i punti di conflitto tra il femminismo e la Chiesa, che certamente non mancano, per dare valore a questa vicinanza in una battaglia che ha a che vedere con il destino dell’umanità, e lo dico senza retorica.
Certo non mi accontento di chi dice: se la Chiesa sta da quella parte, allora io per forza sto dall’altra. Né di chi obietta: esistono i preti pedofili, la Chiesa non può parlare.
Di sicuro non è questo il modo di porre la questione.
Intanto a Parigi è stata lanciata la Carta per l’Abolizione universale dell’Utero in affitto.
Martedì 26 gennaio alle 18 alla Libreria delle Donne di Milano (via Pietro Calvi) discuterò di utero in affitto o Gpa con Luisa Muraro e Daniela Danna.
In preparazione, vorrei considerare un fenomeno rimasto in ombra ma che, in particolare negli Stati Uniti, ha una consistenza crescente: uomini single eterosessuali che si fanno “produrre” un figlio tutto per sé. Quando si parla di utero in affitto di norma si pensa a coppie etero con problemi di infertilità e a singoli o coppie gay. C’è invece anche la possibilità che a comprare un ovocita e ad affittare l’utero sia un maschio etero che non ha una compagna, o che non intende condividere con una donna l’esperienza della genitorialità.
Steven Harris, avvocato newyorkese 57enne, è il genitore esclusivo di Ben, 5 anni, nato da una madre surrogata. Intervistato da Abc News, Harris ha spiegato di aver cercato una moglie per vent’anni, ma di non aver mai incontrato la donna giusta. Ciononostante voleva una famiglia. Desiderava avere dei figli ma non aveva nessuna con cui farli, e 15 anni fa è precipitato in una profonda tristezza. “Sentivo” dice “ che stavo perdendo qualcosa. Così ha deciso di diventare padre “in proprio” tramite surrogacy, usando il proprio seme e l’ovocita di una donatrice.
Storia simile quella del bostoniano Peter Gordon, che prima di ricorrere all’utero in affitto ha provato ad adottare ma, come racconta, “ho contattato 5 diverse agenzie per l’adozione, e ogni volta mi è stato detto che in quanto single la mia domanda non sarebbe stata considerata, o sarebbe finita in coda alle graduatorie”. Anche Harris ha tentato invano con l’adozione.
Stephanie Scott, direttora di Simple Surrogacy in Dallas, ha procurato la madre surrogata a Gordon: la 24enne Sara Eaton. Scott dice tra i suoi clienti aumenta la quota degli uomini etero e single: “Negli ultimi 5 anni è diventata la norma”.
Quando Harris ha annunciato la sua intenzione di ricorrere all’utero in affitto, sua madre è inorridita. “Stevie” le ha detto “Questa è la cosa peggiore che mi sia mai capitata”. Almeno finché non Harris non le ha fatto vedere il bambino, Ben, che oggi ha 5 anni. Harris lo cresce da solo, con l’aiuto di una baby sitter.
Gordon ha avuto invece 2 gemelli. Ha pagato “spese mediche” alla madre surrogata per un ammontare di 85-90 mila dollari.
Entrambi i padri sono consapevoli del fatto che dovranno dare una spiegazione ai figli riguardo alla loro situazione familiare. Harris dice che Ben ha già cominciato a fargli domande su sua madre. “Io gli spiego: ci sono vari tipi di famiglie: con 2 padri, con 2 madri, con una madre e un padre, e anche con solo il padre. Per ora la spiegazione gli basta”: Ma sia Gordon sia Harris sperano ardentemente di trovare una moglie. Gordon dice di volere ardentemente una di quelle famiglie che passeggiano nel parco, lui con un bambino per ogni mano e la moglie che spinge il passeggino. “Chi non lo vorrebbe? Per me sarebbe l’ideale”. Ma per una moglie c’è tempo. Olivia e Noah, i due gemelli, hanno solo 6 mesi, e il papà single non potrebbe essere più felice. “Ho finalmente quello che desideravo da molti anni. E’ un vero miracolo”.
Il fenomeno degli etero padri single, vera partenogenesi maschile, ha quanto meno un merito: quello di sgomberare il campo dalla questione dell’orientamento sessuale degli uomini che ricorrono a madri surrogate. E sgonfia la possibile accusa di omofobia nei riguardi di quel femminismo che lotta contro l’utero in affitto.
In questione non è l’essere gay o etero. In questione è l’essere uomini che fanno scomparire la madre. E quale legame ha questa scomparsa con le radici del patriarcato.