Giusto due cose sulla #sentenzamediaset:

1. a stretto giro è giunto il breve comunicato* -non obbligatorio- del presidente Napolitano, che da un lato ribadisce il rispetto per la magistratura, ma dall’altro parla di riforma della giustizia. Come se si trattasse della prima emergenza che il governo (altro che cadere!) ha da affrontare: e perché? Come se dalla sentenza si deducesse come prima cosa che la giustizia ha da essere riformata. Un paio d’ore dopo, il videomessaggio in cui il condannato Berlusconi, dopo aver attaccato durissimamente la magistratura, annuncia che non mollerà, che resterà in campo, che rilancerà Forza Italia. E anche lui, come Napolitano, mette al primo posto in agenda la riforma della giustizia. Convergenze parallele.

2. giro un po’ di bacheche di deputati e senatori Pd e il silenzio è assordante. Fischiettando si parla d’altro, dal femminicidio all’anniversario della strage di Bologna, fanno tutti gli gnorri, a parte -al solito- Civati, Puppato e pochi altri. Stanno tutti lì muti e aggrappati disperatamente al seggiolino, terrorizzati dal fatto di dover trarre le conseguenze di ciò che è avvenuto e di dover lasciare “la Casa”. Parla solo chi, essendo dotato di personalità politica, avendo un progetto, essendo riconosciuto dai potenziali futuri elettori, sa che in caso di elezioni nella “Casa” avrebbe chance di rientrare. Tutti gli altri, ovvero i veterani che stavolta non potrebbero più godere di deroghe e dovrebbero salutare, i nominati -comprese mogli, cugini e famigli vari-, i miracolati delle Parlamentarie di Capodanno e i beneficiati dal Porcellum, che rischierebbero di tornare per sempre al lavoro e allo stipendio di prima, cercano di non farsi notare, in attesa che passi l’onda: vuoi che per caso qualcuno dei loro elettori gli chieda di esprimersi contro l’insostenibilità del governo a larghe intese? (ma no, se resistono è solo “per il bene del Paese”)

L’egoismo di Berlusconi è mostruoso, niente da dire. Ma va valutato anche il peso dei mille egoismi di quelli che mettono il loro minuscolo bene davanti a quello del Paese, e i problemi del loro bilancio davanti a quelli del bilancio dello Stato. Trattasi di fattore umano, mai del tutto eliminabile. La cui incidenza tuttavia è direttamente proporzionale alla mediocrità: insomma, se sei capitato lì semplicemente per un colpo di c..o, sarai disposto a tutto pur di perpetuarlo. Per questo, come si diceva ieri, la primissima cosa da fare, altro che riforma della giustizia, sarebbe l’abolizione del Porcellum. Il che almeno in linea teorica farebbe crescere la possibilità che lì ci vada gente di valore, e non, viceversa, gente che acquisisce valore solo per il fatto di essere fortunosamente capitata lì. La conventio dei mediocri ha una forza terribile.

* ecco il comunicato del Presidente Napolitano: “La strada maestra da seguire è sempre stata quella della fiducia e del rispetto verso la magistratura, che è chiamata a indagare e giudicare in piena autonomia e indipendenza alla luce di principi costituzionali e secondo le procedure di legge. In questa occasione attorno al processo in Cassazione per il caso Mediaset e all’attesa della sentenza, il clima è stato più rispettoso e disteso che in occasione di altri procedimenti in cui era coinvolto l’on. Berlusconi. E penso che ciò sia stato positivo per tutti. Ritengo ed auspico che possano ora aprirsi condizioni più favorevoli per l’esame, in Parlamento, di quei problemi relativi all’amministrazione della giustizia, già efficacemente prospettati nella relazione del gruppo di lavoro da me istituito il 30 marzo scorso. Per uscire dalla crisi in cui si trova e per darsi una nuova prospettiva di sviluppo, il paese ha bisogno di ritrovare serenità e coesione su temi istituzionali di cruciale importanza che lo hanno visto per troppi anni aspramente diviso e impotente a riformarsi“.

 

 

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