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«Schizofrenia affettiva con disturbo bipolare, che comporta sbalzi d’umore che portano a picchi maniacali in stati di agitazione e supereuforia alternati a continui cali depressivi». E’ la diagnosi fatta dal primario dell’ospedale di Montebelluna dopo aver visitato Mauro Marin, il vincitore del Grande Fratello 10. Dopo quella visita, diversi anni fa, il giovane subì un Tso (Trattamento sanitario obbligatorio), e trascorse gli anni a seguire alternando periodi di degenza in ospedale psichiatrico e sprazzi di libertà, quindi nuove ricadute e altri ricoveri.

Marin ha parlato di come ha affrontato e vinto questa sfida in un libro, C’è una cosa che non vi ho detto, e Chi, nel numero in edicola mercoledì 21 luglio, pubblica in anteprima brani in cui il giovane racconta il suo inferno, tra camicie di forza e letti di contenzione: «Ammetto che la camicia di forza non mi è mai piaciuta. Ricordo che quando mi legavano nel letto di contenzione, non sentivo più il sangue che circolava nelle vene». Lo shock degli psicofarmaci: «I farmaci per un lungo periodo mi hanno ucciso. La mia motricità era rallentata». E la noia, un mostro anche più pericoloso da affrontare, perché lasciava trasparire momenti di disperazione assoluta: «In manicomio, anzi nella struttura, perché è così che si chiama, le giornate sono uguali. Ho pensato spesso e volentieri: mi sarei potuto lanciare dal terzo piano o buttarmi sotto un treno». Poi la partecipazione al «Grande Fratello 10», la svolta della sua vita, e il coronamento di una completa guarigione (ma si guarisce, da un disturbo come questo? si può stare senza farmaci?).

«Come tutti sanno, la produzione di Gf sottopone tutti i concorrenti di Grande Fratello, prima di entrare nella Casa, a una serie di provini, visite mediche e incontri con psicologi, avvalendosi della consulenza di professionisti del settore. Tutto questo per valutare la loro idoneità a partecipare al programma», sottolinea Endemol Italia, aggiungendo: «Solo se i ragazzi superano tutti questi controlli, hanno la possibilità di prendere parte al reality». «Così – conclude la Endemol – è stato anche per Mauro Marin: il suo percorso, tra provini, visite e test, è stato uguale a quello di tutti gli altri concorrenti e, alla fine, come loro, è risultato idoneo». E Carlo Alberto Cavallo, psicologo del Grande Fratello, dal canto suo spiega: «Mi è stato chiesto, come sempre da dieci anni, di giudicare se un concorrente può partecipare al gioco del Grande Fratello e alle sue pressioni. Ho detto di sì».

Commento di Aldo Grasso, critico tv del Corriere ”Capisco che chi deve fare i casting scelga persone anormali per dar vita a certe dinamiche; ma trovo gravissima la vicenda. Sono stupito”. Alessandra Comazzi della Stampa, invece, si è espressa in difesa della produzione: ”Chi siamo noi per dire che ha sbagliato? Chi siamo noi per impedire a un ragazzo di godere di un’occasione?”.

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