Perché poi un terrorista kamikaze è questo. (guardate il filmato, l’immagine è un fotogramma)

Un ragazzino di 20 anni mandato a morire perché Allah è grande, perché lo hanno convinto che il jihadista non muore davvero (“Non considerate morti coloro che sono stati uccisi sul sentiero di Allah, sono invece vivi e godono della provvidenza del loro Signore“, Corano, terza Sura, versetto 169), ma che un momento prima di partire per la sua missione scoppia in un pianto disperato, perché inaspettatamente la vita gli urla dentro.

Come si può fermare uno shahid, un martire (letteralmente: testimone della fede)? Che cosa può essere più forte di ciò che appare come una fede titanica, al punto da rendere desiderabile il martirio, e di cui noi non abbiamo più nemmeno gli indizi?

In mancanza di ragazzi come questo, l’azione orrenda di  jihad che ha colpito il cuore dell’Europa non sarebbe stata nemmeno immaginabile.

La bomba umana è la più intelligente delle armi intelligenti, costa molto poco, è efficace ed è in grado di cambiare traiettoria fino all’ultimo secondo, non si riesce a intercettare, sfugge all’intelligence.

La bomba umana è fatta di umiliazione, di rabbia, di gioventù, di intemperanze ormonali, del non credere più che convenga cercare qualche America. Del fatto di essere trattato come un eroe per tutto il tempo della preparazione e fino al momento dell’azione. Dell’onore, forse anche dei soldi che toccheranno alla famiglia in conseguenza del sacrificio. Della prevalenza della comunità (umma, la stessa radice di umm, madre) sul singolo: altra cosa difficile da comprendere per la nostra cultura individualistica e “dirittistica”.

Soprattutto è fatta dell’enorme potere di condizionamento da parte delle organizzazioni jihadiste: secondo Scott Atran, ricercatore francese, il condizionamento assoluto, simile a quello che avviene in una setta. è il fattore decisivo.

Come si ferma uno shahid? Che cosa dobbiamo essere capaci di dirgli, per convincerlo a vivere e a non uccidere? E come dirglielo? Qual è il punto che stiamo mancando? Quale la strategia che non stiamo attuando? Ed è pensabile poter procedere per via di umanità?

Quel pianto ci dà qualche indizio? Non somiglia, quel maledetto piagnucoloso bambino assassino, a uno dei nostri figli?

Dov’era sua madre, in quel momento? Che cosa è stato fatto a lei, per ridurla al silenzio?

 

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