Traggo in velocità da Libero.it.

Un’Italia “appiattita” che stenta a ripartire. E’ l’analisi del Censis, contenuta nel 44esimo Rapporto sulla situazione sociale del Paese 2010, presentato oggi a Roma dal presidente del centro studi, Giuseppe de Rita e dal direttore generale, Giuseppe Roma. Il Censis registra un “declino parallelo” della legge e del desiderio.

LE REGIONI – In alcune regioni a complicare la situazione è la presenza della criminalità organizzata, radicata specialmente nel Sud Italia (soprattutto in Sicilia, Puglia, Calabria e Campania). Molti dei provvedimenti varati negli ultimi anni, scrive il Censis, hanno avuto un modesto impatto reale. Da qui il venir meno della fiducia nelle lunghe derive e nell’efficacia delle classi dirigenti. Di là dai fenomeni congiunturali economici e politico-istituzionali dell’anno, suggerisce il Censis, “adesso occorre una verifica di cosa è diventata la società italiana nelle sue fibre più intime“.

LAVORO AUTONOMO IN DECLINO – Diminuisce il lavoro autonomo, notoriamente motore che allontana dalla crisi, difatti si puo notare un calo del 7,6%: dal 2004 al 2009 c’è stato un saldo negativo di 437 mila imprenditori e lavoratori in proprio. Cresce la disoccupazione nei primi due trimestri, pari al 5,9%, rispetto allo 0,9% della media europea. Nel nostro Paese sono 2.242.000 le persone tra i 15 e i 34 anni che non si dedicano allo studio, non lavorano e neppure cercano un impiego, anche perchè, come da loro dichiarato, alcuni lavori sono meno interessanti e appetibili.

ITALIA E L’EUROPA – I motivi della crisi economica vanno ricercati, secondo il Censis, anche in altri fattori e, soprattutto, nel confronto con quanto accade all’estero. Tra il 2000 e il 2009 il tasso di crescita economica italiana è stato più basso che in Germania, Francia e Regno Unito. Il made in Italy diminuito dello 0,3% su scala mondiale, attestandosi su una quota di mercato globale del 3,5%. A risentirne maggiormente sono stati i comparti a maggiore tasso di specializzazione, dalle calzature ai mobili, notoriamente orgoglio nazionale all’estero. E non è tutto: l’Italia non sfrutta a pieno una ripartizione flessibile degli orari lavorativi. Ed è inoltre,  in Europa, quella in cui meno si osservano modelli di partecipazione dei lavoratori agli utili dell’azienda: ciò avviene solo nel 3% del totale, contro una media europea del 14%..

MATTONE BENE RIFUGIO – Secondo italica tradizione, il 40% degli intervistati dice di non avere risparmi a disposizione, ma i nuclei familiari che possono investire nutrono eterna fiducia nel mattone. Nel 2010, dopo tre anni di recessione, è in leggero progresso la compravendita di case, in salita d el 3,4 per cento. Per il 22,7% degli italiani, investire nel mattone è il miglior canale per investire dei capitali.

IL DESIDERIO – Sono evidenti manifestazioni di fragilità sia personali sia di massa: comportamenti e atteggiamenti spaesati, indifferenti, cinici, passivamente adattativi, prigionieri delle influenze mediatiche, condannati al presente senza profondità di memoria e futuro. E una società appiattita “fa franare verso il basso anche il vigore dei soggetti presenti in essa”. Così all’inconscio, ammonisce il Censis, manca oggi la materia prima su cui lavorare: il desiderio. “Tornare a desiderare è la virtù civile necessaria per riattivare la dinamica di una società troppo appagata e appiattita”, è la ricetta proposta.

Aggiungo io: noi donne siamo piene di desideri. Lasciateci fare.

  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •