Posta qui la lettrice Marisa Calzolari: “In Italia manca il lavoro e quel poco che c’è è, spesso, dequalificato. In più il futuro si presenta ancora meno roseo del già tremendo presente. L’Italia, se mai ce la farà, e io ho dei seri dubbi, uscirà dalla crisi per ultima tra i paesi europei. E tu Marina pensi che il problema sia il “doppio sguardo”?“.

Risposta: sì. Più precisamente: è il fatto che sullo spazio pubblico si eserciti solo lo sguardo maschile, questo eccesso di maschile nei luoghi in cui si decide -o si dovrebbe decidere- per il bene di tutti, le ondate testosteroniche che hanno travolto la finanza mondiale, quindi non il maschile in sé, che è dato di natura, ma il suo troppo, che ha relegato il femminile nell’eccentrico e in un supposto “privato”, a darci una chiave efficace anche per leggere le spaventose turbolenze di questi giorni, il venerdì nero, il lunedì nerissimo e ora vedremo il martedì.

Come scrive tra l’altro sul Corriere di oggi Maurizio Ferrera, proponendo soluzioni per la crescita del Paese: c’è anche il fatto che “il nostro welfare non fa investimenti sociali: asili, formazione, inserimento al lavoro, sostegni all’occupazione giovanile e femminile, casa, famiglia, lotta all’esclusione…“. Tutti temi di cui nella due giorni di Siena si è discusso molto. “E’ almeno un decennio che parliamo di rimodulare il welfare, ma in realtà ci siamo limitati a una rimodulazione dell’esistente”. Ferrera propone che le scelte in materia di politica economica e sociale siano definite dal governo “in collaborazione con organismi indipendenti che poi valutano attuazione e risultati… L’Olanda ha sperimentato un meccanismo simile negli anni Ottanta ed è oggi uno dei paesi virtuosi“. E chiude auspicando che questa nuova authority abbia una “presidente donna e componenti tutti rigorosamente sotto i 40 anni“. Donne e giovani, cioè gli esclusi dal potere (dei vecchi maschi, dei padri saturnini che non mollano).

Il ragionamento di Ferrera assume in pieno il doppio sguardo. Abituiamoci ad applicarlo per leggere ogni circostanza, anche e soprattutto quelle politiche, sociali ed economiche. Lo fa Maurizio Ferrera, lo fanno molti osservatori autorevoli, facciamolo anche noi, cara Marisa.

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