“I partiti sono organismi costituiti in maniera tale da uccidere nelle anime il senso della verità e della giustizia… Il fine primo e, in ultima analisi, l’unico fine di qualunque partito politico è la sua propria crescita, e questo senza alcun limite… Ogni partito è totalitario in nuce… Se si affidasse al diavolo l’organizzazione della vita pubblica, non saprebbe immaginare nulla di più ingegnoso… La soppressione dei partiti costituirebbe un bene quasi allo stato puro… La democrazia, il potere della maggioranza non sono un bene. Sono mezzi in vista del bene”.

Al posto dei partiti, libere candidature in cui “i candidati non direbbero agli elettori “Ho questa etichetta”… ma “penso tale, tale e tale cosa riguardo a tale, tale e tale grande problema. Gli eletti si assocerebbero e si dissocerebbero secondo il gioco naturale e mobile delle affinità… Fuori dal parlamento, dato che esistono riviste di opinione (o blog, social forum, associazioni culturali etc, ndr), si creano intorno ad esse, in modo naturale, altrettanti circoli… Naturalmente esisterebbero i partiti clandestini. Ma i loro membri avrebbero cattiva coscienza… Non potrebbero fare alcuna propaganda in nome del partito… Un esame attento non sembra lasciar intravedere nessun inconveniente di nessun tipo legato alla soppressione dei partiti”.

Beppe Grillo? No: Simone Weil, 1950 (“Manifesto per la soppressione dei partiti politici”).

 

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