Nella primavera del 1988 ero incinta e affamatissima.

Un giorno mi capitò di andare a Bologna con Alex Langer –stavamo insieme nei “primi” verdi-, per incontrare un signore, poi diventato politico di primissimo piano.

Ci vedemmo a colazione. Io feci fuori 4 o 5 portate. Alex mi guardava sorridente e sbigottito. “Dio benedica te e il tuo bambino”, mi disse.

Un piccolo ricordo, apparentemente impolitico, suscitato dalla lettura commossa di “Non per il potere”, Alexander Langer (Chiarelettere Instant Book).

Risento la sua voce di angelus novus, messaggero visionario, nelle parole che qui vi ripropongo senza commenti, se non questo: che sembrano pronunciate oggi.

Una delle “urgenti ragioni per ripensare a fondo la questione dello sviluppo… è la perdita di qualità di vita e di autonomia delle persone e delle comunità, anche nelle fortezze dello sviluppo”.

“Una scelta di espansione … è una scelta di riarmo. Una scelta di contrazione è una scelta di disarmo”.

“Di fronte alla malferma salute della biosfera, le scelte che fanno bene al pianeta sono per forza di cose anche scelte che fanno bene a noi stessi… (è) sacro egoismo tra i meglio investiti”.

“Dalla faticosa lotta degli uomini contro la natura siamo passati a una situazione in cui quasi la natura non ce la fa più a difendersi dall’uomo”.

Esiste un “impatto generazionale di tutto ciò che noi facciamo, sia a livello macrosociale che micro sociale”. Si tratta di “perdersi per ritrovarsi… Se non si trovano nel presente (per esempio nel rapporto di amore) sufficienti ragioni per volere un futuro, non vi potrà essere nessuna astratta ragione, nessun rapporto del Club of Rome o delle Nazioni Unite”.

Il piccolo potere è il potere del “consumatore”… Qualcuno dovrà pur cominciare, e indicare e vivere un privilegio diverso da quello della ricchezza e dei consumi: il privilegio di non dipendere troppo dalla dotazione materiale e finanziaria”.

Alex Langer, nato a Vipiteno il 22 febbraio 1946, è morto suicida a Pian Dei Giullari, Firenze, il 3 luglio 1995.

Nel suo biglietto d’addio era scritto: “Non siate tristi, continuate in ciò che era giusto”.

Dal quel 3 luglio –qualche giorno fa il diciassettesimo anniversario- cerco di pregare per lui ogni giorno, con gratitudine.

  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •