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expo 2015

Politica Maggio 12, 2014

Scandalo Expo: e i nostri danni chi li paga?

proprio niente da ridere

Difficile rappresentare lo schiaffo che gli affari sporchi su Expo rappresentano soprattutto per Milano, la mia città.

Fin dall’inizio il problema è stato esattamente questo: sventare gli affari sporchi di cui si è sentito subito il puzzo. Fin da quando -per la prima volta da quando l’esposizione universale esiste- per la localizzazione dell’evento si sono scelti terreni non pubblici ma privati, con una lievitazione esponenziale dei loro prezzi.

Il fallimento è stato clamoroso: peggio di così in effetti non poteva andare. Gli affari sporchi non sono stati sventati. I controllori non hanno controllato, o non sono stati capaci di farlo, o non sono stati efficacemente controllati. I ladroni sono gli stessi di sempre, nei modi di sempre, con l’arroganza e la certezza dell’impunità di sempre. E stavolta il rischio che Expo salti è concreto: stupisce il fatto che qualcuno tra i Paesi espositori non abbia già ritirato il suo impegno.

Se Expo non si realizzasse gli effetti sarebbero devastanti anche per chi non è mai stato fan della kermesse universale. Come una sovrainfezione su un corpo già enormemente debilitato. Anziché l’Expo sulla nutrizione, l’esposizione al ludibrio universale della nostra inaffidabilità e del nostro incredibile livello di corruzione, a scoraggiare in via definitiva ogni tentazione di investimento nel nostro Paese.

Il premier Renzi annuncia una nuova governance e una task force anticorruzione. Ci mette la faccia, dice, anche a rischio di perdere qualche punto nei sondaggi.

Ma servirebbe un segnale forte e immediatamente intuibile del giro di boa in extremis: per esempio richiamare in partita alcuni di quelli -il caso più clamoroso è quello di Stefano Boeri, ascoltatelo qui– che quegli affari sporchi avrebbero oggettivamente potuto intralciarli, e che invece malauguratamente, con scelte politiche mediocri, sono stati messi ai margini. Un segnale anche per la sbigottita platea internazionale, con il quale, ben più di altri, per esempio Boeri ha efficaci relazioni.

Quanto meno un risarcimento morale, vista l’impossibilità di farsi risarcire materialmente -tutti noi, intendo- per il danno che il malaffare procura alla nostra immagine, ai nostri redditi, alle nostre imprese, ai nostri figli, alla nostra salute.

E prima o poi si dovrà trovare il modo di farglielo pagare, questo danno.

 

 

ambiente, Politica Luglio 14, 2011

Cemento arancione

Come qualcuno saprà, il 30 maggio dopo lunghi anni di governo del centrodestra a Milano ha vinto il centrosinistra con Giuliano Pisapia.

Nei fatti il primo atto di governo del nuovo sindaco è stata la sostanziale ratifica delle decisioni prese dal centrodestra in materia di Expo. Ancora prima che la giunta fosse formata, l’accordo con il governatore Formigoni è stato siglato con grandi pacche sulle spalle: c’era molta fretta, il rischio di perdere la manifestazione dopo anni buttati via -dal centrodestra- era molto grande, l’assessore delegato Stefano Boeri si è trovato di fronte un Expo già bell’e confezionato, criticità comprese –terreni comprati dai privati a carissimo prezzo, tanto per dirne una, che dopo il 2015 potranno essere glassati di cemento, e così via- e ieri ha dovuto trangugiare l’amaro calice, con un voto leale e favorevole a qualcosa che non gli piace affatto, come del resto non piace a uno scherzetto come circa 500 mila milanesi che di altro cemento, anche se arancione, di affari e di speculazioni nell’interesse di pochi contro quello di tutti proprio non ne vogliono sapere più.

Si dirà: è un prezzo da pagare. Realpolitik obbliga a ratificare qualcosa che con le logiche, le premesse e le promesse di un governo di centrosinistra non avrebbe niente a che vedere. Trangugiamo in fretta questo boccone, tappiamoci naso, orecchie e occhi e passiamo velocemente ad altro. Il fatto è che Expo non è “qualcosa”. Expo coincide di fatto con la politica di questa città di qui al 2015, e quindi sostanzialmente con l’intera legislatura. Pressochè tutto quello che capiterà a Milano avrà a che fare con Expo e finirà in quel gigantesco tritacarne. Expo è la Milano del prossimi anni. E Milano è laboratorio politico per tutto il paese. Non si scherza. Il cemento è la peste italiana. La questione non è di poco conto.

Il paradosso quindi è questo: che il governo di centrosinistra porterà a termine, con qualche timida variazione, quello che è stato impostato e cominciato dal centrodestra. Che da quell’imprinting, da quell’alvo si rischia di non uscire, e l’esultanza del centrodestra di fronte alla ratifica di ieri ne è la controprova. Detto in malo modo, gli affari sono salvi. Ma i cittadini volevano un’altra cosa. I cittadini volevano il cambiamento. Lo hanno detto con il voto alle amministrative, e solo due settimane dopo accorrendo di nuovo in massa alle urne per i referendum.

Expo va salvato, per carità. Ma prima di tutto va salvato il credito entusiastico con cui questo cambio di governo è stato accolto. Prima di tutto va salvato l’impulso al cambiamento che grida ovunque. Prima di tutto vanno salvati la salute e l’ambiente. Un modo per farlo lo si dovrà assolutamente trovare. Questo è il primo compito di un governo di centrosinistra.

economics, Politica Giugno 13, 2011

I cavoli (acidissimi) dell'Orto planetario

Domani il neosindaco di Milano Giuliano Pisapia si recherà al Bie di Parigi per riferire sull’acquisto delle aree destinate a Expo. Ma stamattina, in un dibattito  organizzato da Affaritaliani.it a cui hanno partecipato Giuseppe Sala, ad di Expo Spa, Bruno Tabacci (neoassessore al Bilancio), Pierfrancesco Majorino (Welfare), Stefano Boeri (Expo e Cultura) nonché l’ex assessore all’Urbanistica Carlo Masseroli, si è confermata una notevole divergenza di vedute tra Sala-Pisapia e l’assessore Boeri.

Un confronto decisamente duroBoeri è fermo sul dossier originario del parco agroalimentare planetario, approvato dal Bie e da tutti gli enti preposti, e confortato dall’esito del referendum di ieri. “Quello” ha detto “è la stella polare, insieme all’esito del referendum, che chiede che questa eredità agricola e tecnologica resti a Milano. E il valore delle aree da acquisire non può che discendere da questo“.  Valore che invece è stato stimato 120 milioni di euro con un presunto indice edificatorio dello 0.52 per cento, presunto in quanto mai sancito dal Consiglio comunale, che non corrisponde a quello di un’area agricola.

Sala, secco:  “E’ sbagliato pensare che un cambio di giunta cambi la logica del nostro lavoro. Boeri sta dicendo che Pisapia sbaglia a venire con me a Parigi per l’acquisto dei terreni“. E lascia rapidamente il convegno.

Replica di Boeri in sua assenza: “Non capisco questa reazione, se ne assumerà la responsabilità“.

L’assessore Boeri, paradossalmente da sempre messo sotto accusa come “amico dei costruttori”,  ha anche parlato dell’ipotesi esproprio, dicendo che “sarebbe certamente meglio evitarlo, ma non è pensabile l’uso di questo strumento solo con i piccoli proprietari e non con i grandi”..

A complicare il quadro il fatto che la delega su Expo sarà conferita a Stefano Boeri solo mercoledì durante la prima riunione di giunta, e dopo l’incontro parigino. Solo lì si capirà quanto ampia e con quali poteri.

Infine Bruno Tabacci, che nel suo breve intervento, subito dopo Stefano Boeri, se l’è cavata con un laconico “Condivido questa impostazione culturale”

Donne e Uomini, Politica Maggio 4, 2011

CHE COSA ASPETTI, MARA?


La campagna elettorale a Milano si arroventa, e le donne sono al centro di moltissime iniziative di tutti gli schieramenti. Anche Letizia Moratti, donna per una notte, dopo aver messo in piedi il suo bell’Expo macho (vedi post qui sotto) ieri ha invitato mille cittadine, raccattate con passaparola populista, a una mega-cena elettorale. Telefonatona di Berlusconi con barzellette a metà serata, come da copione. Tutte felici per la serata vip.

Con grandissimo gusto, il coordinatore lombardo del PdL, Mario Mantovani, ha detto che Pisapia “si deve accontentare di donne come la Concia e la Bindi… Noi possiamo dire di essere messi bene…”. E Letizia Moratti, tornata rapidamente il neutro di sempre, muta. “Una vergognosa offesa, da parte del coordinatore regionale del PdL, alla dignita’ delle donne e di due parlamentari che si battono quotidianamente per i diritti dei cittadini”, ha detto Giuliano Pisapia, che ha parlato inoltre di “silenzio ipocrita di un sindaco donna” che “non e’ piu’ accettabile ed e’ la prova delle sue contraddizioni”.

Vorremmo tutte e tutti sapere che cosa aspetta la ministra per le Pari Opportunità Mara Carfagna a dire la sua su queste ributtanti dichiarazioni di quel gentleman del suo compagno di partito Mantovani, oltre che sulla vicenda di Expo tutto al maschile, di cui si sta parlando in giro per il mondo, ma che in Italia a quanto pare non fa notizia.

Non può occupare quella poltrona e tacere.

Il suo partito offende le donne.

il gentleman mantovani con berlusconi e moratti

Donne e Uomini, Politica Aprile 21, 2011

SOMMERGIAMOLA DI CURRICULA!!!

Incredibile! Sempre a proposito dei tavoli machi di Expo 2015 (42 maschi su un’assise di 42): come avrete visto qui sotto, insieme a Lorella Zanardo ho scritto al Bureau international des Exposition di Parigi, e in copia alla Commissaria Straordinaria Letizia Moratti oltre che alla Presidente Diana Bracco -lettera diffusa anche a vari media europei- per chiedere di riconsiderare la candidatura di Milano alla luce di questo machismo tossico.

Ebbene, apprendo pochi minuti fa quello che segue:

Stamane Chicca Olivetti ha incontrato il sindaco, Letizia Moratti. Hanno parlato dei tavoli Expo e convenuto il numero esiguo di presenze femminili, il sindaco ha domandato al nostro movimento di fornirLe cv di 60 donne qualificate delle varie tematiche dei tavoli Expo. http://www.sateliosnews.it/index.php?option=com_content&view=article&id=3673:nove-tavoli-tematici-per-lexpo-2015&catid=13:cronaca&Itemid=20. Se ci sono donne che ritengono di avere le competenze necessarie possono inviare i loro cv.

Evidentemente la figuraccia international ha spaventato Moratti, che peraltro ha bisogno anche dei voti delle donne per restare sindaca, ed ecco questa mossa in extremis.

Bene! Sommergiamola di curricula! Inviateceli qui!

Io mi candido per il Tavolo Cultura: mi vorrà? (a Zanardo lo chiedo stasera, è in trasferta sarda per lavoro…). Fatevi sotto, ragazze!

IL CURRICULUM MANDATELO QUI (sintetico grz)

O SE PREFERITE ALL’EMAIL   marina.terragni@rcs.it

I TAVOLI TEMATICI LI TROVATE NEL POST QUI SOTTO,
DATE L’EXPO A UN PAESE CIVILE


Donne e Uomini, economics, Politica Aprile 20, 2011

DATE EXPO A UN PAESE CIVILE

Anticipo copia della lettera che insieme a Lorella Zanardo intendo inviare al Bureau International des Expositions di Parigi, nonché rendere nota a media italiani e internazionali. Vi invito a sottoscriverla QUI NEL BLOG e a diffonderla.

Al Bureau International des Expositions di Parigi

e p. c

a Letizia Moratti, Commissaria Straordinaria Expo 2015

a Diana Bracco, Presidente Expo 2015

Gentili Signore, Gentili Signori,

apprendiamo con sorpresa (Corriere della Sera del 19 aprile u.s., cronaca di Milano, pag. 5) che i 42 partecipanti ai 9 tavoli tematici per Expo 2015 sono tutti uomini, come da elenco che riportiamo in calce. Non un nome femminile, nemmeno per caso o per errore, tra quelli di tutti questi pur stimabilissimi signori. Questo male italiano -una politica machista, caparbiamente chiusa alla società femminile- è ormai noto in tutto il mondo, ma non si danno nemmeno timidi segni di guarigione.

Colpisce in particolare che il fatto che ai vertici di Expo 2015 siano state designate due donne, la Signora Moratti e la Signora Bracco,  ma nemmeno questo basti a produrre l’indispensabile cambiamento. Ci chiediamo peraltro come la Commissaria straordinaria e la Presidente non si siano rese conto della cosa, e se nella loro politica tengano conto del fatto di essere loro stesse donne.

In verità il machismo politico italiano è talmente consolidato da produrre una sostanziale cecità di fronte a episodi come questo. Nessuno se n’è accorto, né i vertici di Expo 2015, né i media che hanno riportato l’elenco dei partecipanti ai tavoli. Nel caso specifico di Expo 2015, la cosa può essere tradotta in questo modo: non vi è una sola donna a Milano e nel Paese che sia giudicata degna di partecipare a questo assise; paradossalmente i saperi e le competenze delle donne, nutrici del mondo, non sono ritenuti utili alla realizzazione di un Expo dedicato proprio al tema della Nutrizione del Pianeta.

Chiediamo ai responsabili del Bureau se in questo sconcertante episodio di cattiva organizzazione e nel fatto di escludere la grande competenza femminile in materia di nutrizione non intravedano una ragione per riconsiderare la candidatura di Milano a Expo 2015, e se non intendano cogliere l’occasione per sanzionare in modo efficace la classe politica del nostro Paese, vergognosamente sorda e cieca a fronte di una società sempre più femminile ma costretta a subirne l’arroganza e l’inefficacia.

Cordiali saluti

Marina Terragni e Lorella Zanardo (seguono firme)

Qui l’elenco dei partecipanti ai tavoli tematici:

ACCOGLIENZA: Alessandro Rosso, Michele Perini, Antonio Intiglietta, Renato Borghi

INFRASTRUTTURE: Elio Catania, Claudio Artusi, Flavio Cattaneo, Claudio De Albertis

ENERGIA: Federico Falk, Giuliano Zuccoli, Umberto Quadrino, pietro Gnudi, Enrico Migliavacca

CREDITO: Corrado Passera, Massimo Ponzellini, Raffaele Jerusalmi, Francesco Micheli, Corrado Faissola, Bruno Ermolli

AGROALIMENTARE: Carlo Petrini, Giandomenico Auricchio, Paolo Cuccia, Giampiero Calzolari, Carlo Franciosi

SALUTE: Umberto Veronesi, Daniel Lepeyre, Silvio Garattini, Giuseppe Rotelli, Giancarlo Cesana, Massimo Ferlini

CULTURA: Piergaetano Marchetti, Sergio Escobar, Maurizio Costa, Stephane Lissner, Edoardo Valli

NON PROFIT: Giuseppe Guzzetti, don Colmegna, don Verzé, Marco Accornero

GIOVANI: Guido Jarach, Marco Alverà, Stefano Bianco

Au Bureau International des Expositions de Paris

et, pour information,

à Mme Letizia Moratti, Commissaire extraordinaire de l’Expo 2015 de Milan

à Mme Diana Bracco, Présidente de l’Expo 2015 de Milan

Mesdames, Messieurs,

nous apprenons avec surprise que les 42 participants des 9 tables rondes thématiques prévues dans le cadre de l’Expo 2015 de Milan, d’après la liste ci-jointe, sont sans aucune exception des hommes. Parmi les noms de ces très respectables messieurs on ne rencontre un seul prénom féminin, fût-ce par erreur ou par hasard. Le monde entier connait désormais cette maladie spécifiquement italienne – une politique machiste opiniâtrement renfermée sur elle-même, excluant la partie féminine de la société – mais ce pays ne semble pas près de donner les premiers signes de guérison.

Ce qui frappe est surtout le fait que l’élection de deux femmes – Mme Moratti et Mme Bracco – aux sommets de l’Expo 2015 n’ait aucunement suffi à entamer un changement qui paraît désormais indispensable. Nous nous demandons si Mme le commissaire extraordinaire et Mme la présidente se sont aperçues du problème, et si en général, dans leur activité politique, elles se souviennent jamais d’être à leur tour des femmes.

La vérité est que le machisme politique italien est tellement enraciné qu’il a tendance à faire écran, à produire un aveuglement absolu face à ce genre d’épisodes. Personne, d’ailleurs, n’a fait remarquer cette anomalie, ni parmi les responsables aux sommets de l’Expo 2015, ni parmi les médias qui ont publié la liste des participants aux discussions. Dans le cas spécifique de l’Expo 2015, la situation peut se traduire en ces termes : pas une seule femme, à Milan et dans le reste du pays, n’a été jugée digne de prendre part à ces assemblées ; l’aspect paradoxal est que les savoirs et les compétences des femmes, nourrices du monde, n’ont pas été jugés utiles pour le bon fonctionnement d’une Expo consacrée à la question de l’alimentation de la planète !

Nous nous demandons si les responsables du Bureau ne sont pas de l’avis que cet épisode choquant de mauvaise organisation, et le choix de laisser de côté les précieuses compétences des femmes en matière d’alimentation, configurent une raison suffisante pour reconsidérer la candidature de Milan pour l’Expo 2015. Ne serait-ce une bonne occasion pour sanctionner de manière efficace la classe politique de ce pays, honteusement sourde et aveugle face à une société où les femmes jouent un rôle toujours grandissant, mais se trouvent à tout coup pénalisées par l’arrogance et l’inaptitude des décideurs ?

Avec nos salutations respectueuses,

Marina Terragni et Lorella Zanardo


Ci-joint, la liste des participants prévus pour les sessions thématiques

Accueil: Alessandro Rosso, Michele Perini, Antonio Intiglietta, Renato Borghi


Infrastructures: Elio Catania, Claudio Artusi, Flavio Cattaneo, Claudio De Albertis


Energie: Federico Falk, Giuliano Zuccoli, Umberto Quadrino, pietro Gnudi, Enrico Migliavacca


Crédit: Corrado Passera, Massimo Ponzellini, Raffaele Jerusalmi, Francesco Micheli, Corrado Faissola, Bruno Ermolli


Secteur agroalimentaire: Carlo Petrini, Giandomenico Auricchio, Paolo Cuccia, Giampiero Calzolari, Carlo Franciosi


Santé: Umberto Veronesi, Daniel Lepeyre, Silvio Garattini, Giuseppe Rotelli, Giancarlo Cesana, Massimo Ferlini


Culture: Piergaetano Marchetti, Sergio Escobar, Maurizio Costa, Stephane Lissner, Edoardo Valli

Non-profit: Giuseppe Guzzetti, don Colmegna, don Verzé, Marco Accornero

Jeunesse: Guido Jarach, Marco Alverà, Stefano Bianco

Donne e Uomini, Politica Aprile 19, 2011

PROBLEMA

Risolvere il seguente problema:

Si consideri l’elenco dei partecipanti ai tavoli tematici per Expo 2015 e si dica dove sta l’errore:

ACCOGLIENZA: Alessandro Rosso, Michele Perini, Antonio Intiglietta, Renato Borghi

INFRASTRUTTURE: Elio Catania, Claudio Artusi, Flavio Cattaneo, Claudio De Albertis

ENERGIA: Federico Falk, Giuliano Zuccoli, Umberto Quadrino, pietro Gnudi, Enrico Migliavacca

CREDITO: Corrado Passera, Massimo Ponzellini, Raffaele Jerusalmi, Francesco Micheli, Corrado Faissola, Bruno Ermolli

AGROALIMENTARE: Carlo Petrini, Giandomenico Auricchio, Paolo Cuccia, Giampiero Calzolari, Carlo Franciosi

SALUTE: Umberto Veronesi, Daniel Lepeyre, Silvio Garattini, Giuseppe Rotelli, Giancarlo Cesana, Massimo Ferlini

CULTURA: Piergaetano Marchetti, Sergio Escobar, Maurizio Costa, Stephane Lissner, Edoardo Valli

NON PROFIT: Giuseppe Guzzetti, don Colmegna, don Verzé, Marco Accornero

GIOVANI: Guido Jarach, Marco Alverà, Stefano Bianco

economics, Politica Marzo 29, 2011

CRACK EXPO

Se a noi milanesi togliete il mito dell’efficienza, ditemi voi che cosa ci rimane, poveretti.

Il modo in cui la commissaria Moratti sta gestendo la vicenda Expo 2015 fa accapponare la pelle. Già ci si vergogna parecchio, per i noti motivi, quando si ha a che fare con il resto d’Europa e del mondo: stamattina vedo sui giornali quel tavolo di videoconferenza sulla Libia che ci esclude -noi, che nel conflitto siamo geograficamente in prima linea- e non mi pare poi così strano. Non si fidano, siamo ininfluenti, le “nostre” posizioni sono altalenanti.

Ma questa storia di Expo, credetemi, simbolicamente è anche peggio. E contravviene alle logiche di ogni buon padre di famiglia, come si dice. Dovremmo già vedere da tempo ruspe in azione, e invece i terreni non sono ancora stati acquisiti. Dovremmo sapere per farne che cosa, e invece si cambiano i piani in corsa. Dall’orto planetario si passa al supermarket tecnologico globale, mi pare di aver capito così (ma che cosa vuole dire?) perché gli orti “non sono vendibili”. E il sospetto di megaspeculazioni a vantaggio di pochi si fa molto forte.

Si dice, anzi, che di orti non aveva mai parlato nessuno: e si dichiara il falso. Qui (www.stefanoboeri.it) potete vedere Stefano Boeri, oggi capolista del Pd alle prossime elezioni comunali, che presenta il Master Plan di Expo 2015 all’assemblea plenaria dei 130 Paesi del BIE, il Bureau International des Expositions.  E’ il primo luglio scorso, e nel video si scorgono di spalle, plaudenti, il sindaco Moratti e il Presidente del cda della societa’Expo, Bracco. Nell’intervento Boeri illustra in dettaglio ai rappresentanti dei Paesi l’idea dell’Orto botanico planetario, descrive la sua estensione su tutta l’area Expo e spiega i motivi per i quali  l’Orto planetario dovra’ restare come eredita’ a Milano dopo la fine dell’evento.

Infine, dato non irrilevante, non si sa se ci sono i soldi per fare tutto questo, qualunque cosa sia. Il peggio del peggio del peggio, che ci restituisce un’immagine irriconoscibile di Milano: come guardarti allo specchio e vedere una faccia che non è la tua. Un colpo all’identità e all’autostima della città da cui non sarà facile riprendersi.

Al punto che ti viene da sperare nel tanto peggio-tanto meglio: che il Bureau International di Parigi -il prossimo appuntamento di verifica sarà il 19 aprile- dichiari: scusate, ci siamo sbagliati, non siete capaci nemmeno di questo, facciamo fare a Smirne, grazie. La prima immediata conseguenza politica sarebbe che la signora Brichetto Moratti rischierebbe seriamente di perdere anche il posto di sindaco, non solo quello di commissaria Expo, e forse si potrebbe ricominciare a sperare.

Con tutto questo le nostre quotazioni -di Paese, di città, di cittadini- calano vertiginosamente, i nostri figli saranno gli zimbelli del mondo, ma nessuno ci ripagherà di questo crack. Il “gestore” dei nostri affari, della nostra reputazione e dei nstri soldi si rivela -nella migliore delle ipotesi- non all’altezza del compito. Ma a quanto pare, salvo il voto, non abbiamo nessun modo per rivalerci.