Pensieri disordinati e svagati sull’ipocondria, sindrome vacanziera (tutti partono, anche i medici, la città si svuota, se mi viene un coccolone a Salina come faccio, etc. etc.). Qualsiasi variazione dei ritmi abituali peggiora l’ipocondria.
Quel mio amico che in Grecia correva a perdifiato in lungo e in largo per il pronto soccorso in costume urlando (in italiano): “Sono un codice rosso! Ho un infarto in corso!”.
Quello stesso amico che -a suo dire- raggiunto dal mini aerosol di uno starnuto voleva tornare d’urgenza in Italia per sottoporsi a un check up completo.
L’ipocondriaco è anche un po’ medico: non vede l’ora di consigliarvi le medicine che con lui hanno funzionato. Adora intrattenersi in lunghe conversazioni con i farmacisti (i farmacisti, meno).
D’altro canto l’ipocondriaco pensa che tante medicine siano del tutto inefficaci, o che facciano molto male, o che il dosaggio sia sbagliato, o che l’indicazione terapeutica sia sballata. L’ipocondriaco è un avido lettore di bugiardini. C’è anche l’ipocondriaco leghista che non assume farmaci prodotti sotto il Po (già Bologna è troppo).
Esiste l’ipocondriaco psichico: semplice nevrotico convinto di essere sul punto di diventare pazzo.
Per l’ipocondriaco il momento della visita è il nirvana: finalmente qualcuno ha capito che non sta affatto scherzando.
Poi il medico ti dice che non hai nulla di che. Giusto un istante di comprensibile euforia, ma appena fuori dallo studio ti ripiglia l’angoscia. Pensi che non abbia capito niente e chiami tutti gli altri medici che conosci per un consulto e per sparlare di lui.
Ma anche quando il medico diagnostica un piccolo disturbo, l’ipocondriaco è certo che si tratti di sottovalutazione.
Un serio ipocondriaco è convinto che quasi tutti i medici siano inaffidabili e che si siano laureati a forza di 18 politici, e i tagli alla sanità lo terrorizzano. Anche le lastre non hanno fotografato bene e l’ecografo non era di ultima generazione.
All’ipocondriaco serve un team di amici medici comprensivi e disposti a essere svegliati in piena notte.
Esistono molti medici ipocondriaci, ma non ve lo diranno mai.
Sei convinto di avere un dolore sospetto a un braccio, cominci a contrarlo e a tenerlo sbilenco, nel giro di un paio d’ore ti farà male sul serio. Entri in un loop di misurazioni pressione: a ogni misurazione la trovi più alta, ti agiti sempre di più, arrivi a 100-200, chiami il tuo medico ma il cellulare è staccato, sei ormai a 110-220, ti parte una selva di extrasistole, e via così. L’ipocondriaco professionista è in grado di procurarsi rapidamente molti tipi di patologie.
L’ipocondriaco avverte una minaccia costante e la materializza in un disturbo fisico.
L’ipocondriaco fa in modo che nel suo gruppo vacanze ci sia almeno un medico, da torturare preferibilmente la notte quando gli altri dormono.
L’unico disturbo che l’ipocondriaco non cura mai è l’ipocondria.
Fissato su uno pseudo-sintomo, l’ipocondriaco può trascurare veri problemi di salute (ma questo è meglio non dirlo a un ipocondriaco perché potrebbe funzionare da detonatore).
Più che dal movimento fisico scarica-ansia, l’ipocondriaco trae giovamento da lavori di fatica tipo trasloco. Se dopo otto ore non sarà morto, per qualche minuto si convincerà di non stare così male, tutto sommato. Giusto qualche minuto.
L’ipocondriaco ha molto bisogno di coccole e rassicurazioni. Può funzionare anche: “Adesso ci hai rotto le balle. Non puoi infelicitarci la vita. Piantala subito o sparisci!”. Ma solo per poco. Prenderlo in giro non serve. L’ipocondriaco fingerà di ridere di se stesso, in realtà continuerà a stare malissimo.
In sostanza, l‘ipocondriaco vuole la mamma.
Gli uomini e le donne sono colpiti nella stessa percentuale dall’ipocondria (2 per cento), e la fascia di età maggiormente coinvolta dalla malattia è quella tra i quaranta e i cinquant’anni.
Epigrafe ideale sulla tomba dell’ipocondriaco: “Ve l’avevo detto che non mi sentivo troppo bene”.
Ipocondriaci, parliamone senza inibizioni.