madonna dei raccomandati

madonna dei raccomandati

L’Italia è tecnicamente in recessione, e ci sono lussi che decisamente non ci possiamo più permettere. Il primo lusso a cui è necessario rinunciare è quello di tenere fuori i meritevoli, i talentuosi e i creativi perché fanno paura e sono poco controllabili, non si accomodano placidamente otto ore alla scrivania a limarsi le unghie o a cincischiare al computer, hanno idee innovative, pretese di cambiamento e costituiscono una minaccia per le gerarchie sonnacchiose.

La meritocrazia non è solo uno slogan elettorale, e può comportare manovre molto dolorose. La congiura dei mediocri contro il talento, perversione della democrazia, deve essere fermata. La quota di raccomandati, cooptati, garantiti, assistiti deve essere riportata a dimensioni fisiologiche. Va restituito spazio ai migliori, nel lavoro, nella ricerca, in politica. Ovunque. Si devono creare le condizioni perché la loro eccellenza non venga più sacrificata.

Questo significa che le regole di accesso, i tempi e i modi dell’organizzazione del lavoro, la logica delle retribuzioni devono rapidamente cambiare, e che le classi dirigenti si devono rapidamente rinnovare. L’obiettivo numero uno è questo. Il che, nel nostro malconcissimo paese, non così lontano dalla Grecia, si fa piuttosto facilmente. Basta aprire da subito spazi alle donne e ai giovani, tenuti fuori dalla gerontocrazia maschile. Un ricambio sessuale e generazionale bell’e pronto. Da subito, però. O di qui non usciremo vivi.

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