Dunque, mentre si apprendeva che suo marito Melchiorre Fidelbo è indagato in quanto titolare della Solsamb s.r.l., a cui senza regolare gara d’appalto sarebbero stati affidati lavori per l’informatizzazione del Pta di Giarre, 1.7 milioni di euro (appalto ora revocato dalla Regione Sicilia), la capogruppo Pd al Senato Anna Finocchiaro festeggiava  con un elogio e autoelogio l’approvazione della riforma del lavoro:

‘Penso che oggi noi abbiamo raggiunto una sintesi razionale, laica, direi costituzionale e riformista del mercato del lavoro e penso che questo sarà utile per davvero all’Italia’‘, ringraziando quindi personalmente la ministra Elsa Forneroper il coraggio e la determinazione”. Nel frattempo sui social network i militanti piddini -già disturbati, come tutti noi contribuenti, dalla spesa all’Ikea con regolamentare scorta spingicarrello- la ricoprivano di improperi.

Ora, si può anche essere perfettamente convinte di aver raggiunto un buon punto di mediazione, e che di più proprio non si poteva, senza far cadere il governo. Si può perfino e sinceramente ammirare il carattere e la tigna di Fornero. Ma che la capogruppo del Pd, a nome del suo partito, esprima un simile entusiasmo di fronte a una riforma che non può essere certo intesa come un successone per i lavoratori, dà effettivamente da pensare.

“Ofelé fa’ el tò mesté”, si dice dalle mie parti. E sul fatto che il mestiere del Pd sia quello di far festa per una riforma come questa avrei qualche dubbio. Che la si votasse, se proprio la si doveva votare, con la massima sobrietà e senza simili manifestazioni di entusiasmo e autocompiacimento. Il compito che gli elettori hanno affidato al Pd sarebbe un altro, ma forse Finocchiaro se l’e dimenticato.

Vedi una scena come questa, dai un’occhiata agli ultimissimi sondaggi che indicano il partito dell’astensione in aumento vertiginoso, guardi il cielo novembrino e il lampadario che balla e  ti viene da pensare che se tutti questi -ma proprio tutti-tutti-, se l’intera classe dirigente di questi partiti alla deriva si presentasse facendo ciao-ciao, se tutte le facce che abbiamo visto ogni giorno sulle prime tre-quattro-cinque pagine dei quotidiani di punto in bianco non si vedessero più, se facessero un’uscita collettiva e alla grande, come in un musical di Broadway, permettendo il ricambio che ostinatamente impediscono, be’, forse la mattina ti alzeresti un po’ più di buonumore.

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