Non so se sia stata tutta farina del suo sacco, anzi si sa per certo che dietro la decisione di presentarsi a sorpresa con le splendide candidature di Laura Boldrini e di Piero Grasso, c’è il lavoro notturno e indefesso dei “giovani”, da Civati a Orfini, per dissuadere il segretario dal presentarsi alla Camera e al Senato con candidature “di apparato”, come quelle di Anna Finocchiaro e Dario Franceschini, bissando l’errore di quelle liste piene di derogati e notabili messe insieme dopo le primarie.

Ma la decisione alla fine l’ha presa Bersani e ci deve essere voluta non poca forza. E quella forza ha pagato, anche con il Movimento 5 Stelle, che non ha potuto permettersi il lusso di far cadere Piero Grasso. Dimostrando che effettivamente “uno vale uno”, e che nessun diktat -che peraltro non risulta- può fermare il buon senso. Movimento 5 Stelle che ha dato una bellissima e decisiva spinta al rinnovamento: il risultato di oggi è anche -per alcuni soprattutto- suo.

Se l’operazione potesse ripetersi anche per la presidenza del Consiglio, con alcune variabili significative, saremmo a cavallo: Bersani che rinuncia alla premiership -continuerebbe a non avere alcuna chance- per fare un’altra offerta che non si può rifiutare, proponendo un candidato/a premier di assoluta eccellenza. Meglio ancora, proponendo ai 5 Stelle: il nome -o la rosa di nomi-, della stessa tipologia di Boldrini e Grasso, fatelo voi, e noi lo valuteremo.

E’ troppo? Può essere. Ma qualcuno avrebbe mai potuto immaginare, ieri sera, una giornata come quella di oggi?

E si può sprecare, tanto ben di Dio?

p.s. domenica mattina: Hey, Pigi. E se generosamente proponessi Boldrini per la Presidenza del Consiglio, vista la straordinaria accoglienza?
(per la Camera si trova qualcun altro).

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