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piero grasso

Politica Aprile 8, 2013

#OccupyCamera?

Detto così, occupazione della Camera, fa un po’ impressione. Magari non lo faranno o sarà un’azione solo simbolica, un presidio o cose del genere, ma rinnovamento significa anche cambiare creativamente le forme della politica, inventarsi qualcosa che stressa le regole del gioco e fa prevalere la volontà politica. E del resto quando si dice “mandare lì tante donne”, e il discorso vale anche per il ringiovanimento della rappresentanza, si sta dicendo fare entrare nelle istituzioni ousider capaci di scaravoltare non soltanto le agende e le priorità, ma anche le forme della politica.

Il Movimento 5 Stelle minaccia un’azione clamorosa e irrituale per far partire le Commissioni parlamentari, ma anche Sel e un buon numero di parlamentari del Pd, tra cui Pippo Civati e Laura Puppato,  ritengono che non si possa più aspettare e che ci si debba mettere al lavoro da subito, senza attendere la soluzione del rebus del governo. La presidente della Camera Laura Boldrini è di questa opinione. Il presidente del Senato Piero Grasso, invece, parrebbe intenzionato ad attendere il nuovo governo. Quel che è certo, le cose da fare subito, i temi su cui legiferare non mancano, dopo un mese e mezzo di paralisi: per esempio la nuova legge elettorale.

Stiamo a vedere. Ma certo questo stallo non si può più sopportare.

Vedere un Parlamento finalmente al lavoro ci darebbe un po’ di ossigeno psicologico.

Politica Marzo 18, 2013

Il caso Boeri e lo schizo-Pd

 

Certo: un sindaco può sempre revocare le deleghe a un assessore, è suo diritto. Ma trattandosi di fatto di una certa gravità, è bene che i cittadini  vengano messi al corrente nel dettaglio delle motivazioni. A maggior ragione se il sindaco si è sempre appellato a un rapporto “diretto” con la cittadinanza, non facendo parte di alcun partito con il quale sarebbe invece tenuto a confrontare le sue scelte. E in particolare quando il “licenziato” è Mr Preferenze -con i suoi 13 mila voti da capolista Pd Stefano Boeri è stato il secondo degli eletti a Milano dopo Silvio Berlusconi-. Quando sta lavorando moltissimo e bene: dall’invenzione di Bookcity all’Oca, spazio per la creatività giovanile negli spazi ex-Ansaldo, a mostre di grande successo come quella dedicata a Picasso, record storico di visitatori. E senza sforare il budget di 800 mila euro: che per la cultura, in una città come Milano, è davvero poca roba, e anzi riuscendo a trovando generosi sponsor in questo periodo di vacche magrissime.

I rapporti tra il sindaco Giuliano Pisapia e il suo ex-antagonista alle primarie non sono mai stati buoni. La “cacciata” dell’assessore  è una notizia, certo, ma anche no. La mannaia è sempre stata a pochi centimetri dal collo di Boeri. Il piatto freddo di quella che ha tutta l’aria di una vendetta è stato servito ancora tiepido, un annetto dopo la revoca dell’altro assessorato, quello a Expo. Caso finalmente risolto. Al posto di Boeri arriva il musicista Filippo Del Corno, già presidente della Fondazione Scuole Civiche.

Il casus belli sarebbe stato l’investimento di 160 mila euro per due mostre, ma la sensazione è che la causa sia del tutto occasionale e che il destino di Boeri fosse comunque segnato. Gli appelli in extremis, di intellettuali, personalità, cittadini e anche quello di una quindicina di consiglieri del Pd non sono stati minimamente considerati, a fronte di quello che è stato raccontato come il venir meno del rapporto di fiducia.

Oggi Pisapia offrirà al Consiglio le sue motivazioni -che Boeri abbia un caratteraccio in effetti non basta- mentre le proteste dei cittadini si moltiplicano. Ma ormai i giochi sono fatti, e non si torna indietro.

C’è dell’altro. E’ lo stesso partito, viene da chiedersi, quello che a Roma conduce in porto la splendida operazione Boldrini-Grasso, spalancandosi al meglio del civismo, e pensa a una futura squadra di governo informata dagli stessi principi, e quel Pd che a Milano dà il suo nulla osta alla decapitazione del suo ex-candidato sindaco supercivico, che al partito ha portato una cospicua dote di consensi, ottenendo a compensazione l’assessorato ai Lavori Pubblici per la pochissimo amata Carmela Rozza? Che cosa ci si deve aspettare? L’addio, prima o poi, anche a quei due magnifici neo-presidenti, al primo scatto di autonomia? O, viceversa, la sostituzione in blocco di un gruppo dirigente milanese che da troppo tempo non ne imbrocca una, totalmente incapace di intercettare lo spirito del tempo?

Nevica, in tutti i sensi, sulla primavera arancione.

Politica Marzo 16, 2013

La zampata di Bersani

Non so se sia stata tutta farina del suo sacco, anzi si sa per certo che dietro la decisione di presentarsi a sorpresa con le splendide candidature di Laura Boldrini e di Piero Grasso, c’è il lavoro notturno e indefesso dei “giovani”, da Civati a Orfini, per dissuadere il segretario dal presentarsi alla Camera e al Senato con candidature “di apparato”, come quelle di Anna Finocchiaro e Dario Franceschini, bissando l’errore di quelle liste piene di derogati e notabili messe insieme dopo le primarie.

Ma la decisione alla fine l’ha presa Bersani e ci deve essere voluta non poca forza. E quella forza ha pagato, anche con il Movimento 5 Stelle, che non ha potuto permettersi il lusso di far cadere Piero Grasso. Dimostrando che effettivamente “uno vale uno”, e che nessun diktat -che peraltro non risulta- può fermare il buon senso. Movimento 5 Stelle che ha dato una bellissima e decisiva spinta al rinnovamento: il risultato di oggi è anche -per alcuni soprattutto- suo.

Se l’operazione potesse ripetersi anche per la presidenza del Consiglio, con alcune variabili significative, saremmo a cavallo: Bersani che rinuncia alla premiership -continuerebbe a non avere alcuna chance- per fare un’altra offerta che non si può rifiutare, proponendo un candidato/a premier di assoluta eccellenza. Meglio ancora, proponendo ai 5 Stelle: il nome -o la rosa di nomi-, della stessa tipologia di Boldrini e Grasso, fatelo voi, e noi lo valuteremo.

E’ troppo? Può essere. Ma qualcuno avrebbe mai potuto immaginare, ieri sera, una giornata come quella di oggi?

E si può sprecare, tanto ben di Dio?

p.s. domenica mattina: Hey, Pigi. E se generosamente proponessi Boldrini per la Presidenza del Consiglio, vista la straordinaria accoglienza?
(per la Camera si trova qualcun altro).