a sassari la prima via intitolata a una “caduta” per femminicidio, monica moretti, giovane urologa uccisa nel 2002 da un suo paziente-stalker

 

Di fronte a una strage di donne che non ha precedenti nel nostro Paese (se continuasse a questo ritmo, entro fine anno si potrebbe registrare il 50 per cento in più di vittime rispetto al 2011), la Casa delle Donne Maltrattate di Milano invita le forze dell’ordine a prassi corrette ed efficaci, e richiama la stampa alla sua responsabilità. Richiamo al quale mi associo: continuare a parlare di “caldo criminale”, di “dramma della gelosia”, di “delitto passionale”, descrivendo questi crimini alla stregua di un’ineliminabile fatalità, di un male quasi-necessario, significa rendersene ideologicamente complici.

Femminicidio, certo, è una brutta parola, e i direttori dei giornali non amano vederla sulle loro pagine.  Ma è la parola giusta per descrivere questo orrore che sembra non avere mai fine.

 

COMUNICATO DELLA CASA DELLE DONNE MALTRATTATE DI MILANO

Ancora donne uccise: un massacro che si deve fermare

Milano, 12 luglio 2012

Nelle ultime settimane, purtroppo, i media hanno dedicato ampio spazio ai recenti fatti di cronaca
che ci raccontano di continui casi di violenza contro le donne. Questa violenza si è conclusa troppo
spesso con omicidi che hanno visto come vittime donne di diverse età ed estrazione sociale. Buona
parte di loro si era già rivolta alle Istituzioni denunciando la propria situazione e chiedendo aiuto.
La Casa delle Donne Maltrattate vuole ricordare ancora una volta che il momento in cui una donna
arriva a denunciare la violenza subìta è proprio quello più difficile e pericoloso.
È compito delle Istituzioni e delle Forze dell’Ordine attivarsi nei tempi più brevi possibili sin dalle
prime denunce senza mai dimenticare che il maltrattamento è un reato perseguibile d’ufficio la cui
notizia non può essere soggetta a ritiro di querela e deve comportare quanto più possibile
l’emissione di misure cautelari per evitare il compiersi di fatti più gravi.
È proprio in questo momento così delicato che la donna non deve essere lasciata sola a gestire una
situazione di pericolo, ma va indirizzata ai centri antiviolenza per una valutazione competente del
rischio e per poter essere supportata e accompagnata in questo difficilissimo percorso.
Il confronto con operatrici di accoglienza formate sul maltrattamento consente di dare risposte alle
richieste di aiuto della donna in modo diverso, mettendosi in relazione con lei.
Solo così si può cercare di evitare di arrivare alle conseguenze estreme che riempiono le pagine
delle cronache dei nostri giornali.
Purtroppo ci sono ancora testate giornalistiche che sottovalutano e minimizzano questi fatti fino al
punto di definirli causati dal “Caldo criminale”. E’ importante non dare mai una giustificazione alla
violenza contro le donne e smetterla con la consuetudine di scavare nella vita delle vittime e mai sui
colpevoli. E’ necessaria una grande sensibilità per non deviare la percezione
della violenza nell’opinione pubblica.
 

  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •